di MAURO RE
Buongiorno. Mi chiamo Mauro Re, mio padre Luciano è morto il 7 novembre all’ospedale di Susa di Coronavirus. Era ospite di una casa di riposo a Susa, era uno degli 81 anziani positivi scoperti tre settimane fa.
Mi avevano sempre detto che era asintomatico e non aveva sintomi, che c’era l’Asl di Susa che faceva monitoraggio, io ero tranquillo. Ma venerdì 6 novembre verso le ore 8.30 mi chiamano dalla Rsa dicendo che mio padre stava male e avrebbero chiamato il 118.
Poi non mi hanno più richiamato, ho chiamato io diverse volte, ma nessuno rispondeva, a questo punto ho chiamato il pronto soccorso dell’ospedale segusino e sono riuscito a parlare con il medico dicendomi che mio padre è arrivato in condizioni critiche.
Io abito a Milano, ho preso la macchina e sono partito. Sono arrivato all’ospedale di Susa verso l’una di notte, ho poi parlato con il medico (molto gentile) che mi ha confermato la gravità della situazione, mio padre aveva una polmonite bilaterale interstiziale da Covid-19, non ho potuto vederlo per potergli dare l’ultimo saluto, alle ore 8 del mattino è morto.
È possibile che in dodici ore mio padre sia morto, mentre mi avevano garantito qualche giorno prima che era asintomatico e stava bene?
Sembra che altre famiglie abbiano avuto la mia esperienza, ma nessuno ne parla. Penso che situazioni così drammatiche che fanno parte della vita dei valsusini debbano essere condivise.
mio padre e’mancato questa settimana ed era ospite nell’ altra struttura di susa , a differenza della sua esperienza sono stato avvisato da subito della situazione critica ( io stesso consapevole conoscendo le sue patologie ) ,con il senno del poi e’ stato “positivo” che non lo abbiano trasferito in ospedale , anche se purtroppo l’ esito nefasto non e’ cambiato, almeno quasi tutti i giorni ero avvisato della sua situazione e sono riuscito a vederlo in video chiamata ancora una volta anche se era praticamente incosciente . quello che mi ha irritato sono state le parole del sindaco nelle due situazioni , che manifestavano un ottimismo che era artificiale xche’ mio padre ( e forse non solo da cosa mi risulta ) era critico da subito.
La Direttrice e tutto lo staff della RSA di Susa stanno facendo secondo me il possibile (e talvolta anche l’impossibile), lavorando 24 ore su 24 per riuscire a proteggere e curate i nostri cari. Mia mamma è loro ospite, è positiva al Sars-Cov2, non sta bene, ma credo che in questo momento non potrebbe essere in un luogo più sicuro per la sua salute. È dura. Capisco anche che la sofferenza dovuta alla perdita di un caro in questo modo possa portare a credere che qualcuno abbia commesso degli errori, ma questa è una malattia subdola che può degenerare Improvvisamente e che conosciamo ancora troppo poco. Le porgo le mie condoglianze Sig. Mauro RE!
La Direttrice e tutto lo staff della RSA di Susa stanno facendo secondo me il possibile (e talvolta anche l’impossibile), lavorando 24 ore su 24 per riuscire a proteggere e curate i nostri cari in questo momento difficilissimo. Mia mamma è loro ospite, è positiva al Sars-Cov2, non sta bene, ma credo che in questo momento non potrebbe essere in un luogo più sicuro per la sua salute. È dura. Capisco che la sofferenza dovuta alla perdita di un caro in questo modo possa anche portare a pensare che qualcuno non abbia saputo gestire bene la.situazione, ma questa è una malattia subdola che può degenerare Improvvisamente e che conosciamo ancora troppo poco. Le porgo le mie Condoglianze Sig. Mauro RE!
Io ho mia madre ospite con una grave demenza senile… è entrata in struttura pochi giorni prima che succedesse tutto ciò….con tanta delicatezza sono stata avvertita di ciò che stava accadendo personalmente dalla direttrice..che mi soffermo a spendere due parole in merito persona di gran cuore con grande dedizione al suo ruolo..che ci tiene a tutti i suoi nonnini…noi un giorno si ed un giorno no vediamo la mamma in video chiamata benché lei non sa più esprimersi…vengo informata di ogni particolare ed ho in loro grande fiducia…il personale è attento ad ogni soggetto ed alle sue problematiche…purtroppo facile è puntare il dito…negli ospedali..medici…paramedici ed infermieri si sono infettati tra loro..allora sono negligenti anche loro…facile puntare il dito…questi episodi si spera siano rari..ma purtroppo le morti sopraggiungono anche per altre patologie che associate al covid peggiorano…e comunque trovo di pessimo gusto far scrivere un articolo perché il papà è mancato ..accusando la struttura di negligenza…terrorizzando così noi tutti che abbiamo i genitori loro ospiti…io confido molto in loro ed ho immensa fiducia…anzi chapeau a tutto lo staff capitanato dalla signora Graziella Muscatello…
ritengo giusta la condivisione del senso di sgomento che opprime e che si prova in situazioni del genere, dove nessuno di noi davvero, vorrebbe trovarcisi. le esprimo le mie piu’ sentite condoglianze, quello che si potrebbe fare , in attesa di un possibile vaccino, e’ ridare almeno un poco di umanita’ alle tragedie che stiamo vivendo. i protocolli sono rigidi, ma non immodificabili. anche solo un commiato di pochi minuti,anche a distanza, sarebbe molto per chi resta.
E’ strano certamente.I virus pero’ non hanno sempre lo stesso decorso.Non ho parenti morti da Covid 19 , ma le spiego la morte di due miei parenti lontani morti di virus influenzali .Ricoverati tutti e due madre e figlio a distanza di 15 gg .In entrambi i casi durante la visita di un’ altra mia zia stavano bene, pronti per essere dimessi….nello stesso giorno purtroppo hanno telefonato a casa comunicando il decesso. Il tutto in poche ore dalla previsione di dimissione.
Indaga. Chi sà cosa c’è sotto !
Spero in modo “perenne” che anche i vostri figli vi ricoverano in strutture del genere.
Così forse ragionate con un po di cuore….
Ti consiglio un giro nella sezione lavoro di questo sito.
Porgo le condoglianze a tutti quelli che hanno perso un loro caro nelle RSA , ma mi viene da fare una considerazione : le maggiori vittime si sono riscontrate nelle RSA questo per l’età avanzata e le patologie già esistenti . Essendo questa una cosa risaputa ,anche se capisco che è un protocollo drastico , si sarebbe dovuto vietare ogni contatto con l’esterno a tutti i presenti nelle RSA compresi operatori , dirigenti e personale .Dico questo perchè nel mio paese esiste una RSA con una 40ina di ospiti ed hanno adottato questo protocollo e nessuno dico nessuno è affetto da COVID 19 . Purtroppo comprendo che è una forma dura da attuare ma un po’ di sacrificio avrebbe risolto alla base questa ecatombe di persone a noi care .
Ha pienamente ragione… inoltre agli operatori andavano fatti tamponi settimanali soprattutto dal rientro delle ferie, visto che magari hanno frequentato assembramenti vari anche all’estero… ma non si può dire… Mi limito a fare le più sentite condoglianze al sig. Mauro Re, tanto il resto se non fa comodo non lo pubblicano.