di ARIANNA RICHIERO
Una valle studiata e monitorata: laboratorio naturale per valutare le dinamiche legate ai corsi d’acqua.
Si tratta di uno studio sui processi di trasporto solido, come colate e flussi detritici (fenomeni decisamente pericolosi per via della velocità di propagazione e della notevole forza di impatto, in grado di causare vittime e abbattere anche grossi edifici), che possono potenzialmente coinvolgere i nuclei abitati della valle.
Il progetto di ricerca è stato finanziato lo scorso anno (Cooperative Internet-of-Data Rural-alpine Community Environment, Bando POR FESR 2007/2013 della Regione Piemonte con il concorso di risorse comunitarie del FESR, dello Stato Italiano e della Regione Piemonte) e prevede una serie di attività attuate dal CNR-Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica di Torino con alcune amministrazioni locali della valle di Susa, come Novalesa, Venaus, ma anche Cesana e Bardonecchia.
Ma i monitoraggi in valle hanno storia ben più lunga.
Già nel 1994 il CNR- Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica di Torino ha individuato il bacino del torrente Marderello (Novalesa) come sito-campione nelle Alpi piemontesi per lo studio e l’osservazione sperimentale di flussi detritici.
“L’Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica di Torino ha seguito direttamente per decenni le attività parossistiche connesse all’instabilità torrentizia e di versante occorse in ambito alpino, dedicando significative risorse umane e strumentali alle indagini condotte in val Cenischia. L’allestimento di monitoraggio del CNR-IRPI comprende strumenti per la caratterizzazione di parametri climatici, quali ad esempio precipitazione, temperatura, umidità, ma anche radiazione solare e direzione/velocità del vento, sensori sismici per il rilevamento del passaggio dei flussi lungo le aste torrentizie, telecamere e misuratori di livello idrico” spiegano i ricercatori.
Ricerca, ma anche comunicazione. Il CNR-IRPI ha posizionato alcuni pannelli informativi trilingue relativi alle colate detritico-torrentizie in prossimità delle aree vicine ai torrenti monitorati e molto frequentate da turisti.
I dati, raccolti fin dal 1990, seppure in modo discontinuo a causa di episodi naturali (come fulminazioni, crolli, passaggio di animali) e antropici (come il recente furto in località Cugno a Novalesa o atti di vandalismo), rappresentano un importante punto di riferimento per le elaborazioni in campo scientifico e le ricadute degli studi sono di interesse primario.