di ELEONORA DELNEVO
Fabio Basile ha recentemente conquistato il titolo europeo di judo nella categoria under 23 a Bratislava, dopo un inizio di stagione che l’aveva già visto vincitore di un oro a Sindelfingen e prima ancora detentore per tre anni consecutivi del titolo italiano nella sua categoria.
Com’è diventato il giovane valsusino Fabio il campione di oggi? A noi di ValsusaOggi è lui stesso a raccontarlo in un’intervista.Fabio è solo un bambino come gli altri a cui piace giocare e divertirsi quando si avvicina per la prima volta al judo, accompagnato in palestra dai suoi genitori. E proprio divertendosi inizia una passione che lo porta a intraprendere il percorso sportivo di successo che lo ha fatto diventare il grande talento italiano di oggi. Un talento, il suo, che entra in scena già alle prime occasioni di competizione, come ci racconta Fabio: “Già da piccolo gareggiavo e vincevo sempre e mi divertivo molto a vincere”. Il primo titolo da esordiente B lo vince infatti nel 2007. I suoi genitori comprendono molto in fretta le grandi capacità del ragazzo e da quel momento diventano i suoi più grandi sostenitori. Un aspetto, questo, per il quale Fabio ci racconta di essere immensamente grato: “Devo molto ai miei genitori. Mi hanno sempre supportato e hanno fatto continui sacrifici per me”. E parte del suo grazie ora va anche a quella che lui definisce la “new entry” nella sua vita di campione, ovvero la sua ragazza da più di un anno. Un amore nato sul campo di battaglia per i due giovanissimi, dal momento che la sua fidanzata è niente di meno che Sofia Petitto, vicecampionessa mondiale di judo nella categoria 44 chili.
Ma che cos’è il judo per Fabio? Come la maggior parte delle discipline sportive orientali, il judo rappresenta un vero e proprio stile di vita, che ha da sempre aiutato il giovane campione, portandolo a sviluppare una maturità insolita per i ragazzi della sua età, come ci racconta: “Il judo mi ha salvato dalla strada e mi ha evitato tante brutte esperienze che facevano i miei coetanei”. Mentre gli altri uscivano Fabio era in palestra ad allenarsi, concentrato e determinato sulla sua strada, nella quale il judo è sempre stato il suo rifugio, la sua forza e la sua felicità. Questo però non gli ha impedito di costruirsi amicizie e rapporti che lo accompagnano tuttora nella sua carriera sportiva, sostenuta dall’esercito italiano per il quale Fabio ha deciso di arruolarsi due anni fa, abbandonando gli studi al quarto anno di scuola superiore. Spiegando la sua scelta il giovane sportivo ci mette di fronte a una realtà italiana di cui molti sportivi sono a conoscenza, ovvero della difficoltà nel nostro sistema scolastico di affiancare lo studio a una disciplina praticata a livello agonistico.
Forte delle sue meritatissime vittorie, il talento valsusino ci racconta dei suoi piani per il futuro. Sogna in grande Fabio, sull’onda del motto “la loro invidia è la mia forza”, e punta a qualificarsi per le Olimpiadi 2016, consapevole dell’immenso sforzo che dovrà fare alle qualificazioni in Korea per farsi notare.” Anche perché”, come ci spiega, “nel movimento di judo italiano è difficile per chi come me è molto giovane farsi selezionare per le gare olimpiche, per le quali di solito scelgono i più anziani”. Con l’arrivo del nuovo direttore tecnico Murakami, Fabio ha però fiducia che alcuni cambiamenti verranno apportati e che qualcuno deciderà di credere in lui offrendogli la possibilità di partecipare alle prossime olimpiadi.
Intanto, in attesa del Gran Premio Senior in Korea per le qualificazioni, Fabio dedica la vittoria dell’oro europeo alla sua ragazza, che quando non può seguirlo sul campo lo segue da casa, e ai suoi genitori che da sempre lo sostengono e credono in lui.