CONDOVE – Una storia speciale, un progetto innovativo e tanta passione: è di Condove l’uomo che ha deciso di reinventarsi, partendo da zero con un nuovo lavoro. Una via di mezzo tra l’autista e il body guard, un amico al volante: Giovanni Valentino è al servizio delle persone vittime di “violenza di genere”. Che sia fisica, sessuale, psicologica o comportamentale poco importa: in ogni caso c’è di mezzo la libertà personale, specialmente per le donne.
Nato in una famiglia di commercianti, Giovanni ha 48 anni, vive a Condove ed è padre di tre figli. Tre anni fa è rimasto senza lavoro e dovendosi rimboccare le maniche, ha deciso di acquistare la licenza Ncc (noleggio con conducente): una sorta di taxi con alcune caratteristiche differenti. Un’attività diventata il suo primo lavoro, che ora si sta trasformando in qualcosa di speciale da mettere al servizio del prossimo.
Come nasce l’idea?
“Dalle esperienze che ho accumulato negli anni come vigile del fuoco volontario, che mi hanno permesso di conoscere da vicino molti casi problematici e di toccare con mano i tanti risvolti connessi con le violenze di genere”, spiega Giovanni.
“Vita Viva, sicurezza in movimento” è il titolo del progetto improntato su un rapporto di fiducia, con uno sguardo particolare a tutte le donne che vivono difficoltà.
“L’obiettivo del servizio è quello di favorire gli spostamenti delle vittime di violenza in un contesto di sicurezza e di totale privacy, non limitandosi ai tempi di trasferimento in auto, ma estendendoli agli spostamenti fisici, in modo da scoraggiare le aggressioni di eventuali malintenzionati – continua Giovanni – In sostanza accompagnerei i miei clienti fino all’ingresso di casa, del posto di lavoro, del supermercato o di qualsiasi altro luogo, sincerandomi che sia tutto a posto, come peraltro già faccio abitualmente in ogni situazione: ad esempio, aspetto sempre che la persona salga in casa e mi dica dal citofono che è tutto ok, cosa che all’interno del progetto diventerebbe parte essenziale del servizio”.
Giovanni non è uno sprovveduto e sa quel che fa: corsi di autodifesa, di pronto soccorso di primo livello, di Blsd pediatrico con utilizzo del defibrillatore sono solo alcune sue specializzazioni, ed ha ancora in programma ulteriori corsi specifici sulla gestione dei soggetti vittime di violenza di genere. Adesso sta partecipando ad un corso di Krav Maga o “combattimento con contatto a corta distanza”, un sistema di autodifesa di origine israeliana.
“Vorrei istituzionalizzare in qualche modo questo progetto, magari mettendolo al servizio delle Asl o di ospedali. Vorrei che fossero le stesse strutture ospedaliere a proporre questa iniziativa ai pazienti, dicendo che c’è una persona fidata a disposizione per accompagnarli a casa con modalità concordate”. Un po’ come accade già al Maria Vittoria o alle Molinette, dove è stato da poco introdotto il “codice rosa” pensato proprio per le donne vittime di violenze e stalking ed in aggiunta a quelli classici bianco, verde, giallo e rosso.
In questo modo “Vita Viva” potrebbe estendersi per tutto il periodo necessario a far sì che la persona sconfigga ansie e paure, riacquistando autonomia e libertà. Giovanni ha già trovato dei partner che lo appoggiano: la Croce Verde di Condove, l’Oisi (Organizzazione italiana sviluppo innovativo) e il Comune di Condove con il sostegno degli assessori Tabone e Bonavero.
Il passo successivo ora: presentare il progetto alle Asl, agli ospedali del territorio ed agli operatori del settore.
“Riuscisse a partire una forma strutturata di servizio come quella che ho in mente, credo sarebbe il primo caso in tutta Italia. Sarebbe un modo non solo per aiutare chi ne ha bisogno, ma anche per far crescere la sensibilità dell’opinione pubblica su questi temi così all’ordine del giorno. Il mio servizio può essere un buon deterrente: se un malintenzionato vuole fare del male ad una persona, ma sa che questa è assistita, ci penserà due volte prima di aggredirla o farle del male”.