LETTERA / BARDONECCHIA E LA SECONDA CANNA DEL FREJUS: NON SVENDIAMO IL TERRITORIO

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di FRANCO TRIVERO

BARDONECCHIA – Il programma della lista Avato-Rossetti-Bardonecchia Sempre è un fiorire di decine di buoni propositi, promesse, indicazioni. Tantissime idee. Talmente tante che per realizzarle non basterebbe un secolo. Molte di queste idee prese di per se, all’osservatore esterno, parrebbero del tutto condivisibili, generose, sociali, ambientali. Sincere.

Per verificare la bontà delle intenzioni vere c’è una cosa molto semplice da fare, dato che il sig. Avato e i suoi compagni hanno governato Bardonecchia nell’arco di vent’anni. Si va a vedere ciò che è stato effettivamente fatto. Per vedere se è coerente con le promesse di oggi e se è coerente con le promesse delle precedenti campagne elettorali.

Quando si è governato per così tanto tempo non c’è via di scampo. Troppi fatti a dimostrazione. Non prenderò in esame i vari punti. Avrei bisogno di scrivere un saggio di decine di pagine.

Prenderò in considerazione l’argomento più delicato per questo territorio. Nel passato, nel presente, nel futuro. L’autostrada A32 e il raddoppio del tunnel del Frejus. Cito testualmente dal programma della candidata sindaco Rossetti: “Apertura al traffico del secondo tunnel del Frejus – Monitoraggio dei flussi ed azioni concertate per garantire la qualità dell’aria, dell’ambiente e del paesaggio, risorse primarie di Bardonecchia. Valutazione dell’incidenza della nuova struttura sulla Conca anche alla luce della probabile chiusura temporanea del Monte Bianco”.

Vado per punti sintetici, più semplice, perché le cose da dire sono davvero troppe.

1) Già il titolo in neretto desta un certo sospetto. Si dà ovviamente per scontata l’apertura del 2022. Ma suona come un voler subito chiudere l’argomento sul passato. E’ ormai dato di fatto, una conclusione naturalmente assodata del processo che ha portato un semplice tunnel, destinato ai mezzi della sicurezza, a diventare un maxi tunnel di altri dodici chilometri che raddoppia la portata di traffico (specie quello dei tir).

2) Gli amministratori di Bardonecchia, giunte Avato in primis, dov’erano nel frattempo? Quali delibere sono state discusse, approvate, bocciate per favorire o meno questo corso ineluttabile degli eventi?

3) I progetti di ampliamento del tunnel e il cambiamento radicale della sua destinazione d’uso da chi sono stati promossi, progettati, approvati, firmati? Gli amministratori in giunta che ruolo hanno avuto? I consiglieri di opposizione che ruolo hanno avuto? E soprattutto il Sindaco, dov’era, che cos’ha fatto?

4) Il passato insomma viene esorcizzato, cancellato, messo nel dimenticatoio. Non va per niente bene il ragionamento di questi signori. Qualcuno dovrebbe dirglielo, farglielo notare e di conseguenza loro forse farebbero un passo indietro, non si presenterebbero ancora. Invece lo fanno.

5) Monitoraggio dei flussi. Che cosa intendono? Un conta TIR? Un conta veicoli? Che tipo di apparecchiatura, chi la controllerebbe, Sitaf? Verrebbe posto un limite numerico, o ci si limiterebbe a rilevare il dato statistico? Perché il semplice monitorare a nulla serve se non è collegato ad azioni concrete di contingentamento.

6) “Azioni concertate per garantire la qualità dell’aria”. Una frase più velleitaria, ridicola e da presa in giro non la potevano trovare. Intanto: come si può mai garantire la qualità dell’aria con il passaggio di centinaia di veicoli più 5/6.000 tir al giorno? Ammesso anche che questi veicoli fossero 10 euro (esiste?), un numero così enorme non lascia scampo, l’aria sarà inquinata da polveri sottili, a tutti i valori di pm ricolma di sostanze cancerogene, insomma uno schifo, un ammasso pericoloso per la salute dell’uomo e degli altri ospiti qui presenti (fauna, flora, foreste). E quali sarebbero queste azioni concertate? Citiamole nel concreto, altrimenti siamo nel  mondo dei sogni. E concertate con chi, con Sitaf? Con la questura per chiudere al traffico, raggiunto un certo livello di inquinanti? Prevenire non vuol dire curare, un ambiente alpino saturo di aria fetida e poco salubre.

7) Ma vogliono poi garantire con il secondo tunnel del Frejus anche la qualità dell’ambiente e addirittura del paesaggio. Ci rendiamo conto? L’ambiente intorno all’autostrada gioisce da ormai quasi quarant’anni, giorno che fu aperto il primo tunnel. Lo vediamo benissimo, prati, campi coltivati, mucche al pascolo, caprioli, cervi, camosci, larici, aceri, ruscelli d’acqua, tutti che gioiscono e fanno gli applausi a scena aperta. E poi il paesaggio, non abbiamo visto la nuova serie di fantastiche cartoline della Conca (con la C maiuscola come vogliono loro, i capi) con una meravigliosa prospettiva che prende i viadotti, la piattaforma di ingresso al primo tunnel, il cantiere del nuovo tunnel?  Che fantastica immagine di paesaggio alpino integro e bucolico.

