di MAURO GALLIANO
SANT’AMBROGIO DI TORINO – Tutti i dati storici, amministrativi, politici, religiosi e spirituali dalla fondazione fino ai giorni nostri hanno sempre attribuito il sito della Sacra di San Michele al territorio comunale di competenza ovvero al Comune di Sant’Ambrogio di Torino.
Infatti fin dall’antichità l’Abate scendeva a Sant’Ambrogio tramite l’antica mulattiera per amministrare il suo potere temporale presso il castello abbaziale o il palazzo del feudo (i cui resti medioevali sono ancora ben visibili nel centro storico santambrogese).
Il fondatore materiale e spirituale della Sacra (San Giovanni Vincenzo, vescovo di Ravenna) è patrono di Sant’Ambrogio e le sue reliquie lì vi riposano.
L’indirizzo postale, amministrativo e catastale è legato al Comune di Sant’Ambrogio, il quale gestisce anche i servizi primari (male o bene questo è da vedere): acqua, fogne, parcheggi.
Dall’inaugurazione della ferrovia Torino- Susa per quasi un secolo la stazione ferroviaria di Sant’Ambrogio è stata la fermata ufficiale per migliaia e migliaia di turisti e pellegrini, garantendo l’unica via di accesso e avvicinamento al monumento con mezzo pubblico.
Quindi non si capisce proprio perché il Comune di Sant’Ambrogio non abbia uno scatto di orgoglio e non metta legittimamente i puntini sulle “I” rivendicando e difendendo il posto e il prestigio che gli spetta.
Forse la Città di Torino lascia la Basilica di Superga ai vicini di Gassino o Pino Torinese? O Avigliana rinuncia per il bene del territorio ai due laghi chiamandoli genericamente “laghi morenici valsusini” anziché più che chiaramente e legittimamente “di Avigliana”?
O forse l’Abbazia della Novalesa è diventata più generosamente “della Val Cenischia”?
O Giaveno vuole spartire la nobiltà del suo fungo con la “povera rapa novembrina”, verdura tipica santambrogese?
Perchè il sindaco del Comune di Sant’Ambrogio passa sempre in ombra e non è capace di rivendicare orgogliosamente il proprio ruolo anche a costo di “litigare” con i vicini di casa, che invece sanno benissimo come “trasbordare fuori dal vaso”?
Perché Avigliana sta, al contrario, in mille modi tentando di rivendicare la fermata ferroviaria con azioni politiche e strategiche, pur di soffiare i flussi alla più che legittimata Sant’Ambrogio ?
Troppo campanilismo non è cosa buona. Nemmeno rinnegare il proprio legittimo ruolo , considerandosi non all’altezza, o forse perseguendo un progetto che mantenga una comunità di basso profilo, piccoli e bruttarelli fa bene !
Timidezza? Incapacità? Genuflessa sub-ordinanza a un ente più grande e prestigioso?
Tutti hanno capito la portata economica e turistica della Sacra di San Michele, tranne chi avrebbe le carte in regola e i titoli per rivendicarne il ruolo di capofila e regista principale.
