LA LETTERA / BARDONECCHIA, PER FARE LA VERA MOVIDA SERVONO I SOLDI. IL COMITATO HAPPY BARDO? È COME DON CHISCIOTTE

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Egregio Direttore,

volevo esprimere il mio parere relativamente all’iniziativa “Happy Bardo” e della “marcia silenziosa”.

Premetto che sono una persona di 50 anni che frequenta Bardonecchia da moltissimi anni per motivi professionali ed ho una discreta competenza nel settore del divertimento notturno.

Happy Bardo da un lato può sicuramente essere considerata una bella iniziativa, nell’ottica dell’aggregazione giovanile. In tale contesto però Happy Bardo non è niente di nuovo, poiché stiamo parlando di un gruppo giovanile come quelli che negli anni 60/70 esistevano numerosi. Dall’altro lato Happy Bardo è qualcosa di assolutamente inutile per come è stata pensata ed impostata (sotto Le voglio spiegare il perché).

Partiamo dal presupposto che “creare una vera movida” è una pura operazione imprenditoriale, complessa e molto costosa. Esistono società specializzate per fare questo. Non ci si improvvisa con idee. Servono competenze e grossi capitali. Sia chiaro che non parliamo del concertino, della partitella di calcetto, della festicciola provinciale della birra, per le quali non serve Happy Bardo. Quelle cose si fanno in cinque minuti e non ci si deve nascondere dietro all’alibi dell’amministrazione comunale. Io parlo di vera movida notturna che tecnicamente si chiama “Entertainment” e che contribuisce a connotare un paese dandogli quell’appeal turistico e giovanile di richiamo nazionale e internazionale, di rilancio. Sagre, calcetti e cosettine sono utili solo a far passare il tempo ai giovani del posto e rendere sempre più statico e “provinciale” il paese. E lo è già abbastanza.

Che cosa serve per fare una vera movida?

– Molto denaro, quindi imprenditori solidi (non parliamo di cento o duecentomila euro, ma di somme a sei zeri)
– Spazi per realizzare eventi importanti
– Spazi per costruire nuove strutture (vere discoteche, ecc.)
– Competenze marketing per l’incoming specifico
– Organizzatori di eventi con esperienza internazionale

La tendenza ormai è quella di creare dei quartieri del divertimento ed in una realtà come Bardonecchia la creazione di un’area ad hoc, magari isolata, con tutti i locali concentrati e gli eventi sarebbe l’unica soluzione per creare una vera vita notturna senza arrecare disturbo alla cliente standard (anziana) del paese. Non parlo di Campo Smith, parlo di cose serie: lo spazio non manca e se no si crea/si trova.

Ovvio che manca tutto a Bardonecchia: le strutture passate ed attuali non sono all’altezza di organizzare eventi che vadano oltre il paese (clientela locale). Per fare venire DJ internazionali, cantanti, ecc servono strutture idonee, clientela preparata per l’evento e molto denaro. Le cose belle costano, ma hanno il loro ritorno economico nel tempo (nel giusto tempo).

Sinceramente, e non voglio difendere l’amministrazione comunale, mi fa un po’ sorridere quando si addossano tutte le responsabilità al Comune. Non è il Municipio a dover organizzare e fare la movida: il suo ruolo è solo quello di strumento di appoggio per avere accreditamenti ed autorizzazioni. Certo il Comune di Bardonecchia se pensasse un po’ meno alla cultura ed imponesse alla Pro Loco una linea più giovanile non sarebbe male, ma per quel che riguarda i veri eventi della notte si tratta di investimenti di privati (businessman). Io sono certo che se veri professionisti andassero con denaro in bocca (si parla di milioni di euro) e progetti innovativi il Comune farebbe i salti di gioia. Ed in riferimento agli anziani che si lamentano per i rumori.. non è il solo posto in cui capita, ecco perché si realizzano quartieri del divertimento nelle principali località turistiche, ben separati dal paese dove la vita “normale” scorre serena.

La marcia silenziosa.. OK carina. Ed ora? Se si deve organizzare un concertino o un torneo di calcetto allora non serviva. Rammentate che la famosa notte bianca bardonecchiese (solo una ebbe successo) è qualcosa che è stato possibile solo grazie allo sfruttamento parassitario della società di organizzazioni eventi delle Olimpiadi (ricordate solo il DJ che venne chiamato..) e costò moltissimo: voi non avete idea del costo. Ed una notte bianca è il minimo che si possa fare in un serio planning per un discreto Entertainment di rilancio.

Happy Bardo, con tutto il rispetto, è e resterà sempre un Don Chisciotte contro i Mulini a Vento: infatti, Bardonecchia è un paziente terminale per la vita notturna. Per salvarlo serve il miglior chirurgo e il miglior sponsor. Non in pochi mesi. Cinque anni almeno per aver creato un polo del divertimento e rilanciato il paese.

Auguri.

Gianni Belli
Bologna

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2 COMMENTI

  1. Si si,tutto verissimo,ma per una legge base dell’economia è difficile che vi sia l'”offerta” se non si sa che esiste la domanda. Intanto è giusto far presente che almeno in una certa misura questa è presente. Chissá che poi il mercato privato conseguentemente non sia così maldisposto.

  2. Campane a morto, per Bardonecchia! Finita la speculazione edilizia. Ormai ; la posizione geografica, e i nuovi orientamenti sul turismo e il tempo libero ; non lasciano speranze.

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