di FABIO TANZILLI
Voi spendereste 5 milioni di euro per restaurare una casa, salvo poi non sapere cosa farci dentro?
È questo, in sostanza, il contenuto dell’avviso pubblico messo on line dalla Regione Piemonte, per raccogliere manifestazioni di interesse su proposte progettuali per la riapertura del Forte.
Dopo aver realizzato con soldi pubblici, negli anni passati, un investimento da circa 5 milioni di euro (comprensivi di restauro di numerose sale poi rimaste scandalosamente vuote, e soprattutto dell’ascensore nella roccia), la Regione ora non ha idea di cosa fare dentro il Forte, monumento che ormai da tempo sta vivendo un declino inesorabile, chiuso al pubblico per tutto l’inverno, e non solo.
Certo che se si pensa che nella vicina Valle d’Aosta, la Regione ha investito e investe nel Forte di Bard puntandoci seriamente, questa vicenda suscita molte perplessità: prima si spendono 5 milioni per sistemare un momento, poi nella piena incertezza, si spera in un “messia” che abbia voglia di metterci soldi e idee.
Per questo, la Regione intende acquisire un progetto di gestione e valorizzazione del Forte, coinvolgendo privati, enti e associazioni, prima di affidarlo in concessione tramite un apposito bando pubblico.
La Fondazione del Libro di Rolando Picchioni è interessata a prenderlo in mano, ma prima di arrivare ad un’assegnazione definitiva, la Regione sollecita la presentazione di proposte progettuali ed economiche da parte di soggetti pubblici o privati.
Proposte che, appunto, serviranno per fare un bando su misura al futuro gestore.
La perplessità, però, consiste nel fatto che la Regione non intende più investire nel monumento: “L’eventuale concessione non dovrà risultare onerosa – scrivono da Piazza Castello – e pertanto il piano economico risultante dalla proposta progettuale dovrà prevedere la copertura di tutte le spese connesse all’utilizzo e alla gestione del Forte, ivi compresi gli interventi di manutenzione ordinaria”.
Insomma, ci vuole trovare un grosso gruppo che abbia voglia di rilanciare e riaprire il forte, o chi davvero può portarsi dietro soldi e finanziamenti certi: “Gli investimenti necessari all’inserimento di nuove funzioni e servizi dovranno essere previsti a carico del concessionario” spiega la Regione.
Ma non solo, oltre a non metterci un euro, la giunta Chiamparino vuole anche che gli si paghi un affitto, nel caso si svolgano attività economiche, negozi, bar o ristoranti: “Nell’ambito della sostenibilità della concessione e dell’ammortamento degli investimenti effettuati, il progetto dovrà altresì tener conto di un eventuale canone che potrà essere applicato agli spazi destinati ad attività a prevalente rilevanza economica”. Per fortuna, almeno “Gli introiti derivanti da attività e funzioni di interesse pubblico, saranno totalmente riconosciuti al concessionario”. E sempre in tema di soldi, la Regione puntualizza ulteriormente che “non prevede aiuti o sostegni finanziari o economici ai soggetti partecipanti”.
Chi proporrà le idee, che vanno presentate entro il 6 marzo, non acquisirà comunque una posizione di vantaggio nel momento in cui sarà fatto il bando di affidamento: “La presente indagine non è in alcun modo vincolante – aggiungono dalla Regione – e i soggetti che risponderanno al presente avviso non matureranno alcuna posizione di vantaggio nell’ambito di future procedure di assegnazione o concessione”.
Chi volesse proporre di realizzare all’interno del Forte nuovi interventi architettonici ed edilizi, dovrà anche tenere conto “dei vincoli derivanti dalla storicità del bene soggetto a tutela da parte delle competenti Soprintendenze”.
I soggetti interessati dovranno inserire i materiali illustrativi della proposta in busta chiusa, recanti i dati del mittente e la dicitura “Manifestazione di interesse – proposta progettuale finalizzata alla riqualificazione e alla valorizzazione del Forte di Exilles.” Nel caso di invio di materiale informatico si raccomanda l’utilizzo di formati di ampia diffusione. Le proposte dovranno pervenire alla Regione Piemonte – Direzione Promozione della Cultura, del Turismo e dello Sport – via Bertola 34 – 10122 Torino, entro il 6 MARZO 2015.