LA FOTO DENUNCIA / COLLE DEL SOMMEILLER, L’INCIVILTÀ DEI FUORISTRADA: ABBATTUTA LA STACCIONATA PER INVADERE L’AREA DEL LAGO

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di FILIPPO GRIMALDI

BARDONECCHIA – Vorrei segnalare quanto ho potuto verificare di persona ieri pomeriggio, intorno alle 18, nel piazzale del colle del Sommeiller, sopra Bardonecchia, a 3 mila metri di quota. Da oltre un decennio, la salita al lago in cima alla valle di Rochemolles rappresenta per me una tappa obbligata durante le vacanze in Val Susa. Un luogo incantato, immerso nel silenzio, con una storia di sci estivo che risale ad oltre mezzo secolo fa, di cui oggi rimane traccia nelle basi degli ski-lift su un ghiacciaio ormai quasi scomparso.

Purtroppo, come documentato dalle foto che allego, la recinzione in legno creata per delimitare l’area del lago è stata abbattuta da ignoti in alcuni punti, per consentire ai fuoristrada di avvicinarsi alla riva del lago. Io stesso sono arrivato lassù in fuoristrada, ma rispettando le leggi non scritte, basate su educazione e rispetto dell’ambiente.

Mai, dunque, fuori dai percorsi consentiti. Ieri, invece, un gruppo di mezzi offroad con targa tedesca è entrato nell’area interdetta al traffico al solo scopo di scattare delle foto.

Spero che con l’aiuto di Valsusaoggi, il Comune di Bardonecchia si attivi per ripristinare la staccionata e, inoltre, possa garantire in futuro un controllo, anche saltuario, di quella zona, pur riconoscendo le difficoltà dello sterrato, soprattutto dal rifugio Scarfiotti verso il colle.

La strada del Sommeiller rappresenta una meta per centinaia di appassionati del fuoristrada a due e quattro ruote e, di riflesso, una fonte di reddito per l’economia della Valle. Ancor più per questo motivo, va difesa da comportamenti sconsiderati ed arroganti di chi è convinto di poter comunque rimanere impunito.

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3 COMMENTI

  1. Anche io sono un abitudinario delle strade sterrate dell’alta valle che gironzolo sia in fuoristrada che a piedi sempre nel massimo rispetto delle regole, dell’ambiente e dei pedoni o ciclisti quando sono in auto (rallentando al massimo per ridurre la polvere). Purtroppo anche a me molte volte è capitato di imbattermi in fuoristrada (sia auto che moto) il più delle volte con targa tedesca e svizzera che non rispettano le limitazioni sia della cartellonistica che del buon senso, talvolta danneggiando strade, sentieri e prati.
    Pensare che nelle loro nazioni queste persone hanno dei comportamenti irreprensibili ed esemplari; forse perchè non ritengono il territorio italiano di loro proprietà e quindi degno di rispetto o semplicemente perchè a differenza che da noi al loro paese i controlli esistono e sono a tolleranza zero.
    Quello che mi dispiace è che per colpa di queste persone incivili si ha la tendenza a generalizzare con l’ormai consueta affermazione che chi usa un fuoristrada sia sempre una persona irrispettosa delle regole e della natura, e che di solito vista l’incapacità di far rispettare le regole, si finisce per chiudere completamente al transito interi percorsi penalizzando anche le persone civili.
    Guido M.

  2. Sono veramente basito per quanto successo: anch’io amo le strade militari di quota in Valle, e per la mia passione addirittura ho preso casa su, contribuendo all’economia generale nel mio piccolo. Quest’anno non sono salito al Sommeiller, ma ho incontrato ovunque persone in fuoristrada che rispettavano le regole, e quando non lo facevano non mi sono fatto scrupolo di dirlo ai guidatori, fossero essi italiani o stranieri, a due o a quattro ruote, a pedali o a motore.
    Onestamente se hai le foto delle targhe ed il comportamento è palese io farei una segnalazione.
    Gianluca

  3. Il recinto segna il limite tra chi rispetta le regole e gli arroganti che se ne fregano e lo superano infrangendo un divieto. Cosa più grave se sono esteri e soprattutto se arrivano da paesi che la vox populi definisce più civili della nostra Italia. Per il resto comunque il danno in termini di inquinamento e calpestio del suolo cambia di poco. Arrivare a 2900 o a 3000 m sgasando con poderosi 4 x 4 o mega enduro simil Paris Dakar superando o meno un vecchio steccato cambia di poco. Non vi è nulla di avventuroso ad arrivare in cima ai colli e monti alpini con un mezzo a motore, i miti degli anni 70 e 80 sono superati. La vera sfida é lasciare la macchina un poco più a valle e raggiungere il colle a piedi godendosi la scarpinata, il panorama possibilmente in silenzio e senza sollevare polvere. Le macchine inquinano usiamole consapevolmente.

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