IN 300 A SUSA FANNO LA CATENA UMANA PER DIFENDERE L’OSPEDALE. ECCO TUTTE LE FOTO

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DI ALICE VERGA

Non ci stanno alla chiusura del reparto maternità dell’ospedale, le trecento persone circa, che oggi pomeriggio si sono radunate in piazza d’Armi, a Susa.

Una manifestazione popolare svolta per chiedere alla Regione di potenziare il pronto soccorso valsusino, aumentare i posti letto ed il personale medico (oggi ci sono solo 4 dottori in servizio, mentre per organico ce ne dovrebbero essere 9) e di smettere di penalizzare l’ospedale di Susa, l’unico ancora rimasto attivo su tutto il territorio, dopo le chiusure forzate di Avigliana e Giaveno.

Presenti alla manifestazione il sindaco Sandro Plano, e Stefania Batzella, consigliera del M5S in Regione e ostetrica della struttura, che da anni cercano di far emergere le voci del comitato a livello politico.

Parla di “fronte unito” la consigliera del M5S – “Dobbiamo resistere e combattere affinché nessuno metta le mani sul nostro ospedale. In molteplici come iniziativa ci hanno chiesto di tenerci per mano e dimostrare che il popolo valsusino è unito per tutelare la salute dei cittadini”.

Ed è cosi che un cordone di persone si sono prese per mano e unite hanno percorso i corridoi dell’ ospedale di Susa.

GUARDA LA FOTOGALLERY DELLA MANIFESTAZIONE

Verte su diversi argomenti l’intervento del Sindaco Sandro Plano – “abbiamo incontrato l’Assessore Antonio Saitta ed esposto tutti i problemi della sanità della valle di Susa. Ci è stato ribadito che sul punto nascite non si discute, su tutto il resto ci ha garantito di modificare la delibera. Vogliamo infatti che vengano ristabiliti i posti letto ad Avigliana e che venga ridiscusso il finanziamento sui servizi e sulla continuità socio-assistenziale. La valle di Susa non deve essere inserita nell’area disagiata, perché comporterebbe una riduzione dei servizi.” – prosegue il Sindaco – “Abbiamo avuto la condivisione dei Comuni dell’alta valle e sono interessati affinché il reparto di Ortopedia, visto che siamo vicini alle stazioni sciistiche, diventi un reparto di eccellenza. Infine perché i malati di Rivoli non si possono trasferire a Susa per utilizzare al meglio le strutture? La valle non deve essere penalizzata dei servizi, ci stanno togliendo tutto e non possiamo accettarlo” conclude Sandro Plano.

“Le nostre richieste sono far si che l’ Ospedale di Susa diventi una struttura complessa, e non tagliare i posti letto come ha fatto il Dottore Generale dell’ Asl TO3, Gaetano Cosenza”, – afferma Stefania Batzella – “Continueremo a chiedere che la chirurgia non venga declassata ma potenziata, come tutto il resto dei servizi ospedalieri, e che vengano fatte assunzioni sul personale. Tutti i giorni porteremo avanti questa battaglia uniti, i valsusini hanno diritto di avere il loro ospedale e i loro servizi”, conclude Batzella.

L’ ultimo intervento è di Sara Bianco, rappresentante del Comitato “Noi abbiamo partorito a Susa”.  “Il punto nascite è ancora aperto – afferma – tutte le mamma che sono incinta devono venire a fare i corsi preparto e partorire a Susa, solo così ci potrete aiutare”.

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