di LAURA BELLANDO
AVIGLIANA – Il progetto Life Predator, risponde all’obiettivo generale di conservazione della biodiversità, una delle priorità ambientali dell’Unione Europea. Ce lo racconta il dottor Pietro Volta, responsabile del laboratorio di Ittiologia del Cnr-Irsa, di Verbania, in una piacevole chiacchierata al telefono. Una voce accogliente, un linguaggio scientifico che sa semplificare per far giungere i tecnicismi, propri della ricerca, a chi non li padroneggia. Si parla di Specie Aliene Invasive, cioè organismi introdotti volontariamente o involontariamente dall’uomo al di fuori del loro areale naturale di distribuzione e che, diventando numerosi e invasivi, appunto, possono impattare sulla biodiversità locale, alterandola profondamente.
Il pesce siluro, il più grande pesce d’acqua dolce d’Europa (fino a 3 metri e 300 kg di peso), rappresenta proprio una di queste specie aliene invasive, non solo per i fiumi ma anche per i nostri laghi. Fu introdotto in Italia, tra gli anni ’50-’60, più o meno volontariamente, perché una specie divertente da pescare e che raggiunge grandi dimensioni. Da allora ha sviluppato popolazioni molto (troppo) abbondanti, prima nel Fiume Po, poi in altri fiumi e laghi, rappresentando un pericolo per la fauna autoctona dei nostri ecosistemi di acque dolci , in quanto è in grado di cibarsi giornalmente di una quantità di cibo pari fino al 3% del proprio peso. Inoltre, nei nostri specchi d’acqua, non trova predatori che si cibino di lui.
Il progetto Life Predator è finalizzato ad elaborare una strategia articolata per il contrasto della presenza e diffusione del pesce siluro. Il primo obiettivo è elaborare una strategia di allerta precoce, basandosi sul DNA ambientale, ovvero il riconoscimento della presenza del siluro analizzando l’acqua per trovare tracce di DNA del pesce. Il secondo obiettivo è la messa a punto di tecniche di cattura selettive, e cioè che permettano di catturare il siluro senza impattare sulle altre specie ittiche. Il terzo obiettivo è promuovere una economia circolare rivierasca in cui il siluro viene utilizzato come cibo: i pescatori infatti possono essere i soli predatori di questa specie.
Nello specifico, anche i laghi di Avigliana, sono protagonisti dello studio e rientrano nel Progetto per testare metodi e realizzare protocolli di cattura selettiva, da condividere con Enti, Province, Regioni interessate a contenere la diffusione del pesce siluro. Obiettivo del progetto Life Predator è ridurre di almeno il 90% abbondanza del Siluro nei piccoli laghi, come quelli di Avigliana. Nei grandi laghi invece l’obiettivo e contenerne l’ulteriore espansione.
La ricerca ha bisogno della gente e, per questo, tra gli obiettivi alcuni si avvicinano a loro, per sensibilizzare pescatori e popolazione e incentivarli a non spostare le specie dai loro habitat naturali. Si cerca inoltre di attivare un’economia circolare capace di sfruttare, l’enorme biomassa prelevata dai laghi, trasformandola da minaccia per l’ambiente a prodotto da portare sulle nostre tavole, introducendolo nella dieta e, nelle industrie come farina animale da impiegare in produzione alimentare. Quest’ultima ipotesi potrebbe vedere coinvolta anche un’industria alimentare locale, la conosciuta LIP Italia di Rivoli.
Il progetto si sviluppa dal settembre 2022 all’agosto 2027. Saranno poi necessari altri 5 anni per il consolidamento dei risultati e la condivisione degli stessi. Numerosi i cofinanziatori e stakeholders schierati a sostegno del progetto LIFE Predator. Oltre all’Unione Europea vi sono Regione Lombardia, Fondazione Cariplo, Ufficio Pesca del Canton Ticino, l’azienda portoghese di trasformazione ittica Conserveira do Interior e il municipio di Vila Velha de Rhodao sotto il coordinamento dell’Istituto di Ricerca sulle Acque del Cnr, in partenariato con Graia srl, l’Ente di gestione delle aree protette delle Alpi Cozie, la Città Metropolitana di Torino, la facoltà di Scienze dell’Università di Lisbona e il Centro di Biologia dell’Accademia delle Scienze della Repubblica Ceca.
Interessante la presenza di un partner della Repubblica Ceca, in quanto, il siluro è un pesce autoctono di quella regione d’Europa, per cui, gli studiosi conoscono bene la specie e hanno esperienza nella cattura selettiva, uno degli importanti obiettivi del Progetto LIFE Predator. La partecipazione al progetto apporta pertanto un contributo e un valore conoscitivo aggiunto, all’ecologia della fauna ittica. Due le tecniche specifiche sperimentate per la cattura selettiva del pesce siluro, nel lago di Avigliana, in presenza degli esperti studiosi della Repubblica Ceca: la pesca elettrica da imbarcazione e quella con il palamito, lunga lenza armata di molti ami che, si usa normalmente nella pesca in mare per grossi pesci, con esche vive che emettono forti vibrazioni. Nell’ultima attività di sperimentazione sono stati prelevati complessivamente 45 individui, di Silurus glanis, utilizzando queste tecniche. Ricordiamo il recupero, il 9 maggio dell’eccezionale esemplare, un individuo di oltre 23 kg di peso e lungo 147 cm.
Conclude il dottor Volta, il coinvolgimento della popolazione intorno al lago di Avigliana sarà fondamentale per il successo dell’iniziativa e si baserà anche sulla collaborazione degli abitanti e degli operatori che fruiscono il territorio. L’incentivazione alla pesca del pesce siluro e il coinvolgimento nell’avvistamento nei laghi della specie aliena, per la registrazione della sua presenza, saranno le operazioni finalizzate alla tutela ambientale dei laghi e al contenimento del predatore acquatico. Scongiurando nuove future re-immissioni illegali. Preziosi i contributi del progetto e della ricerca per la salute dei nostri laghi e per il recupero degli equilibri dell’ecosistema. L’augurio al dottor Volta e ai suoi collaboratori per il successo nella scommessa ambientale, sperando di poter ancora attingere al suo sapere scientifico per i futuri risultati e per conoscere le nuove sfide della ricerca sul nostro territorio.
Studiate ,studiate pure ,attendete a prendere le misure , i pesci piccoli diventano grandi , come i malintenzionati , ma il nostro ego è troppo forte ,lo difendiamo fino alla morte , nel pensare e orientare chi ci ascolta , la colpa di qualche imbecille pescatore , essere idioti a volte elemento di auto elogio , la furbizia di coltivare ciò che un domani si potrà pescare , l’ egoismo che porta il mondo sul precipizio , non si pensa alle conseguenze e si formulano pietanze sulla nuova pesca , gli altri pesci sterminati non ci sarà altro cibo ,studiate studiate e poi studieremo , non io , spero le nuove generazioni di questa epoca di coglioni che non prendono urgenti misure…..