LA BEFFA DI GIAGLIONE, TRA MATERASSI E NO TAV: IL COMUNE NEGA IL SALONE PUBBLICO ALLA MINORANZA: 120 PERSONE RIMANGONO SOTTO LA PIOGGIA.

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di FABIO TANZILLI

Il fatto è avvenuto venerdì sera, ma merita di essere raccontato: la minoranza di Giaglione aveva chiesto al Comune di poter utilizzare il salone polivalente del paese per una serata informativa sulla questione Tav. Uno spazio pubblico, di tutti i cittadini, richiesto formalmente da alcuni componenti del consiglio comunale di opposizione, votati da una parte dei giaglionesi. Il Comune ha incredibilmente negato tale spazio, comunicandolo per tempo all’opposizione. Tuttavia il gruppo di minoranza non si è arreso, e ha voluto organizzare l’incontro comunque a Giaglione.

E così più di 120 persone sono rimaste sotto la pioggia per partecipare. “C’erano persone del paese, gente della valle,consiglieri comunali di altri paesi valsusini,vicini e non – spiega amareggiata la capogruppo di minoranza, Monica Gagliardi – nonostante le 1000 difficoltà che abbiamo dovuto affrontare, ci siamo comunque riusciti, grazie a panche e tavoli prestateci dal Comune e dalla pro loco di S. Didero, gazebo del Comune di Venaus e dell’associazione pescatori di Venaus, corrente fornita da una gentile famiglia di Giaglione, gazebo del Comitato No Tav Susa-Mompantero”.

“Proprio non comprendiamo – aggiunge la Gagliardi – quale problema aveva l’amministrazione comunale di Giaglione nel dare la sala polivalente, approvando così la richiesta di alcuni consiglieri comunali”. Il regolamento di utilizzo di quello spazio pubblico, ricorda la consigliera, “cita anche l’utilizzo per attività istituzionali e non del Comune di Giaglione”. Ci sono alcune restrizioni, poiché il salone è riservato alle associazioni legalmente riconosciute del paese (ossia che abbiano uno statuto redatto da un notaio). E comunque “le domande vengono singolarmente valutate dall’Amministrazione, la quale si riserva la facoltà di decidere in merito l’opportunità della concessione della struttura”.

“È assurdo che ci abbiano negato questo spazio, per parlare di un problema che esiste davvero, non per creare allarmismo….visto che talvolta la sala è stata usata per la vendita di materassi!” spiega la Gagliardi.

Insomma, è stata una brutta gaffe del Comune, aldilà di come la si pensi sulla vicenda Tav. Anche in altri paesi ci sono sindaci o maggioranze che sono a favore o contro l’opera, ci mancherebbe. Però uno spazio pubblico, costruito con fondi e risorse dei cittadini, secondo le basilari regole della democrazia va concesso a tutti (a meno che i promotori non vogliano organizzare iniziative contro la legge o la Costituzione).

Proprio perché appartiene a tutti, e non solo a chi vince le elezioni. Ancor di più se a chiedere questo spazio sono dei consiglieri comunali, rappresentanti di un’istituzione.

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