di DIEGO TOMASSONE
BUSSOLENO – Esattamente un anno fa iniziava ciò che definirei “Apocalypse Valsusa”, prima con dei devastanti incendi (quasi certamente di natura dolosa) che hanno interessato il versante nord della vallata interessando più paesi, poi con dei dissesti idrogeologici, frane e bombe di acqua, che hanno interessato soprattutto Bussoleno.
Sono passati diversi mesi dalla colata detritica avvenuta il 7 giugno, e ancora le opere di messa in sicurezza, nonostante la data di consegna dovesse essere inizio settembre, ancora non sono ultimate.
Purtroppo le richieste di alcuni residenti non sono state minimamente ascoltate, e l’imbarazzante consiglio comunale straordinario del 10 settembre ha ulteriormente consolidato le posizioni della maggioranza, favorevoli a queste opere così progettate, e insofferenti alle richieste dei cittadini che hanno subito danni.
Dopo suddetto consiglio comunale la situazione è andata un pochino in stand by, perché la maggioranza dei residenti hanno gettato la spugna e non hanno voluto proseguire nel dissenso, e quei pochi rimasti si sono visti emarginati e abbandonati, nonostante avessero speso mesi dietro a questa faccenda, chiedendo aiuto sia a membri del consiglio regionale, che a membri del parlamento.
Per fortuna la situazione abbattimento case è anch’essa in standby, in attesa di fondi per gli espropri, come i lavori si sono fermati una settimana perché forse la ditta appaltatrice si era stufata di lavorare gratis (ricordo che si lavorava in somma urgenza).
Inutile dire che la “saga del Reforno” continua, come continua la devastazione di una delle zone più belle e assolate del Comune di Bussoleno, devastazione che supera di gran lunga il disastro comminato da incendi e da colate detritiche, sia come estensione che come disprezzo delle persone che ci hanno abitato e del loro lavoro.
Avvocati e professionisti anche di altre regioni sono venuti a vedere sul posto lo scempio, inutile dire che sono rimasti allibiti tanto da affermare che la situazione “gridava vendetta”, e per puro spirito di giustizia avrebbero anche lavorato gratis.
Purtroppo pochissime persone si sono rese conto della gravità e assurdità della questione, del fatto che le opere devono mettere in sicurezza e non aggravare la situazione, che le case non si abbattono così senza motivo, e creare precedenti è un pericolo non solo per chi perde adesso la casa, ma soprattutto per chiunque abitasse su altri conoidi pericolosi, che ci sono delle leggi europee da rispettare (ricordo che quel territorio è un Sito di Interesse Comunitario), in nome di una fantomatica “somma urgenza” che è solo servita per avere velocemente i fondi, ma che di fatto era terminata il 7 giugno stesso, perché la vera somma urgenza è iniziata ad aprile con le prime piogge per terminare con il disastro, giacché da questo conoide può solo più venire giù acqua e fanghiglia, essendo l’alveo del rio ormai totalmente pulito, con buona pace di chi crede il contrario ed ha esteso la fantomatica “zona rossa” oltre alla sola zona di cantiere.
Sono state usate abili strategie di convincimento per far accettare qualcosa di inaccettabile, spegnendo i riflettori su tutti gli altri conoidi, vere bombe ad orologeria che sono come dei vulcani che aspettano solo il momento di eruttare, dal momento che non si sono ancora scaricati.
Purtroppo la “burocrazia”, ovvero il “governo delle scartoffie” pare avere sempre la meglio, e alla fine non si ferma davvero davanti al nulla.
È assolutamente comprensibile che se vengono stanziati fondi per una determinata opera (nel caso in questione fondi assolutamente insufficienti tanto che si rischia di dover poi interrompere i lavori prima che siano adeguatamente terminati), il sindaco e la giunta devono avere competenza e giusta determinazione per amministrare la “res publica”, ricordando che nessuno obbliga a candidarsi e prendersi certe responsabilità, se non si è in grado di sopportare il carico che ne deriva. Per rispetto nei confronti degli elettori, bisognerebbe almeno accertarsi di aver capito la situazione e magari fare dei sopralluoghi periodici nei cantieri, interloquendo quanto più possibile con i residenti elettori, e facendo da tramite con le altre amministrazioni locali che regionali chiedendo di avere ruolo attivo.
Peccato, si poteva ottenere molto per tutti senza devastare un bellissimo territorio, spendendo molto meno, mettendo veramente in sicurezza e magari abbellendo pure la zona, invece dovremo lasciare che la magistratura intervenga e che la giustizia faccia il suo corso: ricordo che l’esposto per disastro ambientale e omessa vigilanza con le relative indagini stanno andando avanti.
Versante Nord?