8) Hanno pure la faccia tosta di aggiungere che per loro, qualità dell’aria, qualità dell’ambiente e del paesaggio, sarebbero le risorse primarie di Bardonecchia. In che senso?

9) Valutazione di incidenza della nuova struttura sulla Conca. Intanto le valutazioni di incidenza, specie per le opere a forte impatto, vanno fatte preventive, quando vi è ancora il tempo di rimediare, rettificare, perfino lasciar perdere del tutto i maxi progetti. Quindi anche qui torniamo a scuola signori. Poi questa presunta valutazione di incidenza che effetti pratici gli vogliamo dare? Se l’incidenza è vistosamente negativa, come di fatto è, si chiude il secondo tunnel, si impedisce il transito dei tir, si contingenta almeno il loro numero, si chiede a Sitaf oneri di compensazione ben più elevati della miseria fin qui riconosciuta? No, perché altrimenti stiamo di nuovo campando i discorsi sulle nuvole, per dirla bene con eleganza. La valutazione di incidenza terrà conto anche della salute pubblica? Perché nella Conca, c’è anche quella e magari la mettiamo in cima all’elenco, che dite? Specie perché è una conca alpina, circondata da un bel anfiteatro di montagne, una sorta di catino con intorno dei muri di protezione che nel nostro caso la fanno diventare una moderna camera a gas alpina.

10) Probabile chiusura temporanea del Monte Bianco. Intanto per Monte Bianco si intende il tunnel del Monte Bianco, perché a qualcuno che arriva da fuori e non conosce bene, potrebbe sembrare un concetto delirante. Poi…perché probabile? E’ un dato certo, approvato da tutti i protocolli delle istituzioni competenti dalla Regione Autonoma Valle d’Aosta in giù e in su. Poi i signori sanno anche che la chiusura sarà “temporanea”… e come lo sanno? Hanno la sfera di cristallo? Gliel’ha detto qualcuno, chi? Perché l’affermazione sembra avere certezza piena. La temporaneità della chiusura del tunnel del Monte Bianco è del tutto aleatoria, questa è la verità. Ci sono infatti forti legittimi interessi sia in Val d’Aosta che fuori, che chiedono che la chiusura per lavori di manutenzione prevista per il 2022, venga collegata a una successiva chiusura in via definitiva al traffico dei tir. Questi interessi sono sia politicamente che economicamente di gran lunga prevalenti, dunque la probabilità più alta è quella della chiusura definitiva.

Sia chiaro le mie personali considerazioni non sono una campagna elettorale a favore della lista Borgis, ritengo non ne abbia bisogno,  anche lui ha le responsabilità di una mancata opposizione coerente e forte. Viceversa questa mia lettera d’opinione rappresenta un oggettivo bilancio, ormai ventennale, su chi aveva il potere e dovere di “capitalizzare” un territorio, senza magari svenderlo.

Una comunità proprietaria di un patrimonio alpino, che gode di infrastrutture invidiabili,  che dovrebbero rappresentare le risorse del territorio, ma che viceversa lo sfruttano a beneficio dei propri bilanci. Non si giustificano i posti di lavoro a beneficio di poche famiglie privilegiate, a danno della comunità intera.

Dobbiamo recuperare tempo e risorse, che ci sono dovute. La prossima amministrazione,  quella che i cittadini eleggeranno, saprà riportare nel dibattito politico i veri temi, per restituire valore e dignità a Bardonecchia perla delle Alpi Occidentali?

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14 COMMENTI

  1. Ma chi è sto signor Trivero, dice di non far campagna elettorale per Borgis ma sembra proprio il contrario….
    da dove arriva? quali sono le sue ambizioni ed i suoi interessi?

    • Nessuna ambizione, solo denunciare evidenti responsabilità politiche…
      È un piacere constatare che per Lei il problema sono io.
      Il sottoscritto ci mette la faccia a differenza di Lei che si maschera dietro uno pseudonimo.

      • Domande / osservazioni perfettamente condivisibili, sfortunatamente poste ad opera ultimata pronta ad entrare in esercizio!!!

  2. Che le giunte Avato abbiano agevolato il cambio di destinazione della seconda canna è fuori dubbio ma occorrono alcune considerazioni. La prima è che la cittadinanza più o meno tacitamente abbia accettato questo stato di cose. La seconda è che per 5 anni il sindaco è stato il professore Borgis. La terza è che il signor trivero ha il diritto di esprimere le proprie opinioni come chiunque altro.

  3. Come al solito chi fa politica parla al gregge, chi si occupa di politica invece studia i documenti e non lo fa di lavoro.

  4. Che con la seconda canna si raddoppo il potenziale traffico su gomma è ed era chiaro da anni.
    Che il potenziale raddoppio comporti potenziale doppio incasso è conseguenza che gestore dell autostrada auspica.

    Che sia stranissimo che in una valle che ha movimentato maniglfestazioni contro treno tav la seconda canna del.frejus sia passata di fatto inosservata è chiaro
    Che almeno uno dei politici no tav fosse casualmente, dico casualmente, dipendente importante del gestore autostradale sitaf fà sorridere

    Insomma val susa = val smog da camion

    Perché?

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