Legambiente lancia l’allarme su cosa sta avvenendo alle borgate di Exilles con il nuovo piano regolatore. Lo fa a livello nazionale, assegnando al Comune la “Bandiera Nera” nell’ambito della campagna “Carovana delle Alpi”, che mette Exilles tra gli otto Comuni bocciati sull’arco alpino. considerando il nuovo piano regolatore una ferita aperta nell’ambiente montano.
Le motivazioni della bocciatura del Comune? Così scrive Legambiente: “Per la perseveranza con cui opera nell’intento di trasformare il piano regolatore, adibendo a zona edificabile un terreno instabile e soggetto a forte rischio di alluvioni senza prendere in considerazioni le gravi conseguenze derivanti dal consumo di suolo”.
Ecco la questione, così come viene presentata dall’associazione ambientalista:
“Il comune di Exilles si trova al centro della Valle di Susa ed il suo territorio confina con la Val Chisone (a Sud) e con la Francia (a Nord). Il capoluogo è situato a quota m. 870 ed è composto da quattro frazioni abitate tutto l’anno: Deveys, Cels, Chanbons e San Colombano. La giunta comunale, eletta nel 2009 e riconfermata quest’anno ha avviato le procedure per la modifica del piano regolatore con l’intento di modificare la destinazione in aree edificabili di due zone della frazione Cels: le stesse che furono tra le più colpite dall’evento alluvionale del 2000 quando vennero ricoperte di fango ed acqua in seguito all’esondazione del rio Echalette”.
“A seguito di questo evento drammatico, vennero eseguite delle relazioni geologiche dal comune nelle quali venne riportato che la parte solida franata si arrestò sulla strada provinciale ostruendo il letto del rio ma, non venne in alcun modo menzionato che, la parte liquida esondata, mista alla frazione limosa – argillosa, si riversò sulla sede stradale e, seguendo la naturale pendenza andò a riversarsi nei prati pianeggianti che corrispondono alle aree da destinare a costruzione. Le conseguenze che tale evento (secondo i Tecnici Regionali inevitabilmente ripetibile) potrebbe avere nel caso in cui fossero presenti delle abitazioni, sono facilmente immaginabili”.
“La portata solida e liquida del rio, riportata nella relazione idraulica, ed i recenti movimenti franosi segnalati ripetutamente dai media locali e nazionali e dagli organi preposti (ARPA e settore Prevenzione Territoriale del Rischio Idrogeologico della Regione Piemonte), sono la prova del rischio sempre più grave che minaccia quelle zone”.
“Nel giugno del 2013, la stessa Regione Piemonte ha chiesto al comune di rivedere la programmazione urbanistica e gli studi di pericolosità geomorfologica.
La zona in oggetto inoltre, possiede una valenza molto importante sotto il profilo paesaggistico ed ambientale: le borgate Rif, Morliere e Ruinas circondate dai prati, boschi ed orti, sono infatti rinomate per le loro caratteristiche storiche e culturali. L’intervento che l’Amministrazione sta portando avanti potrebbe intaccare in modo permanente le caratteristiche di quel territorio che, fino agli anni ’80 era considerato zona paludosa per la presenza di numerose risorgive e che ancora oggi ospita alcune specie vegetali tipiche degli ambienti umidi. Le esternalità derivanti dal consumo di suolo, porterebbero quindi gravosi danni all’ecosistema ed all’assetto socio culturale attraverso l’impoverimento di un paesaggio inteso come percezione umana ed identità culturale”.
“Le ripetute segnalazioni da parte delle associazioni ambientaliste, degli esperti del settore e della Regione Piemonte non sono state prese in considerazione dal Comune che corre il rischio di distruggere e contaminare un ambiente naturale che non può sostenere l’impatto di un intervento umano di così vasta portata e che deturperebbe la geomorfologia di quel territorio”.
Fosse per me, andrei a vedere chi sono i proprietari delle aree , o eventuali titolari di ” deleghe” o “compromessi”.