di MARCO PICATTO
La montagna secondo Fassino: si parla dell’eredità delle Olimpiadi 2006 in valle di Susa, nuovi cantieri per 50 milioni di euro per la trasformazione di Torino e della montagna.
In quel di Bardonecchia a inizio marzo, Fassino elenca i benefici che Torino ha avuto con i soldi olimpici 2006, e rilancia quello che intende fare con i denari avanzati dalla gestione dell’Agenzia Torino 2006 (vertici sotto inchiesta da Finanza e Corte dei Conti). Innumerevoli le proposte: ancora interventi a Torino, poi potenziamento degli impianti di innevamento, nuove seggiovie e perché no: nuovo campo da calcio a 11 per Sauze nel luogo del freestyle (oggi definito cattedrale nel deserto, ma va!?!?), 8 dicasi 8 campi da tennis al coperto in quel di Cesana, San Sicario (ex pista da biathlon mai riconvertita ad una pista da fondo seria) e poi udite nessun euro (meno male) per il bob di Cesana e i trampolini di Pragelato, definite opere più costose e ad oggi chiuse ed in preda al degrado.
Trasformazione della Montagna? Di cosa sta parlando Fassino? Aggiungere strutture a quei mostri cementificati dei comuni olimpici? E la valle di mezzo? I comuni che vanno da Susa a Oulx sono stati dimenticati nel 2006, e Fassino li ha dimenticati oggi. Un esempio la strada provinciale che da Susa va al Frais è in diversi punti pronta a collassare, serve un intervento radicale per la viabilità e la messa in sicurezza.
Fassino purtroppo non sa, non conosce, ignora, l’altra montagna, quella vera e semplice, quella priva dei gas di scarico, delle vasche commerciali di via Medail, dell’odore delle patate fritte e della musica a palla in quota. La Vera Montagna non ha bisogno di opere inutili, ha bisogno di funzionali interventi.
Fassino ignora cosa vuol dire calzare gli scarponi e camminare per ore nei magnifici sentieri montani e immergersi nel profumo di resina, avvistare qualche animale, ammirare scorci panoramici stupendi, conoscere la fatica che i vecchi montanari avevano fatto, costruendo semplici ma magnifiche abitazioni.
Questo immenso patrimonio fatto di sentieri, baite, fontane, gallerie (penso a quella chiusa del Pramand) deve essere conservato per la nostra storia, per la memoria nostra, dei nostri figli e nipoti.
Di tutto questo non c’è traccia, caro Fassino nei suoi propositi; per lei la montagna va usata, sfruttata, non vissuta, e questi sono due concetti profondamente diversi e in antitesi.
Lei Fassino oggi è in campagna elettorale. Promette di essere sindaco di tutti i cittadini di Torino, in particolare dei più emarginati. Lei Fassino è anche presidente della città Metropolitana, pertanto lei Fassino ha l’obbligo di pensare a tutti i comuni, e, in particolare a quelli in situazione di disagio e privi di risorse per mantenere il patrimonio ambientale di cui sopra in quanto patrimonio di tutti.