Gentile Mauro Galliano
credo che la tua lettera sia fuori luogo per diversi aspetti e credo che dopo dieci anni spesi come sindaco per valorizzare non solo Sant’Ambrogio ma tutto il territorio della nostra Valle di avere molti argomenti da spendere in proposito. In primo luogo sono convinto oggi più che mai che un qualunque comune possa valorizzare il suo territorio e i suoi beni naturalistici storici ed artistici solo con una azione sinergica e condivisa con tutto il territorio e non in splendido isolamento: solo mettendo in rete risorse ed energie si possono ottenere validi ed importanti risultati. In secondo luogo in dieci anni é sotto gli occhi ti tutti il grande lavoro svolto dalla Amministrazione di Sant’Ambrogio di cui é stata protagonista attiva l’attuale sindaco di Sant’Ambrogio: vale su tutto la candidatura della Sacra a patrimonio Unesco in un contesto di significative azioni di riqualificazione del paese di Sant’Ambrogio: l’illuminazIone artistica della Chiesa del Vittone, l’ultimazione ed affidamento in gestione del Castello Abbaziale, la riqualificazione della via ferrata con la costruzione del ponte tibetano, l’abbattimento dei ruderi della ex Cava Valle con relativa bonifica del sito e la prossima costruenda rotonda di ingresso al paese sulla strada statale 25, la prossima rinascita dell’ex Maglificio Bosio grazie ad un piano regolatore ad esso dedicato, la nuova illuminazione di via Umberto I, la rinnovata piazza davanti al Comune con la nuova pavimentazione e fontana, il concorso di idee per la riqualificazione dell’ex Maglificio e del centro storico, l’inserimento di Sant’Ambrogio nel grande progetto di bike area di Valle , il posizionamento di cinque colonnine di cui una per la ricarica elettrica veloce di auto e bici, la realizzazione dei parcheggi alla Sacra ed infine la iniziativa presa da Sant’Ambrogio di costituire l’Assicuazions Terre di Sacra dimostrano l’esatto contrario di quanto sostenuto da Galliano che per di più ricordo di essere stato per cinque anni anche lui diretto interessato e protagonista di queste importantissime iniziative che pongono le basi per un grande avvenire di visibilità turistica per Sant’Ambrogio
Dario Fracchia
Ciao Dario,
la mia “lettera” era un commento ad un articolo su questo giornale di alcuni giorni fa, passato tranquillamente inosservato, come può succedere tante altre volte. La redazione di ValsusaOggi ha deciso di ripubblicarlo. Quindi il tuo ” fuori luogo” …..non l’ho deciso io…
Il lungo elenco di cose fatte , secondo me, esula dalla riflessione che ho proposto io.
Tu parli di “splendido isolamento” io mi riferisco a fatti.
Un fatto è ad esempio che la domenica a Sant’Ambrogio il treno fermi ogni 2 ore ( con la presenza della sacra di San Michele, dell’ antica mulattiera, della Via ferrata ecc.) . Un altro fatto è che a Sant’Antonino di susa gli stessi treni fermino ogni ora. Quale sarebbe la strategia sinergica?
Un altro fatto è che sui siti ufficiali le indicazioni per raggiungere la Sacra di San Michele con il treno segnalano la stazione di Avigliana ( dove i treni fermano ogni mezz’ ora) , peccato che la cosa sia assolutamente ininfluente visto che la navetta NON parte ASSOLUTAMENTE ogni mezz’ ora !! .
La scelta della navetta da Aviglian è stata condivisa?
Un altro fatto è che proprio gli amministratori del territorio della bassa valle vollero ( quasi all’ unanimità) l’ ufficio turistico di Avigliana come riferimento per tutta la bassa valle. Peccato che sia poco operativo, mal posizionato e che nei numeri non sia di fatto utile.
Visto che Sant’Ambrogio deve aprirsi al territorio per condividere e offrire le proprie potenzialità , si potrebbe dunque anche pensare a un “bilancio condiviso” dove gli oneri di urbanizzazione ad esempio di un ennesimo centro commerciale ( quello si che fa tanto bene ai paesi vicini , vero ? ) vengano spartiti e suddivisi.
Concludo riflettendo sul finale del tuo commento . Ammetto le mie colpe e incapacità per non essere riuscito da amministratore comunale a proporre idee sufficientemente convincenti da spronare quello scatto di di sano orgoglio di cittadinanza.
Ma soprattutto tu termini con questa frase:
“queste importantissime iniziative che pongono le basi per un grande avvenire di visibilità turistica per Sant’Ambrogio”.
Sono convinto che siamo uno fra i paesi con le maggiori potenzialità turistiche di tutta la bassa valle e cintura ovest di Torino( non secondi nè a Susa nè ad Avigliana), IN qualunque luogo del mondo un paesello come il nostra benedirebbe il cielo per trovarsi ” a fil di squadra” come scrisse Massimo D’ Azeglio sotto un monumento tanto famoso. E vivrebbe di solo turismo ! Perchè dunque parli di un GRANDE AVVENIRE turistico e NON DI un PRESENTE da subito ?
La famosa ” sinergia ” E ” condivisione con tutto il territorio” quanti decenni ci farà ancora aspettare ?
E i comuni vicini, siamo proprio così sicuri che stanno aspettando i nostri tempi o si stanno portando avanti con il lavoro, loro si in splendido isolamento ?
Mauro Galliano