RICEVIAMO DALL’ASLTO3
Prosegue l’attività di monitoraggio sanitario della popolazione residente in prossimità dell’inceneritore del Gerbido, in cintura di Torino, attività nella quale è coinvolta anche l’ASL TO3 per una parte di territorio. L’impegno assunto dalle Direzioni delle AASSLL interessate in accordo con i partner del progetto fra cui la Città Metropolitana di Torino prevede che periodicamente vengano pubblicamente resi noti gli esiti dei monitoraggi.
I metalli urinari riscontrati nei prelievi effettuati nel secondo anno di attività (2014) presentano concentrazioni significativamente più basse di quelle osservate nei prelievi del 2013. La diminuzione dei metalli è stata riscontrata sia nei soggetti residenti in prossimità dell’impianto, sia nei residenti altrove. Tra i l8 metalli misurati nelle stesse persone a un anno di distanza, soltanto il cromo nelle due popolazioni e il platino nella popolazione di controllo hanno mostrato un risultato di segno opposto, ed è diminuito – in lieve entità – anche il nichel urinario.
Sono questi i primi risultati contenuti nel rapporto appena pubblicato (www.dors.it/spott) dal programma SPoTT, sistema di sorveglianza coordinato Servizio di Epidemiologia dell’ASL TO3 (Dott.ssa Antonella Bena), progettato e condotto in modo coordinato dai Servizi di epidemiologia regionali, Arpa, ASL TO3, ASL TO1 e Istituto Superiore di Sanità con lo scopo di valutare l’eventuale assorbimento di sostanze potenzialmente nocive da parte dei residenti nelle aree circostanti il termovalorizzatore di Torino.
L’impianto ha avviato la sua attività in modo continuativo dal mese di settembre 2013. Il rapporto pubblica i risultati riguardanti i prelievi del giugno-luglio 2014 (T1) previsti dal programma di biomonitoraggio che ha coinvolto 198 residenti nell’ASL TO3 (tutti nell’area di ricaduta prevalente delle emissioni), 196 nell’ASL TO1 (tutti fuori dall’area di ricaduta) e 13 allevatori (proprietari di aziende nei pressi dell’impianto). I risultati sono stati confrontati con quelli dei prelievi effettuati a impianto spento nel giugno-luglio 2013 (T0).
Complessivamente, dopo un anno di funzionamento, le emissioni dei metalli dell’impianto non hanno influenzato la concentrazione di metalli urinari nella popolazione esposta. La diminuzione osservata nelle due popolazioni non ha niente a che fare con l’inceneritore ed è probabilmente legata a una generale diminuzione delle emissioni in aria di PM10, PM2.5 e NO2 e a una maggiore attenzione nelle abitudini alimentari e stili di vita (es. fumo), forse mediata da una maggiore sensibilizzazione dei partecipanti allo studio.
Il modello di studio adottato da SPoTT permette di desumere l’impatto dei metalli emessi dall’impianto attraverso il confronto tra le differenze prima/dopo l’avvio dell’impianto, nei residenti in vicinanza all’impianto e nei residenti altrove. Se le differenze nei primi fossero state minori rispetto ai residenti a distanza dall’inceneritore si sarebbe dovuto ipotizzare un contributo delle emissioni del termovalorizzatore. Questo non è avvenuto ed è da considerare positivamente.
I risultati delle analisi sul piccolo gruppo di allevatori sono in linea con quelle ottenute sui residenti.
I risultati individuali sono già stati consegnati ai partecipanti allo studio nei mesi di settembre e ottobre 2015. È in corso una formazione specifica del personale sanitario che collabora al biomonitoraggio (tecnici di laboratorio, infermieri, personale amministrativo) e dei medici di base delle persone campionate, al fine di fornire un valido supporto ad eventuali quesiti provenienti dai propri assistiti. Tutta la documentazione tecnico-scientifica ed altre informazioni di interesse pubblico sul programma SPoTT sono disponibili nell’apposito spazio web progettuale (www.dors.it/spott).
Come sottolinea la Dr.ssa Antonella Bena, coordinatrice del programma nell’ambito del Servizio di Epidemiologia dell’ASL TO3: “Una valutazione ancora più completa sull’influenza delle emissioni dell’impianto nella popolazione esposta sarà possibile non appena saranno disponibili i risultati relativi al confronto T1-T0 delle concentrazioni urinarie degli Idrocarburi Policiclici Aromatici (la cui analisi richiede più tempo di quella dei metalli).”
“Questi risultati sono da considerarsi solo una prima tappa al fine di verificare la possibile influenza delle emissioni di metalli dell’impianto nella popolazione esposta” ha sottolineato il Dr. Flavio Boraso Direttore Generale dell’ASL TO3 “ Ulteriori valutazioni saranno condotte in occasione del successivo follow-up, programmato a giugno 2016. Ritengo che la sinergia ed il coordinamento di più istituzioni su questo monitoraggio sia efficace e ci consenta di fornire le necessarie garanzie non solo alla popolazione interessata ma all’intera collettività circa il rispetto e la tutela della salute pubblica .”