GIAVENO / AVIGLIANA – Nell’incendio dello scorso 22 marzo a Giaveno è stata la mano dell’uomo che ha prodotto la distruzione di circa 30 ettari di bosco di castagno, betulla e faggio. Il fuoco, acceso in presenza di forte vento e abbondante presenza di fogliame secco al suolo, ha bruciato per due giorni ed ha richiesto un massiccio intervento di Vigili del Fuoco, volontari AIB e mezzi aerei che si sono prodigati per contenere le fiamme.
Le indagini condotte dai Carabinieri Forestali hanno permesso l’individuazione esatta del punto di insorgenza dell’incendio e quindi del responsabile, un uomo di 65 anni di Avigliana che, con l’intento di eseguire degli abbruciamenti di residui vegetali per ripulire un’area verde, aveva innescato le fiamme provocando un grave danno ambientale. Il soggetto è stato denunciato per il reato di incendio boschivo colposo.
Merita considerare che la pena prevista nel caso di incendio colposo è della reclusione da uno a cinque anni. La reclusione aumenta da quattro a dieci anni se l’incendio è stato innescato dolosamente. La gravità del danno può fare innalzare ancora i limiti di pena.
al posto della pena facciamogli pagare il costo dell intervento ….
Bisogna dare l’esempio contro questi IMBECILLI…primo deve pagare l’intervento di spegnimento, poi pagare il rimboschimento, poi farsi la pena in galera secondo quanto previsto dalla legge. Una denuncia è troppo poco, ci vanno le sbarre e le mani al suo portafoglio. Che vizio maledetto che hanno questi personaggi di bruciare le foglie secche o il verde…ma che fastidio vi danno?
Pagare civilmente e penalmente sarebbe la soluzione ottimale. Questi signori bruciano perché a sentire loro vogliono tenere pulito. Che grandi uomini!!!!
Oltre alla sanzione e ai costi di spegnimento deve pulire ľarea bruciata, rimboschire e curare ľattecchimento con opportune bagnature e mantenere ľarea pulita fino a completa formazione del bosco.
E’ molto semplice, si bruciano le foglie secche e le sterpaglie per tenere il terreno pulito, soprattutto se ci sono colture come i castagni, altrimenti negli anni ci sarebbero mucchi e mucchi di sterpaglie che il vento sparpaglierebbe di nuovo sporcando dove è stato pulito… certo che innanzitutto prima di bruciare le sterpaglie bisogna cercare di capire se ci sono delle ordinanze che lo vietano a causa della siccità e del pericolo di incendi boschivi, e poi dovrebbe essere ovvio che non è un lavoro da fare quando c’è il vento che diffonde le fiamme, senza contare che chi brucia le sterpaglie deve sempre avere dell’acqua a disposizione per tenere il fuoco sotto controllo…
Mah…secondo me è una scusa. Questo è un incendio doloso, non posso credere che esista qualcuno che brucia le sterpaglie nel bosco con il vento. Poi mentre bruci segui la combustione, questo ha dato fuoco a un mucchio ed è tornato a casa e quando l’hanno beccato si è inventato sta storia.
Quel “tenere pulito” è per chi vorrebbe le piastrelle al posto del prato, e magari alberi di plastica che non sporcano. i nutrienti arrivano benissimo dalla decomposizione dei residui caduti dalle piante ma se proprio uno vuole bruciare si faccia un micro-inceneritore in una sua proprietà in zona urbana. i boschi “puliti” sono roba da fiabe o da parchi cittadini, niente di naturale.
Quelle che qualcuno chiama sterpaglie sono spesso piccoli castagni,sambuchi, noccioli e così via
Ma veramente tenere pulito serve a poter raccogliere meglio i frutti del bosco e a prevenire e nel caso rallentare eventuali incendi. Certo bisogna farlo usando la testa.
Ritengo che la galera vada bene solo in caso di accertato dolo. In questo caso pare evidente la colpa e non il dolo quindi un ingentissimo risarcimento economico per il rimboschimento lo vedo perfetto!