di IVO BLANDINO
SUSA – Domenica 8 maggio la diocesi ha accolto nella cattedrale di San Giusto il nuovo vescovo di Susa e Torino, monsignor Roberto Repole, che sostituisce Cesare Nosiglia. Il nuovo vescovo è arrivato in piazza Savoia alle 15 ed è stato accolto dal sindaco di Susa, Piero Genovese, al quale ha risposto con un breve saluto. Il nuovo vescovo di Susa ha poi salutato i vari sacerdoti, ed è iniziata la messa in cattedrale.
Dopo il saluto di benvenuto, monsignor Repole ha fatto ingresso processionalmente nella cattedrale accolto dal canto della Schola Cantorum, diretta Mariano Martina ,accompagnata all’organo da Donatella Cordola e alla tromba da Gabriele Bianco Dolino; Matteo Ghiotto dirigeva i canti dei fedeli durante la liturgia.
La prima parte della messa è stata celebrata dall’ex vescovo Nosiglia. Con la lettura di don Gianluca Popolla della bolla di nomina ed il passaggio del Pastorale, Roberto Repole è diventato ufficialmente il nuovo vescovo, presiedendo la celebrazione, insieme al monsignor Nosiglia, al vescovo emerito Badini Confalonieri, al monsignor Renato Boccardo e altri sacerdoti della Valsusa.
“Voglio essere come afferma il Vangelo, il buon pastore che guida e si prende cura delle sue pecore, inoltre desidero ringraziare chi mi ha preceduto e tutti voi” .
Con queste parole il vescovo Repole, ha pronunciato la sua prima omelia nella cattedrale di Susa.
ma a cosa servon tutti sti qua? Che schifo sta gente
Politica e religione sempre a braccetto… Gesù non era così, quando venne sulla terra disse che il suo Regno non faceva parte di questo mondo e fuggì perché volevano nominarlo re… Si occupava essenzialmente di 2 cose: predicare la buona notizia del futuro Regno di Dio e compiere miracoli per aiutare malati, affamati e persino chi aveva perso una persona cara, ma da nessuna parte nei Vangeli si legge che si immischiasse con la politica e la religione deviata dell’epoca, anzi, i capi religiosi erano quelli che tentavano di ucciderlo…
Ecco un altro mangiapane a tradimento, come se ne sentissimo la mancanza. Anzichè sfamare i poveri la chiesa abbuffa i (già) ricchi, e perde “audience”.
Se non altro non sono presenti bambini, un bel passo avanti