Un grande weekend di spiritualità e gioia: l’onda francescana ha inondato Susa sabato 7 e domenica 8 marzo. Il gruppo di frati della Sveglia Francescana ha conquistato la città di Re Cozio, in occasione del quarto anniversario di fondazione della casa del Mandorlo, comunità per mamme e bimbi gestita da suore e volontarie.
La Sveglia Francescana è un progetto nato tra le aule della Pontificia Facoltà Teologica “San Bonaventura” con l’obiettivo di fare proprio l’invito di papa Francesco: “i religiosi devono essere uomini e donne capaci di svegliare il mondo”. Ed eccoli quindi, i frati gioiosi che hanno cantato e ballato nelle vie di Susa, animato la messa domenicale in Cattedrale, senza dimenticare la serata del sabato dedicata ai giovani della Valle.
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Il tutto aveva una ciliegina sulla torta: il gradito ritorno di Padre Beppe Giunti, frate francescano che ha donato tantissimo a questo territorio, ultimo custode della Chiesa di San Francesco, da tempo trasferito a Roma. Entusiasto di questa esperienza don Antonello Taccori, giovane sacerdote valsusino molto apprezzato dalla comunità, che a proposto della visita dei Francescani commenta su Facebook “Nessuna cosa umana rimane di per sé, ma esiste solo se rinnovata. Gli amici si ri-incontrano e rinnovano la loro amicizia attraverso gli incontri. L’amicizia è in primo luogo esperienza d’incontro, più precisamente di presenza vicendevole e di reciproco riconoscimento di due singolarità in cammino. Questo si traduce in segni sensibili quali la gioia di ritrovarsi, l’immediatezza della comunicazione e il piacere che comporta; si tratta del piacere della presenza in quanto tale: l’amicizia è fondamentalmente esperienza di gioia perché l’amico c’è, e questo comporta coinvolgimento, legame, crescita, fiducia, fedeltà e corresponsabilità – esperienza di accrescimento della vita. In effetti, ciò che è possibile sperimentare in una relazione amicale non è solo il valore dell’altro per la sua presenza, è anche esperienza del proprio personale valore: «di fronte all’amico, con lui, scopro di essere più ricco di quanto non credessi, più vivo, più forte, riconosciuto nella mia singolarità. L’amico, rende giustizia”, senza per questo farsi giudice della mia persona. Da qui il lato riposante, pacificante dell’amicizia»
(Foto di Antonello Taccori, Sveglia Francescana, e Beppe Giunti)