INTERVISTA AL METEOROLOGO VALSUSINO LUCA MERCALLI: “GIOVANI, NON AVETE UNA TERRA DI RICAMBIO, COMBATTETE PER SALVARLA”

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di JACOB HILFIKER

Si è svolta il 3 giugno presso la sala comunale di Exilles una conferenza tenuta dal climatologo Luca Mercalli rivolta alla classe 5 Liceo dell’istituto Ferrari di Susa. Lo studioso ha affrontato con gli studenti il tema dei cambiamenti climatici, argomento di una certa consistenza e attualità ma a cui è sempre difficile dare la giuste rilevanza. Il progetto, il cui argomento era in linea col programma di studi del quinto anno, ha interessato in particolar modo gli studenti di Susa, ai quali, oltre all’incontro con un esperto del settore, è stata offerta la benvenuta occasione di svolgere un ripasso in vista dell’esame di maturità. 

Al termine della conferenza e delle domande che hanno seguito, la lezione si è spostata per le strade di Exilles, dove Mercalli ha continuato a discorrere con gli studenti approfittando della bella giornata per fare una paseggiata all’aria aperta. Gli studenti sono rimasti colpiti dalla franchezza e dalla disponibilità dell’esperto, che non ha tralasciato nessun dubbio o domanda ma si è dimostrato sinceramente interessato al bun esito dell’attività. “E’ importante”, ha dichiarato Mercalli, “che l’informazione su certe tematiche non sia trascurata, soprattutto nelle nuove generazioni”.

  

Luca MERCALLI, lei conduce un’intensa campagna di informazione riguardo ai cambiamenti climatici: perché è così importante?

I rischi ambientali minacciano la qualità della vita dell’intera umanità per un lungo futuro. Sono lenti a partire, ma quando si manifesteranno in tutta la loro portata nei prossimi decenni diventeranno irreversibili e causeranno sofferenza a tutti. Il mio è l’impegno di chiunque venga a conoscenza di un pericolo e voglia avvertire più persone possibile in anticipo per schivarlo o ridurne i danni. E poi ho due nipotini che voglio poter guardare a testa alta, sapendo di aver fatto tutto il possibile per consegnar loro una Terra accettabile…

 La comunità scientifica continua a fornire dati preoccupanti sugli effetti che i nostri stili di vita hanno sull’ambiente: come mai secondo lei ancora un gran numero di persone è insensibile al problema?

Da un lato si tratta un vecchio problema antropologico e sociale: non siamo programmati per occuparci dei problemi a lungo termine, ma solo di quelli vicinissimi a noi nel tempo e nello spazio. E’ più facile scaricare il barile o ignorare un avvertimento impegnativo che assumersi delle responsabilità concrete. Ce lo insegnano mille narrazioni storiche e mille pezzi di letteratura, dal Titanic alla peste manzoniana. Dall’altro lato ci sono interessi importanti legati alla produzione di energia fossile e al mantenimento di un elevato tasso di consumi che frenano la diffusione delle informazioni e la presa di coscienza delle persone.

 Ritiene che i provvedimenti presi dalle istituzioni per arginare il problema dell’inquinamento ambientale siano adeguati?

No, lo vediamo tutti i giorni… Anche se localmente si fanno passi avanti su certe specifiche normative ambientali, manca un disegno complessivo e soprattutto una legislazione globale. Non serve applicare buone leggi in un paese e lasciarne privo un altro, l’inquinamento non ha confini.

Nella sua vita privata lei fornisce un chiaro esempio di come minimizzare l’impatto ambientale dell’uomo sulla natura sia possibile: quali provvedimenti ha preso per raggiungere questo obiettivo?

Prima di tutto un abito mentale ostile allo spreco e attento alle risorse, alla loro provenienza e alla minimizzazione dei rifiuti. Poi efficienza energetica dell’abitazione, isolamento termico, serramenti a triplo vetro, installazione di pannelli fotovoltaici e collettori solari termici, pompa di calore, riciclo acqua piovana per l’irrigazione, auto elettrica, orto per la produzione alimentare diretta, differenziazione dei rifiuti, compostaggio domestico degli scarti di cucina. Acquisti e consumi limitati al necessario ed esclusione del superfluo, salvo i libri! E oltre al minor impatto ambientale indubbiamente c’è pure un elevato vantaggio economico e un maggior senso di indipendenza e autosufficienza. Ci sono tutti i motivi per un’applicazione di massa di questo modello, invece siamo in pochi…

 Ha acquisito un’ampia notorietà in seguito alla partecipazione a programmi televisivi quali “Che Tempo Che Fa” e alla conduzione di “Scala Mercalli”, in prima serata, e da sempre vive in Val Susa. Possiamo approfittare dell’occasione per avere il parere di un esperto riguardo ai cambiamenti climatici nella nostra valle?

Si, ci abito e mi ritengo un cittadino europeo delle Alpi. Come tutti i territori montani sono zone più fragili e sensibili, ad esempio vedono ridursi rapidamente i ghiacciai, che sono anche uno dei miei interessi di ricerca scientifica. 

Un messaggio che ci terrebbe a trasmettere ai giovani?

Non avete una Terra di ricambio. Combattete oggi per salvare l’unica che abbiamo, una volta guasta non potrete ripararla e i danni più gravi ricadranno proprio sulla vostra vita, non su quella di coloro che li hanno generati.

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