A CURA DELL’AVVOCATO LAURA PIERA CAVALLO
“Finché morte non vi separi!”. Chi si è sposato in chiesa ha sentito pronunciare questa frase. Come funzionano però separazione divorzio nel nostro ordinamento?
Il matrimonio celebrato in chiesa con lettura dei relativi articoli del codice civile ha effetto anche civile, appunto. E quindi, se volete separarvi o divorziare, per lo Stato italiano si può. Solo per la chiesa rimarrete sposati, “finché morte non vi separi”, appunto.
Quali sono i modi per separarsi e per divorziare? Ci sono vie meno lunghe e “meno costose”?
La separazione è la prima fase, che potrebbe, ma non necessariamente, portare al divorzio. Per la separazione giudiziale è necessario che moglie e marito si affidino a due diversi avvocati che introdurranno una vera e propria causa civile. L’iter giudiziario servirà a stabilire a quale dei due genitori affidare i figli minori, l’eventuale assegno di mantenimento per i figli o anche eventualmente per il coniuge cosiddetto “debole”, la contribuzione in percentuale delle spese extra (come quelle scolastiche per libri, attività sportive ecc..), quali periodi di vacanza i figli trascorreranno con un genitore e con l’altro, eventuale assegnazione della casa coniugale. La separazione è, insomma, l’occasione per regolare in maniera pressoché definitiva i rapporti tra i coniugi e il rapporto genitori-figli. La separazione consensuale è, spesso, ma non sempre, la soluzione più veloce e meno costosa. Innanzitutto perché prevede tempi più brevi e costi, di solito, minori rispetto a una giudiziale. E perché le parti si possono avvalere anche di un solo avvocato.
È possibile modificare le condizioni? O quelle che si stabiliscono nell’atto di separazione durano in qualche modo “per sempre”?
È sempre possibile modificarle, con un ricorso al giudice. Di solito, è bene dedicare subito maggior tempo e attenzione nella stesura dell’atto per non rimetterci mano dopo poco tempo, ma possono sopravvenire ragioni che necessitano una modifica sostanziale, come il trasferimento pe lavoro di un coniuge, ad esempio, o la perdita di lavoro da parte di uno dei genitori che potrebbe rimettere in discussione l’assegno di mantenimento, da rivedere necessariamente.
Con il divorzio si possono modificare le condizioni della separazione?
Certamente, soprattutto nel caso in cui le parti siano d’accordo. Anche per il divorzio, infatti, le parti possono accordarsi sulle condizioni, o scegliere la strada giudiziale, di nuovo attraverso due difensori e con tempi e costi decisamente più impegnativi.
Quando si parla di separazioni difficili, con figli minori, spesso la gente ha paura delle parole “assistenti sociali”. Quali sono i casi in cui intervengono i servizi sociali?
I servizi sociali, di solito uno psicologo e un assistente sociale, intervengono attraverso il tribunale nei casi gravi: maltrattamenti in famiglia, condizioni di disturbi psicologici o difficoltà da parte di uno o di entrambi i genitori. Ma la famiglia non deve vederli come un “intralcio” o una “infiltrazione” fastidiosa all’interno del nucleo familiare. Sono un mezzo di supporto per la famiglia, spesso oberata di impegni, in particolare quando ci sono più figli piccoli.
Qual è la paura più grande per i coniugi che si separano?
La preoccupazione è rivolta al timore di una nuova vita. Ai possibili traumi per i figli minori. Non sono una psicologa, quindi posso riferire solo la mia personale esperienza: i figli, di solito, vivono più serenamente una separazione dei genitori che i continui litigi.
L’avvocato Laura Piera Cavallo riceve ad Avigliana e a Torino.