LETTERA / BARDONECCHIA: SE IL CANDIDATO EVITA IL CONFRONTO

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Franco Trivero e Chiara Rossetti

di FRANCO TRIVERO

BARDONECCHIA – Un candidato non può sottrarsi al dibattito elettorale. Sembra banale dirlo, ma nel caso in questione diventa necessario ricordarlo. Leggiamo su ValsusaOggi del 24 settembre la lettera di Chiara Rossetti, candidata sindaco nel comune di Bardonecchia, la quale infiocchettando il discorso di cortesie e scuse, manifesta il diniego totale all’invito del direttore Fabio Tanzilli per il confronto pubblico con l’altro candidato sindaco per Bardonecchia, Roberto Borgis.

Rammentiamo in elenco le motivazioni della Rossetti:

1) “Gli impegni sono davvero innumerevoli e il tempo poco”.

2) “La linea condivisa con la mia lista è quella di dedicare ogni giorno ai nostri concittadini, incontrati a piccoli gruppi”.

3) “Reputo che il confronto da lei proposto sia stato uno strumento utile nelle passate campagne elettorali, ma, forse, non perfettamente adeguato, in epoca post Covid”.

Siamo sbalorditi. Un candidato sindaco che:

1) Non riesce a trovare il tempo da dedicare una serata, della sua campagna elettorale, per un confronto democratico, trasparente e leale davanti a tutti i cittadini, pur candidandosi a rappresentarli Tutti, auspichiamo.

2) Vuole incontrare solo i piccoli gruppi (dunque solo i simpatizzanti o quasi?).

3) Mentre riconosce la validità del dibattito aperto tutti presenti, si trincera dietro una banale quanto non calzante “valutazione sui rischi Covid”.

Le argomentazioni proposte, suonano tutte come scuse puerili, poco eleganti e maldestre.  Ci chiediamo ovviamente quali siano le vere ragioni.

Certezza della vittoria a mani basse, quindi non vale la pena di lavorare per gestire il confronto con Borgis?

Una latente arroganza di ruolo sentendosi le spalle coperte? Uno snobismo verso mezzi di informazione considerati “minori”?

Una incapacità personale a sostenere un discorso di contradittorio pubblico e il dibattito con gli interlocutori? Qualche altra motivazione invece ragionevole e comprensibile purché vera?

Chiara Rossetti spieghi ai cittadini le vere motivazioni, se proprio vuole sottrarsi. Infine, elemento a nostro avviso perfino più importante, vorremmo far presente che un qualsiasi candidato sia esso per elezioni comunali, regionali, nazionali, non può sottrarsi agli obblighi istituzionali.

Questi certamente prevedono i confronti elettorali faccia a faccia, ma anche una qualsiasi presenza di fronte a platee pubbliche dove il politico deve parlare e saper parlare. Deve poi essere disponibile a interviste e inviti a comparire nel contesto dei media. Deve accettare di presentarsi a occasioni pubbliche davanti ai cittadini, in modo che quest’ultimi possano rendersi conto della sua coerenza, del merito della sua azione politica e perfino della sua personalità, onestà intellettuale e serietà del ruolo che andrà a rivestire.

Suona stonato essere noi, da semplici cittadini, a dover ricordare gli elementari ineludibili doveri di chi vuole far politica. È un ABC, sono le regole elementari e fondanti. Non si può ambire a rappresentare una comunità in democrazia senza accettare il confronto ed anche le eventuali critiche siano esse costruttive o meno.

In alternativa chiunque è sempre libero di restare a casa, salutando i sogni di gloria nell’agone politico. Dunque non solo stigmatizziamo la deplorevole risposta, incredibile della Rossetti. Le chiediamo e la esortiamo pubblicamente di riconsiderarla e di accettare il confronto pubblico con Borgis proposto dal direttore di ValsusaOggi.

Nutriamo fiducia, e siamo in molti, che alla fine lo accetterà.

 

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20 COMMENTI

  1. Perchè scandalizzarsi ? E’ sicura di vincere , in quanto rappresenta gli interessi “giusti ” .

  2. Ma di cosa stiamo parlando…qualsiasi candidato ha il diritto di impostare la propria campagna elettorale nel modo che ritiene migliore. Sia piuttosto l’elettore a prendere liberamente una scelta. I programmi prima che le persone siano l’ago della bilancia. A me non importa chi sarà il sindaco di Bardonecchia io penso a quello che 12 persone si ripromettono di fare nei prossimi 5 anni

  3. Il signor Trivero (paladino delle libertà personali e individuali messe in discussione dal Green Pass, alfiere della lotta NO TUTTO, strenuo difensore dell’anti-europeismo, che ha cambiato casacca, protagonista assoluto della politica locale) si scomoda a dire che “un candidato non può non”…fa già ridere così.

    Ah, non bastasse questa barzelletta, ho dimenticato di dire che ora è contro la dittatura economica. Una garanzia di coerenza, continuate a seguirlo per queste e altre perle.

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