VALSUSA – Negli ultimi vent’anni, nel territorio della Città metropolitana di Torino si sono verificati quasi 5.000 incidenti stradali con animali selvatici: circa 250 all’anno. La prevenzione degli incidenti è una priorità sia dal punto di vista della sicurezza stradale che da quello della tutela della fauna. Oltre alle iniziative di sensibilizzazione verso gli automobilisti, perché adottino uno stile di guida prudente nelle aree extraurbane, la Città metropolitana ha dedicato alla protezione della fauna selvatica nei territori attraversati da strade e ferrovie una delle azioni previste dal progetto europeo Life WolfAlps EU, dedicato al miglioramento della coesistenza tra lupi e attività umane.
RIDURRE LA FRAMMENTAZIONE DEGLI HABITAT NATURALI
Essendo uno dei partner attivi del progetto LIFE WolfAlps EU, che si concluderà ufficialmente nel mese di settembre, la Città metropolitana si è posta l’ambizioso obiettivo di ridurre la frammentazione degli habitat naturali e di proteggere la fauna dell’Alta Valle di Susa, un territorio in cui le strade statali e provinciali, l’autostrada Torino-Bardonecchia e la ferrovia Torino-Modane sono talvolta teatro di incidenti. La conformazione dei versanti alpini in cui si muovono pone agli animali selvatici una sfida quotidiana: attraversare strade e binari per sopravvivere, per nutrirsi, per difendere il proprio territorio e, soprattutto, per incontrare altri membri della propria specie. Gli spostamenti, soprattutto dei mammiferi, hanno sovente un raggio di chilometri, con risultati che possono essere drammatici, sia per gli animali che per gli automobilisti. I dati degli incidenti stradali raccolti su tutto il territorio della Città metropolitana di Torino a partire dal 2002 mostrano come le specie maggiormente coinvolte siano il capriolo e il cinghiale, ma vengono investiti anche cervi, lupi e camosci. La densità maggiore di incidenti nei 312 Comuni del territorio metropolitano si verifica proprio in Alta Val di Susa, in siti in cui non c’è scampo per un animale che voglia attraversare una strada o la ferrovia.
LE SOLUZIONI TECNICHE
Collaborando con ANAS, RFI e SITAF i tecnici della Città metropolitana di Torino e dell’Ente di gestione delle Aree Protette delle Alpi Cozie hanno effettuato sopralluoghi nei punti critici, frequentati da lupi ed ungulati vittime di incidenti. In quei luoghi sono state installate reti che sbarrano il passo agli animali, mentre alcuni sottopassi che possono consentire di evitare collisioni sono stati liberati dalla vegetazione e dai rifiuti, creando vie di passaggio sicure. Dove non è stato possibile installare reti, è stato programmato il posizionamento di catarifrangenti blu anti-attraversamento sui delineatori di carreggiata. La luce dei fari dei veicoli riflessa dai catarifrangenti crea una barriera ottica di protezione, che scoraggia gli animali dal tentare l’attraversamento, riducendo così il rischio di incidenti.
L’IMPORTANZA DELLA PRUDENZA AL VOLANTE
Sebbene lo strumento più potente per ridurre gli incidenti sia la consapevolezza di ogni automobilista di non essere l’unico utilizzatore delle strade, è stata messa a punto un’applicazione per smartphone che segnala, sulla base dei dati pregressi e di una modellistica del territorio, la probabilità di attraversamento da parte della fauna e i tratti di strada a maggior rischio di collisione con la fauna selvatica. L’app consente anche agli utenti della strada di segnalare nuovi incidenti, così da implementare il database sul quale è basata l’applicazione. Ma, come detto, è di fondamentale importanza la prudenza nella guida, il rispetto dei limiti di velocità e della segnaletica, la concentrazione nella guida e un’attenzione particolare durante la notte, al crepuscolo e all’alba, quando gli animali attraversano più frequentemente le strade. Se un animale attraversa occorre rallentare, lasciarlo attraversare e controllare se sopraggiungono altri esemplari. Rimanere sulla propria corsia e non cercare di inseguire l’animale con l’auto sono comportamenti basilari, che non dovrebbero nemmeno essere richiamati, ma, in tema di fauna selvatica, non occorre mai dare nulla per scontato. In caso di incidente occorre subito chiamare il 112 e attenersi alle indicazioni fornite dagli operatori delle forze dell’ordine. Per la propria incolumità, è meglio non scendere dall’auto e, soprattutto, non ci si deve avvicinare ad un animale ferito, la cui reazione alla presenza dell’uomo potrebbe essere imprevedibile. In questi casi meglio lasciar fare a chi ha le conoscenze professionali per intervenire.
I valsusini non sanno guidare.
Oltre all’incapacità di guidare che ValBoccia ci ricorda sempre, molto valsusini investono volontariamente e criminalmente gli animali. Se di piccola taglia come canidi, felini e altro sembra ci sia una chiara e delibera volontà criminale. E poi ci sono le carogne che investono cinghiali cervi e altro per cibarsene o specularci rivendendone le carcasse a privati e ristoratori senza scrupoli. Tutto tipico del carattere selvaggio, avido e predatorio del valsusino medio. Per quanto riguarda i “distratti”, chi vive in queste zone sa benissimo che percorrendo la valle il rischio di attraversamento animali è naturalmente presente. Zone come il Gran Bosco di Salbertand, la Val Cenischia ma anche tutti i tratti di strada aperta presentano non il rischio, ma la quasi certezza di andare incontro a questo tipo di incidenti, soprattutto la mattina presto o la notte. Invece i malnati continuano a fare stragi a causa della loro condotta malvagia. Se morissero più guidatori e meno animali incolpevoli sarebbe un guadagno per tutti.
O dai la possibilità agli omini vestiti di arancione con il fucile come fosse il sesto arto di sparare h 24. Oppure in caso di incidente la città metropolitana paga i danni. Il resto è aria fritta e rifritta.
Io sparerei a Basta Tax. E gli farei pure pagate le spese.
Anche tu allora fai parte degli omini vestiti di arancione con il fucile al posto del fallo???
Basta Tax tu hai fallo al posto della testa.