di MARIA BARON
BUSSOLENO / SUSA – Sono il familiare di un paziente che è stato ricoverato prima nel reparto Covid-19 poi in medicina per oltre due mesi e ho potuto constatare la grande professionalità e umanità che contraddistingue il dottore Antonello La Brocca che, coadiuvato dalla sua splendida equipe, segue personalmente ogni caso in tutte le fasi della malattia, ma anche accompagnando il malato dopo verso un giusto percorso di riabilitazione.
L’ho visto impegnarsi oltre ogni limite per risolvere situazioni molto difficili e lo ringrazio di cuore per tutto quello che ha fatto e continua a fare per i suoi pazienti.
Pensare ad un’azione disciplinare da parte dell’Asl (anche se è solo una lontana ipotesi) mi riempie di grande sdegno perché solo chi ha vissuto i terribili mesi del Coronavirus personalmente oppure attraverso testimonianze dirette può rendersi conto di quale sacrificio ed eroismo siano stati capaci i medici dell’ospedale di Susa, combattendo con tutte le loro forze e capacità professionali per vincere una battaglia durissima contro un nemico subdolo e in parte sconosciuto, seguendo con grande partecipazione gli ammalati e informando costantemente i parenti sull’evolversi della situazione clinica dei loro cari.
In questo situazione l’ospedale di Susa ha dimostrato di essere un’eccellenza salvando casi disperati (ne è un esempio mio marito) e ponendosi all’altezza di strutture più grandi, con più personale e più attrezzate.
Tutto ciò ha però portato a un grande dispendio di energie personali con un eccessivo carico di lavoro per il personale in atto, per cui mi sembra più che giustificato che si sia richiesto l’invio di qualche medico di supporto.
Noi abitanti della valle ricordiamoci del prezioso lavoro che svolge il nostro ospedale sempre, non solo in questa circostanza critica, diamogli tutto il nostro appoggio perché continui ad essere il presidio sanitario del nostro territorio a cui affidare la salute nostra e dei nostri cari.