di ALBERTO BUSCA (Segretario Comitato di Giaveno – Italia Liberale e Popolare)
GIAVENO – Quando si viene a creare un binomio di soldi spesi male per un’opera a sicurezza zero, ci si chiede in primo luogo quali siano le linee guida tracciate dall’amministrazione e, subito dopo, quale sia il livello di competenza dell’amministrazione stessa. Se poi, a mettere il fiocco sul pacchetto è la Città Metropolitana, la cosa rischia di farsi ancora più imbarazzante.
Ma andiamo per gradi.
IL FATTO. Da decenni si è segnalata la pericolosità dell’incrocio tra via Coazze e Pontepietra. La strada fa una curva esattamente nel punto in cui incrocia, in diagonale, l’accesso a Pontepietra. La visibilità è nulla, la vicina pensilina dell’autobus, praticamente a ridosso della carreggiata, la velocità dei troppi ad essere convinti che Giaveno sia un circuito automobilistico, rendono l’incrocio di Pontepietra, e i numeri lo confermano, un punto ad elevatissima mortalità. La vicina farmacia Valsangone, dotata di due posti parcheggio, costringe i clienti a virtuosismi inaspettati e a vere prodezze di guida creativa per lasciare l’auto in sosta e rischiare la vita nell’andarla a riprendere. Un ciclista o un pedone che si trovino nella zona cieca della curva accettano, loro malgrado, di partecipare ad una roulette russa cui l’inutile specchio posto al lato della farmacia, come un contentino, non serve nemmeno per tentare di barare.
LA SOLUZIONE. L’Amministrazione Comunale è finalmente intervenuta. Progetto alla mano, redatto da Città Metropolitana e supinamente accettato, ha aperto in settimana il cantiere. Tre semafori a senso unico alternato, deviazione, per chi sale, a lato della Chiesa, demolizione della pensilina e nuova realizzazione di una piastra sopraelevata ad attraversare l’incrocio. 170.000 euro finanziati da Città Metropolitana e 30.000 euro sborsati dal Comune di Giaveno per un totale di 200.000 euro tondi.
L’IMPATTO. Non si tratta di essere tuttologi nel paese dei virologi e dei geopolitici; sarebbe sufficiente, ancora una volta, possedere un minimo di buon senso.
Al di là del costo del progetto, nemmeno discusso, che temo essere spropositato, ciò che infastidisce è la totale mancanza di dialogo, nello stile tipico di questa amministrazione, solita a convocare riunioni in numero minore possibile e schedulate in durata limitata rispetto all’enciclopedico ordina del giorno. Il Gruppo Per Giaveno di Daniela Ruffino non ha nemmeno potuto esprimere la propria contrarietà alla quale Italia Liberale e Popolare si sarebbe volentieri associata.
Non solo la piastra non è di alcuna utilità, ma risulta anche pericolosa. L’ignaro pedone che si trovasse ad attraversarla non sa che il futuro manufatto non sarà visibile né da chi sale, né da chi scende. Non solo: i novelli piloti giavenesi che scendono da Coazze si ritroverebbero un trampolino di lancio anziché un dissuasore di velocità. Lo stato stesso del cantiere testimonia una pericolosità per chi devia verso Pontepietra che se non mettesse a rischio vite umane potrebbe tranquillamente autocandidarsi nel guinness dell’assurdo. L’approdo su via Coazze si effettua dopo una strettissima salita compresa di slalom tra le buche che, con la neve, solo i più esperti riusciranno a superare, per sbucare, con tutto il muso dell’auto direttamente sulla carreggiata, in posizione di rampa di lancio, nel punto finale del famigerato rettilineo secondo solo a Monza in quanto a performances sul giro lanciato.
Per chi scende invece si trova a percorrere un tratto di contromano che si tuffa tra le reti arancioni del cantiere in uno spazio talmente ristretto che un furgone medio fatica a passare. Di pedoni nemmeno a parlarne. Non ci stanno. Come se non bastasse il passaggio va condiviso con camion e mezzi pesanti che la famigerata salita a slalom non possono percorrere.
