COMUNICATO DI PRO NATURA ALTA VALSUSA
L’inchiesta giudiziaria Echidna, ha condotto all’arresto di esponenti della ‘ndrangheta di Brandizzo con collegamenti diffusi nella provincia di Torino fra cui la Valsusa, per varie imputazioni (corruzione, estorsione, ecc..) relative, fra l’altro, agli appalti per le opere di “manutenzione” dell’autostrada A32 Torino-Bardonecchia. È però passato pressoché inosservato (almeno in Piemonte e soprattutto nell’area direttamente interessata da queste attività criminale, cioè la Valsusa) l’appello lanciato dal Questore di Torino Vincenzo Ciarambino alle amministrazioni pubbliche e ai cittadini tutti. L’appello del Questore è quello di rompere il muro del silenzio che si stende intorno al crimine organizzato nel territorio. Parlando, il 10 aprile scorso, alla 172ª Festa della Polizia, constatato che “la ‘ndrangheta è radicata in questa provincia (Torino ndr.) con sostegni e presenze quasi pari ai livelli registrati nelle terre di origine”, il Questore ha infatti esortato tutti, ma soprattutto le amministrazioni pubbliche che “ricevono le informazioni e compongono le liste elettorali” ad “attivarsi, non solo quando sente la percettibile puzza del marcio emessa dalla criminalità, ma anche quando l’illecito è inodore, insapore, ma poi ti pervade e provoca la morte”.
Curiosamente, ma vorremo dire anche sciaguratamente, ed a dimostrazione di quanto un appello di questo tipo fosse e sia necessario, esso non è stato ripreso da nessun organo di stampa, cartaceo oppure online, dell’area torinese, bensì solo da una testata locale calabrese. Il Corriere della Calabria, appunto (“In provincia di Torino la ‘ndrangheta è radicata e ha dei sostegni quasi come in Calabria” / www.corrieredellacalabria.it).
Un silenzio, quello dei media torinesi, che fa sorgere il dubbio, non la certezza ma per lo meno il dubbio, che il Questore Ciarambino possa essersi sbagliato, ma non per eccesso, bensì per difetto. Ovvero che i “sostegni e presenze” di cui la ‘ndrangheta gode nell’area torinese siano non “quasi pari” a quelli di cui gode in Calabria, ma addirittura superiori.
Preso tristemente atto di ciò, ci auguriamo comunque che quegli amministratori cui il Questore si è rivolto, siano di qui in poi più pronti, attenti e disponibili a fornire il “contributo informativo” che è stato loro richiesto. Sempre dalla Calabria giunge poi, proprio in questi giorni, un’altra notizia. Il Consigio Superiore della Magistratura ha nominato nuovo Procuratore Capo di Torino il dott. Giovanni Bombardieri. Calabrese, di Riace (Reggio Calabria) Bombardieri è stato sostituto procuratore della Dda di Roma fino al 2012, poi procuratore aggiunto di Catanzaro, poi procuratore a Reggio Calabria. In questi diversi incarichi, il dott. Bombardieri ha svolto indagini ed ottenuto significativi successi nella lotta alla criminalità organizzata di origine calabrese. Ci auguriamo che ciò possa ripetersi in quell’angolo distaccato di Aspromonte che è diventata, molto tristemente e non da ieri, la Valsusa.
Ndrangheta, made in Italy nel Mondo. Brevetto e marchio depositato.
Nooo!
Il vero problema è la scritta sul Musinè perchè deturpa l’ambiente……………..
Raccontano balle da mattina a sera.
Superati forse solo dai politici e dal clero.
Ma io racconto balle ancora migliori
Lo sanno anche i sassi che in Valle di Susa gli andrini calabrotti sono anni che sono infilati in tutto.
Ciao mafiosi.
Ma se c’è li hanno mandati proprio loro in soggiorno obbligato, ora fanno i sapienti fine anni 60 quando li hanno portati qua cosa pensavano che questi sarebbero venuti a fare beneficenza, malavitosi erano, malavitosi sono rimasti e cosa più grave lo stato non li ha più controllati
Vero, lei mi ha ricordato. Avevo sentito parlare di malavitosi mandati al soggiorno obbligato in Val di Susa.
La Ndrangheta è la mafia più pericolosa,si infila nelle istruzioni, è altamente verticistica,i capi ‘ndrine sono tutti massoni e colletti bianchi
A dire la verità i valsusini sono 30 anni che denunciano le infiltrazioni della mafia nelle grandi opere legate al movimento terra e lo hanno pure scritto con caratteri giganti sul monte Musinè. Così come i numerosi incendi dei presidi NO TAV con modalità tipicamente mafiose. Anche il solo pensare che i valsusini siano omertosi è profondamente ingiusto e offensivo. Certamente vi è uno zoccolo duro di mafiosi incalliti che ha messo radici nei nostri paesi . Ma è una ridicola minoranza che va ricacciata nelle fogne da dove è arrivata.
Anche voi denunciate l’omertà praticandola… Non una parola sul movimento No Tav che lo grida sulle montagne da decenni.
Dai! Su! Coraggio!