BARDONECCHIA – “+ 10 dai Giochi Invernali di Torino 2006. Passato – Presente – Futuro” è il titolo del convegno che si è tenuto oggi pomeriggio a Palazzo delle Feste. Un incontro per celebrare le emozionanti Olimpiadi 2006, quelle che hanno trasformato Torino e non solo: il cambiamento è infatti arrivato sino in Alta Valsusa, con grandi opere realizzate in tutti i Comuni Olimpici, da Sestriere a Pinerolo, da Bardonecchia a Pragelato, fino a Torre Pellice e Prali. Ma com’è la situazione oggi? Le strutture olimpiche vengono usate per valorizzare il territorio, creare turismo e incrementare il commercio, oppure no?
I relatori hanno esposto fondamentalmente l’elenco delle opere realizzate dieci anni fa, i costi sostenuti negli anni ed alcune proposte per il futuro, come il “totem interattivo” da posizionare in tutti gli undici Comuni Olimpici, una specie di finestra a doppia visione, che proietta il visitatore sul passato e nel futuro.
Per quel che riguarda Bardonecchia, la novità emersa dal convegno di oggi è l’avanzamento dell’iter di progettazione della nuova seggiovia a sei posti Fregiusia-Plateau: con un quadro tecnico-economico di spesa in 5 milioni di euro, finanziati per 3.700.000 con soldi pubblici, grazie alle opere di compensazione della seconda canna del Frejus e per 1.300.000 dal soggetto privato che vincerà la gara, l’opera unirà direttamente la zona di Fregiusia con le piste alte del Ban e del Plateau.
“Dobbiamo affrontare il passaggio del tempo, senza paura e preoccupazione, ma in un’ottica nuova e rinnovata”: apre così l’incontro il padrone di casa, il sindaco di Bardonecchia Roberto Borgis, lasciando subito la parola a Piero Fassino, sindaco di Torino.
“A dieci anni dalle Olimpiadi, abbiamo pensato di non far passare questo decennale come un evento archiviato, ma farne occasione di celebrazione, di rilancio per ciò che le Olimpiadi hanno rappresentato e possono continuare a rappresentare per la Città e per le valle”.
65 opere, 150 cantieri, 170 milioni di euro: sono i numeri più importanti, quelli che hanno permesso di realizzare uno dei più grandi eventi nella storia di Torino e Provincia: “Era importante la qualità del prodotto, il rispetto dei tempi e dei costi: erano le priorità fondamentali” – precisa Mimmo Arcidiacono, Agenzia Torino 2006 – “È stata fondamentale la valutazione ambientale strategica, fatta prima delle Olimpiadi: si è seguita tutta la valutazione di area vasta, completando gli studi nel 2001”.
Sono state circa 150 le conferenze dei servizi che hanno riguardato le compensazioni ambientali, basti pensare che sono stati ripiantati 10 mila alberi al posto di quelli usati per realizzare i trampolini.
Il patrimonio rimasto sarebbe davvero invidiabile: il Palaisozaki è uno degli stadi più grandi d’Italia, l’Oval può contenere quattro stadi di calcio e la struttura del Palavela è unica nel suo genere. “Anche i villaggi olimpici sono serviti: il villaggio olimpico Ex mercati generali, con 2500 posti, è diventato l’immagine simbolo di Torino, mentre quello di Bardonecchia, con 775 posti, ha ancora bisogno di altri interventi. Ci penseremo in futuro”, continua Arcidiacono.
Anche il primo cittadino di Sestriere nonché presidente della Fondazione XX Marzo 2006, Valter Marin, aiutato dalle slides, spiega al pubblico presente al Palazzo delle Feste come nel concreto è stato utilizzato dagli undici Comuni Olimpici il cosiddetto “tesoretto olimpico” da 33 milioni di euro, a cui vanno aggiunti gli 11 milioni della Vialattea e i 4 della Colomion. Un patrimonio di investimenti pari a 48 milioni di euro, a cui si aggiungeranno altri 9 milioni dal 2017 (le opere da realizzare saranno stabilite entro fine anno).
“Dopo aver pagato 3 milioni annui per i costi di gestione, il 2016 è il primo anno in cui non abbiamo più perdite di bilancio” – esulta Marin – “Adesso abbiamo a disposizione 50mila euro per realizzare la diagnosi e creare proposte di nuovi investimenti, senza necessariamente toccare il tesoretto”.
I soldi: 3,9 milioni a Bardonecchia, ai quali il Comune ha aggiunto 300mila euro; 4,6 milioni di euro a Cesana; 700mila euro a Chiomonte; 1.840.000 euro per Claviere; 2.7 milioni per il palaghiaccio di Pinerolo; 500 mila euro a Pragelato e Prali; 790mila al palaghiaccio di Torre Pellice; 4 milioni di euro per Sauze d’Oulx; a Sestriere un’ingente somma per l’innevamento e per nuove piste di sci, lavori del sottopasso e la messa in sicurezza bacino; infine a Torino saranno attuati numerosi interventi: impianti e palazzetti, seconda pista col curling, recupero di Torino esposizioni e la manutenzione del Pala AlpiTour, con 3 milioni iniziali poi altri 3.900.000 euro ed ancora 2 milioni di euro.
“Il primo grande obiettivo realizzato sono stati gli investimenti che le Olimpiadi hanno sollecitato e favorito, anche punto di vista infrastrutturale, come la metropolitana, la riapertura Palazzo Madama ed altri siti non utilizzati e dismessi, l’oval, la piscina olimpionica, ecc.. – conclude Fassino – “La stessa cosa per la montagna: investimenti nell’impiantistica, nella ricettività per dare a Bardonecchia un salto di qualità significativo nel suo assetto infrastrutturale e urbanistico e di servizi, tale da favorire ricadute significative, come la stazione sciistica e località turista per il turismo invernale e estivo”.
Nessuna notizia, invece, sul destino delle due cattedrali olimpiche, ormai chiuse da anni e costate centinaia di milioni di euro: la pista di bob di Cesana e i trampolini Pragelato. Per la prima opera si farà un nuovo studio a cura del Politecnico, ma l’incertezza regna sovrana.