C’è quasi sicuramente la mano del piromane sui due incendi scoppiati stanotte in bassa Val Susa, a danni di due aziende locali del settore agricolo. Troppi elementi fanno capire che le fiamme sarebbero divampate non per caso. Così come sono troppe anche le coincidenze. Entrambi gli incendi sono scoppiati nella stessa zona, lungo la statale 25, a pochi chilometri di distanza, e a poca distanza di tempo l’uno dall’altro, e con obiettivi simili.
Il primo a Vaie, alla Floricoltura Valsusina, intorno alle 22. Il secondo proprio due ore dopo, verso le 00.30, a Chiusa San Michele, ai danni di una ditta di legname, in un capannone a fianco al negozio “Cose di Casa” di Blandino, vicino alla rotonda del cavalcavia.
Sono state colpite due ditte con parecchio materiale da bruciare: nel primo caso il piromane sperava forse di mandare a fuoco le serre e l’intera floricoltura, nel secondo è andato sul sicuro, facendo partire le fiamme dalla catasta di legname.
Sono state prese di mira due aziende, ed è questo il lato molto preoccupante. Perché il piromane potrebbe ripetersi. Non è ancora ufficiale, perché le indagini dei carabinieri devono ancora appurare vari elementi, ma si pensa addirittura che il piromane abbia usato un accelerante tipo il gasolio, perché la catasta a Chiusa San Michele ha preso fuoco velocemente e in maniera massiva, magari approfittando delle taniche dei mezzi presenti nel capannone. Quell’incendio è scoppiato subito, in poco tempo, le auto che passavano poco prima sulla statale, intorno alla mezzanotte, non si sono accorte di nulla.
Ovviamente si tratta ancora di ipotesi, in attesa delle verifiche da parte delle forze dell’ordine. Intanto parte un appello a fare attenzione a movimenti sospetti, perché dopo questo primo episodio, l’ipotetico piromane potrebbe ripetersi.