LA VALSUSA PIANGE LA MORTE DELLA PROF PIERA CIANFARANI, STORICA INSEGNANTE DEL DES AMBROIS

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Piera Cianfarani

di FABIO TANZILLI

OULX / BARDONECCHIA – Un lutto improvviso che addolora tantissimi insegnanti e studenti dell’Istituto Des Ambrois di Oulx. È morta la professoressa Piera Cianfarani, “storica” insegnante di educazione fisica/scienze motorie. Per oltre trent’anni era stata docente al liceo di Oulx, insegnando educazione fisica a generazioni di studenti. Piera Cianfarani aveva vissuto in alta Valsusa, a Bardonecchia, per poi trasferirsi negli ultimi anni a Roma, sua città natale.
Un’insegnante, Piera, che non si fermava mai, sempre pronta a organizzare iniziative per gli studenti e per la scuola di Oulx. Sono tantissime le attività organizzate nel corso degli anni per la crescita educativa delle giovani generazioni attraverso lo sport, andando oltre alla semplice “ora di palestra”. Progetti scuola-sport innovativi e che sono stati presi da esempio anche da altri istituti, perché in grado di conciliare la didattica delle scuole superiori con l’impegno agonistico dei giovani sportivi in gare e competizioni. A lei si deve, ad esempio, la crescita e lo sviluppo del liceo sportivo a Oulx. Piera era una guerriera, nel 2014 aveva avuto un trapianto di cuore e dopo la “rinascita” aveva ripreso l’attività professionale di docente come sempre, anzi con più motivazione ed entusiasmo: testimoniava anche pubblicamente, tramite incontri con i giovani e convegni, l’importanza di donare gli organi.
Nel 2016, durante una trasmissione televisiva di Tv2000 aveva raccontato la sua esperienza, in primis da donatrice Aido, associazione che si dedica alla donazione degli organi, e poi come destinataria lei stessa di un cuore nuovo, molti anni dopo. “Su proposta di mia madre, io accettai molto volentieri – aveva raccontato Piera – avevo vent’anni e tanto entusiasmo. Mi spingeva il fatto di poter essere utile per gli altri”.
Nel 2014 aveva raccontato questa importante esperienza: una lettera che Piera Cianfarani aveva scritto, pubblicata sul bollettino parrocchiale di Bardonecchia.
“La mia vita fin da ragazza è sempre stata quella di una sportiva, io e le malattie non abbiamo mai avuto niente a che fare; poi un giorno, dopo aver attribuito per più di un anno la mia stanchezza e la mia nuova pigrizia all’età che avanza, non ce l’ho fatta più a respirare e ho deciso di fare un salto in pronto soccorso.
Tutto succede in un attimo: “Signora, dobbiamo trasferirla, qui non siamo attrezzati per casi come questo”: mi sento proiettata in un mondo irreale, forse è un sogno… Ma stranamente non ho paura, sento una grande calma dentro. Sono sempre stata credente ed in questo momento, come in altri difficili della mia vita, comincio a parlare con Dio: sia fatta la tua volontà ma ti prego pensa a mio figlio, ha solo 21 anni…Inizia così la mia avventura: un mese a Grenoble in Francia dove mi viene salvata la vita una prima volta, poi il trasferimento in Italia alle Molinette e poi, una volta stabilizzata, l’ingresso in lista d’attesa per il trapianto di cuore.
Che impressione queste parole: trapianto di cuore, un intervento quasi fantascientifico…Dopo soli quattro mesi di attesa, ed un ictus per fortuna transitorio, arriva un cuore adatto a me: una persona generosa che aveva deciso di donare i suoi organi mi fa questo regalo stupendo, mi dona una nuova vita. Il Signore mi dà una nuova possibilità, non è da tutti; e per di più il trapianto avviene mentre a Roma Papa Francesco proclama Santi Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II: con due angeli custodi così, cosa posso temere?
Come ci si sente ad avere un nuovo cuore? Ci si innamora di altre persone, si vede la vita in modo diverso?
È quello che mi chiedono tutti.
No, amo mio figlio con la stessa immensa intensità, mi commuovo ugualmente davanti ad una bella nevicata, ad un’alba o ad un tramonto, ad uno scodinzolio di cane o ad un sorriso di un bambino. Forse con più intensità di prima, ma non credo dipenda dal cuore nuovo, ma dal fatto che quando si sfiora la morte si apprezza con intensità maggiore la vita.
È strano avere un nuovo “motore”, un motore che qualcuno ti ha regalato in un estremo atto d’amore, ma è ancora più strano – e meraviglioso – avere una nuova vita da vivere, quando la tua bene o male è arrivata al capolinea. Adesso quello a cui penso di più non è se il mio nuovo cuore ama in maniera differente dal vecchio, perché so che non è così, ad amare è la mia anima, e lei non è cambiata….quello che ora mi interessa è utilizzare bene questa nuova vita che Dio mi ha regalato. Non mi sono mai sentita sola, ho tanti amici che hanno fatto e fanno l’impossibile per aiutarmi e ho sempre avuto il Signore vicino a me, in ogni momento.
E non c’è sera in cui non ringrazi Dio per tutto quello che mi ha concesso e che non preghi per quel donatore sconosciuto che con la sua generosità ha permesso a me ed altri malati di tornare a vivere.
So che la strada verso la guarigione è ancora lunga e disseminata di ostacoli, ma sono sicura che con l’aiuto del Signore tutto andrà per il meglio, perché non mi ha abbandonato e non mi abbandonerà mai”.



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1 COMMENTO

  1. Non conosco la Signora , ma voglio ringraziarla per ciò che ha insegnato , e sono dispiaciuto perché nessuno ha un ricordo da scrivere , che sia ex allievo, collega ,amico o conoscente, l’ insegnante penso si trasferì qui per ragioni lavorative e il nostro territorio montano la sua nuova casa , poi è tornata a Roma , io stimo molto certe professioni ,quelle che educano , soccorrono e curano , giudicano e purtroppo non possono punire in modo adeguato , perché sono loro che sentono il “polso” di questa società sempre più digitalizzata e sempre meno umana…..

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