ESCLUSIVO – LA VERITÀ SULL’OSPEDALE DI SUSA: PERDERA’ ANCHE CHIRURGIA E ORTOPEDIA. RIMARRA’ SOLO MEDICINA E PRONTO SOCCORSO DECLASSATO. ECCO LA TABELLA CON I TAGLI DELLA REGIONE

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La lenta eutanasia dell’ospedale di Susa entro due anni sarà totale: e l’unico ospedale ancora in piedi in Val Susa diventerà un maxi-poliambulatorio, così come già avvenuto ad Avigliana e Giaveno. La prova è in una tabella allegata alla delibera sui tagli agli ospedali, che la Regione sta approvando in questi giorni. Ve la mostriamo, e basta leggerla per rendersi conto che a Susa probabilmente non rimarrà più nulla, tranne che il servizio di Medicina ed il Pronto Soccorso declassato. E si dovrà dire addio a Chirurgia, Ortopedia e Traumatologia, Ostetricia e Ginecologia. Insomma, addio ospedale.

Della lenta eutanasia dell’Ospedale di Susa il nostro giornale l’aveva scritto in anteprima proprio lo scorso anno, e l’articolo aveva suscitato polemiche (andate a cercarlo nei nostri archivi). Ma ora si aggiunge un capitolo successivo, che non riguarda solo il punto nascite, ma gran parte dei servizi presto l’Ospedale non avrà più, a partire dall’Ortopedia: c’è davvero il rischio che entro il 2016 l’intero ospedale sia ridotto a un maxi-poliambulatorio, perdendo varie specialità. La prova di questi nuovi tagli arriva proprio dalla delibera che la Regione si appresta ad approvare per la riorganizzazione degli ospedali piemontesi. Guardate la tabella.

La questione è stata sollevata dalla consigliera regionale 5 Stelle Stefania Batzella: “Nei giorni scorsi, dopo le proteste del Movimento 5 Stelle, l’assessorato alla Sanità ha finalmente consegnato gli allegati della DGR 600 sulla revisione della rete ospedaliera piemontese. Ora comprendiamo perché Saitta ha tenuto nascosto così a lungo questi dati. Infatti nelle tabelle emergono decisioni inquietanti. Ad esempio a Susa rimane solo la medicina generale”.

Visto che tali provvedimenti per sopprimere l’ospedale saranno completati dalla Regione entro due anni, occorre probabilmente che le amministrazioni comunali e non solo si attivino per tempo, per non rischiare che la Val Susa perda uno dei diritti essenziali per garantirne la vita e la residenzialità: il diritto alla SALUTE.

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