di ROSANNA BONAUDO
CAPRIE – Ho letto con ammirazione il grande progetto, pubblicato su ValsusaOggi, che l’attuale amministrazione comunale intende mettere in atto relativamente al nuovo edificio scolastico.
Da tempo si parla di questa edificazione e fin dall’inizio tale progetto ha suscitato in me molti interrogativi che provo ad esplicitare e, chissà, che non siano condivisi anche da qualche mio compaesano.
LA POPOLAZIONE SCOLASTICA
Elemento presente nella motivazione per la riduzione del numero di aule rispetto al progetto del 2014; in effetti l’anno scolastico 2020-2021 vede per la seconda volta una pluriclasse nel plesso della scuola primaria di Caprie.
Unico polo per scuola primaria e dell’infanzia attualmente dislocate una nel capoluogo e l’altra nella frazione di Novaretto; di conseguenza la comodità sarebbe rivolta solo per gli abitanti del capoluogo? Mentre i novarettesi sarebbero costretti a spostarsi per l’intero arco scolastico. Qualche anno fa si parlava di “Piedibus” cioè iniziativa che favorisse il raggiungimento della scuola camminando per fare a meno delle auto, causa di inquinamento; ci sarà il pullmino con apposito parcheggio…
IL CONSUMO DI SUOLO
Uno dei danni ambientali più rilevanti che l’uomo mette in atto è la cementificazione di aree verdi.
“In Italia nel 2019 il suolo ormai sigillato avanza di 57 milioni di metri quadrati al ritmo confermato di 2 metri quadrati al secondo. La Valle d’Aosta è la prima regione italiana vicina al “Consumo di suolo 0”: nel 2019 ha impermeabilizzato 3 ettari di territorio. ( dati ISPRA del 22/07/2020 relativi al 2019).
La nuova scuola andrebbe a consumare più di un ettaro di terreno, ma dopo tutto Caprie non si trova in Valle d’Aosta.
Basandomi esclusivamente sui miei ricordi, e su un mio calcolo approssimativo di quanto cemento sia stato fissato nel territorio di Caprie negli ultimi 60 anni (ho preso in considerazione solo la parte pianeggiante del capoluogo) risultano edificate più di 130 strutture tra case private, scuole, stabilimenti industriali, strade, ecc..
Inoltre nel comunicato stampa dell’ISPRA sopra citato, si raffrontano le aree edificate con l’andamento demografico della popolazione italiana (420.000 nati nel 2019) e si afferma: “È come se ogni nato italiano portasse nella culla ben 135 mq di cemento”.
Sono numeri che mi fanno riflettere e conseguentemente definire questa opera una CONTRADDIZIONE: l’edificio è infatti pensato funzionale e comodo per i bambini: generazioni future, che abiteranno il nostro territorio, ma tale opera contribuirà a “togliere il respiro” proprio a loro.
Continuando infatti a cementificare, togliere alberi o prati, contribuiamo all’aumento della temperatura sul pianeta, a togliere spazi di assorbimento dell’acqua, ecc..
Esiste anche un’agenda 2030, redatta in occasione della COP 21 di Parigi, in cui si invitano tutti gli Stati ad invertire la rotta finora seguita che porterà a cambiamenti climatici irreversibili: ci restano 9 anni per cambiare stili di vita.
Qual è il bene che sogniamo per i bimbi di Caprie? I danni ambientali non sono solo causati dagli incendi in Amazzonia…
I COSTI
La spesa ammonta a quasi 7 milioni di euro, ma non è chiaro se siano compresi anche i costi per la valorizzazione della area archeologica come richiesto dagli esperti (ritrovamenti della chiesa vecchia, “gesia veja” è il toponimo del luogo) e l’acquisto del terreno.
Immagino che quest’ultima operazione sia abbastanza semplice dal momento che il terreno appartiene all’Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero e la persona incaricata di occuparsi dei beni, siti nel territorio capriese, di proprietà della Diocesi di Susa risulta essere il geometra Giorgio Maffiodo: il passaggio mi sembra breve.
E gli attuali edifici scolastici? Andranno ad aumentare il numero di case private ed altri edifici già vuoti oggi? La ristrutturazione degli attuali siti scolastici avrebbe un costo più elevato?
Non sono già state stanziate cifre per la scuola di Novaretto?
LAVORI COLLEGATI
È prevista anche la copertura del canale irriguo che costeggia via Torino e, in quanto membro del Consorzio irriguo del paese, non posso che essere contenta di ciò e ringraziare, poiché il permesso al Consorzio era stato sempre negato per motivi di sicurezza.
RIFLESSIONI
Sono invece preoccupata anche per la posizione dei proprietari; mi capita di essere attiva anche in ambiti ecclesiali e quindi di tenere in conto gli insegnamenti di Papa Francesco che nelle sue Encicliche insiste molto sulla cura del creato, quale casa comune. Scrive il papa nella Laudato sì al n. 24: “Se la tendenza attuale continua, questo secolo potrebbe essere testimone di cambiamenti climatici inauditi e di una distruzione senza precedenti degli ecosistemi, con gravi conseguenze per tutti noi”.
Ancora, papa Francesco nella “Fratelli tutti” al n. 17 denuncia: “Spesso le voci che si levano a difesa dell’ambiente sono messe a tacere, ridicolizzate, ammantando di razionalità quelli che sono solo interessi particolari”.
Ed in ultimo un riferimento alle prossime Settimane Sociali della Chiesa italiana che ha per titolo “Il pianeta che speriamo” e come sottotitolo (Ambiente, lavoro, futuro #tuttoèconnesso); durante un incontro in preparazione di questo grande appuntamento, don Giuliano Zanchi ha dichiarato: “Oggi spesso la politica non è etica del bene comune, ma piuttosto estetica del consenso pubblico”.
Spero che questo mio scritto sia preso in considerazione da tutti gli amministratori, in modo particolare da coloro, tra questi, che sono papà, nonni ed insegnanti.
Ma manco una scuola va bene?
Perdonatemi ma io sono un outsider vivo qui da pochi anni.
Ma nel tempo sto cominciando a capire che dietro ogni protesta pseudo ambientalista di una certa parte dei valsusini si nasconde sempre un atteggiamento micragnoso nei confronti delle proprietá immobiliari.
È una vergogna che in Piemonte circolino praticamente gli stessi soldi che ci sono in Lombardia ma siano chiusi dentro i forzieri di certe vecchie menti che non fanno altro che comprare e vendere case pensando di fare impresa. Di conseguenza non stupisce neanche che qui ogni piccola campagna di elezione politica sia incentrata e batta sempre sullo stesso tasto…non facciamo nulla, non costruiamo nulla (manco le scuole adesso) e lasciamo tutto così.
SOB! Che tristezza.
Questo è il classico sperpero di soldi pubblici.la scuola a Caprie c’è ed è funzionante,pensate piuttosto a mettere il servizio del pulmino
Prima togliete il servizio del pulmino perché non ci sono soldi, è poi ve li sputtanate facendo progetti da sognatori.
Basta potenziare la scuola esistente.