La situazione durerà tre mesi, in pieno inverno, sottolineando ancora una volta, qualora ve ne fosse stato bisogno, che la comunità delle borgate riveste un valore pari a zero per questa amministrazione.
Il sacrificio si può anche fare. Il disagio sarà destinato a finire e può essere sopportabile. Soprattutto alla luce del fatto che, alla fine, potremo godere di una spettacolare soluzione urbanistico architettonica degna almeno di un Renzo Piano (se non altro per il costo). Peccato sia pericolosa. Peccato sia totalmente inutile. Peccato abbia sperperato tempo e risorse per finalizzare un monumento all’inutile che ben traduce gli adagi dei nostri vecchi: “è meglio un lavoro fatto bene una volta sola”.
Il buon senso. La soluzione sarebbe stata tanto semplice quanto banale: una piccola, anonima, ben segnalata, rotonda. Sul modello di quella davanti al Pacchiotti: minuscola e funzionale.
Lo avremmo spiegato. Avremmo ragionato sull’inutilità di un progetto costosissimo che andrà rifatto. Avremmo portato avanti le nostre istanze insieme con L’onorevole Ruffino. Avremmo proposto idee e soluzioni, se solo ci avessero fatto parlare.
Sarà per un’altra volta, magari nel 2024.
Nel frattempo possiamo solo lasciar piangere il cuore nel vedere i nostri soldi buttati in una “piattaforma sopraelevata”.
Concordo, anche se rotonde piccoline non rallenterebbero troppo i mattachioni…. Se la rotonda si voleva fare, si potevano AGGIUNGERE FORSE anche altri 500.000€, senza fare fontane inutili, prendendo terreno nel bosco, livellandolo con la strada, e sarebbe stata fatta un VERA rotonda che obbliga di certo a rallentare per introdursi , cosi’ che tutti possano girare bene per immettersi in tutte e 4 le vie, e da qualsiasi parte provengano, gia’ oggi e’ difficile girare per Pontepietra arrivando da Coazze, o attraversare da via Nurivalle, e dulcis in fundo un BELL’ attraversamento pedonale… Come detto sarebbe costato di piu’,… Ma con ben altro risultato definitivo… Qualche anno fa avevo fatto un disegno a mano per far capire cosa intendevo, e ero andato anche dal sindaco… Addirittura sulla VALSUSA, se non ricordo male avevo visto la foto di persone del comune con (presumo) persone del a provincia, guardare il foglio che avevo disegnato… Pero’ poi….. Non dimentichiamo inoltre che si dovrebbe coprire la bialera lato strada dal bivio fino a quasi via Viassa…un bel marciapiede, Tantissime persone camminano ogni giorno rischiando la vita.anche al buio… .oppure aspettiamo il primo morto..? . E visto che si dice serva 1 metro… Le distanze ci sono… Anche se per salvare vite personalmente farei anche marciapiedi piu’ stretti… Manche qui gli anni passano
Ben lungi dal voler prendere le parti dell’amministrazione, ma la proposta ha dei limiti geometrici di realizzabilità in quanto la rotonda citata di Via Pacchiotti presenta un diametro di circa 20m mentre l’incrocio di Pontepietra ha un asse minore di di quasi un terzo, ovvero 7m.
Ma qualcuno ha consultato i coazzesi?
Spreco a Giaveno?
Beati voi … Giaveno é la città meglio gestita della zona.
Pensate foste a Avigliana, città ricca di potenzialità, ormai ridotta a periferia di Rivoli e Giaveno
È l’intemperanza dei conducenti dei veicoli, sempre con il piede schiacciato sull’acceleratore, incuranti dei limiti, che crea la necessità di talune opere.
Come diceva Fantozzi : é una cagata pazzesca.
John, questa volta voglio imitare il simpatico Signor Curiosità.
Ma Lei dove vive?
Ho già espresso in un precedente commento.
UN SEMAFORO NON BASTAVA?
e questi soldi usarli per un marciapiede fino a via viassa?