di GIANFRANCO FERRAUDO (Assessore PCI ad Avigliana dal ’75 al ’90)
AVIGLIANA – Tra qualche mese, amministrative ad Avigliana. Come residente, mi auguro una vivace, civile e leale campagna elettorale, che sia occasione per evidenziare i problemi e le grandi opportunità del territorio e per conoscere le diverse soluzioni che i contendenti propongono.
Triste sarebbe trovarsi di fronte a programmi sostanzialmente uguali, tutti dichiaranti che si opererà per il bene della città, tutti formati da “gente onesta” ecc.. ma nessuno che centri le vere questioni e che, per ognuna, presenti un’analisi e le possibili soluzioni, in modo netto e chiaro.
È grave il rischio che si rimanga nel vago buonismo e basta. Nella migliore delle ipotesi si voterebbe sulla base di simpatie personali, o su consiglio di qualche amico “informato” oppure sotto l’influenza degli assidui frequentatori di bar, giardini e luoghi vari d’incontro. Oppure, peggio, secondo la furbesca prassi di mirare a conservare o acquisire favori, privilegi, incaricucci vari.
Nei programmi un tema non potrà mancare: l’impatto che sulla città avrà la costruzione della linea ferroviaria ad alta velocità (Tav). La certezza assoluta degli eventi si ha solo nei laboratori scientifici in condizioni ideali. Nel reale non si presentano certezze ma probabilità (la pandemia insegna). La certezza che il Tav si faccia non c’è, ma l’alta probabilità sì. L’abbiamo capito.
Si deve partire dal fatto che incombe un progetto che devasterà la nostra bella città. La linea correrà dove c’è l’attuale ferrovia contornata da una barriera alta parecchi metri. Spaccatura definitiva. Morte certa della porzione Nord (corso Torino). Treni che sfrecceranno a velocità folle in pieno centro. Il tutto con la benedizione di chi si presenta come paladino della “vivibilità” urbana e della “sostenibilità” del traffico e non esita, in nome di tali ideali, a impedire la circolazione a qualche anziana auto, da sostituire eventualmente con l’incentivato monopattino.
Battaglia. Bisogna dare battaglia. Ribaltare la situazione. Fare del pericolo un’opportunità. Soluzione migliore è l’interramento della ferrovia, è un intervento ampiamente adottato dove è stato sollecitato (Liguria, Torino ecc..) la città sarà ricucita e vivrà una realtà adesso inesistente: l’integrazione delle zone limitrofe a corso Torino al resto del tessuto urbano.
Sicuramente un’opera costosa, ma già presente in una prima bozza del progetto e poi abbandonata, forse proprio per la spesa. Ma i costi deve pagarli chi fa il Tav, che dispone di miliardi di fondi, e non noi aviglianesi con la distruzione di parte della città, il deprezzamento delle case, la fine di ogni attività in corso Torino, che non sarà certo salvato da qualche fioriera o sfilate con majiorettes e cotillons. E qualcuno non si improvvisi paladino delle economie di spesa della società costruttrice, scartando tale soluzione perché troppo cara.
Cari amministratori, pensate a difendere la vostra città ed i vostri cittadini e non i conti di chi su di noi costruisce il Tav. È soluzione troppo cara? Lo dicano loro, non voi. Voi lottate per ottenerla. Su tale tema i cittadini saranno sicuramente con voi, ma voi lottate. Fino alle dimissioni di tutto il Consiglio, qualora si volesse assolutamente consumare tale nefandezza.
Il sottoscritto rivestiva l’incarico di Assessore all’Urbanistica quando si costruì l’autostrada. Dopo lunghe lotte (sbagliate e perdenti) perché non si facesse, si decise di vendere cara la pelle e dal progetto originale, che per Avigliana prevedeva solo danni, si sono ottenuti gli svincoli (che non si volevano) la bretella per Drubiaglio e la circonvallazione a Corso Torino, senza la quale sarebbero stati impossibili sia la circonvallazione di Monte Cuneo che i prosperosi e ordinati insediamenti commerciali e produttivi promossi da chi è venuto dopo.
Ma soprattutto si è ottenuto che il casello fosse posto dopo gli svincoli di Avigliana, rendendo la prima tratta gratuita per i residenti di Avigliana, della Valsangone, della Valmessa e dei Comuni della Bassa Valle. Un bel risultato di unità ottenuto con la collaborazione di parte dell’opposizione. Non ci siamo fermati di fronte ai terribili danni alla Sitaf per le migliaia di pedaggi persi.
Qualora non si ottenesse l’ottimale interramento, si potrebbe chiedere uno spostamento oppure il ritorno all’originale percorso sotto il Musinè. Non si tiri in ballo l’amianto. Da decenni in Bassa Valle operano cave che estraggono e triturano la stessa roccia a cielo aperto e nessuno le ha mai fermate.
Auguriamoci che i contendenti (chiunque vinca) lottino e la spuntino e non accettino di sottoscrivere la distruzione della nostra bella Città che, si dice, ha anche un futuro di turismo.
Siamo alla follia. Il progetto tav è già devastante (oltre che totalmente inutile) così e c’è ancora chi vorrebbe ulteriori gallerie, con più cantieri, polveri, smog ed emessioni? Le merci stanno calando dagli anni ’90 SIA SU GOMMA CHE SU ROTAIA, facciamocene una ragione e in ogni caso mai e poi mai vedremo centinaia di treni al giorno “sfrecciare” a 220km/h nel centro di Avigliana.
Alla costruzione del autostrada , gli amministratori di allora con il NO a tutto non sono riusciti a strappare delle agevolazioni per i valligiani. Basta pensare che gli automezzi delle amministrazioni comunali della valle pagano tariffa piena come gli altri pippirippi.
Condivido il commento, hanno sbagliato tutto, bastava riunirsi ad un tavolo cercare il tracciato meno invadente e come compensazione avere la valle in zona franca, lo stato probabilmente avrebbe accettato essendo a costo zero, con immenso beneficio per gli abitanti della valle. Invece ha prevalso il no ideologico ed ora avremo la tav in valle con quattro spiccioli, che i politici come al solito li spenderanno malamente e un opera invadente deviata dal tracciato originale per favoritismi.
Aldilà dell auto incensazione come assessore degli anni che furono, ma si sa il passato visto a posteriori è sempre splendente, sul tema l analisi è giusta.
No Tav o Si Tav il danno fatto.dall attuale amministrazione circa gli impatti che l.opera avrà sul territorio sono immani.
D’altronde diranno gli stessi … “ma tanto la.tav non la faranno mai”.
Lo dicevano anche della stazione di Buttigliera Ferriere che mai si sarebbe fatta e invece farà morire quel poco di vita rimasta in corso Laghi.
Ad Avigliana ormai.siamo.rassegnati. città di grandi speranze e potenzialità fatta scivolare dietro a Giaveno e a breve Susa
Commento sensato.Finalmente qualcuno che si rende conto della situazione e propone qualcosa di diverso ripetto al solito NO ideologico.
Premessa io sono contrario alla Tav.
Comunque mi sarei aspettato che chi mi rappresenta fosse andato a difendere gli interessi della mia città.
Come ad espio fatto dall’ ex sindaco di Susa, che, No Tav, trattava compensazioni e costruzione della stazione alta velocità per la sua città.
Risultato … Avigliana, la più popolosa città della zona, sarà la più penalizzata .. passerà la Tav senza aver avuto nulla in cambio.
Ho detto la più popolosa non più importante non a caso.
Ormai, il peso di Avigliana è scivolato dietro a Giaveno e prossimamente a Susa
In linea di principio non sono contrario alla Tav: quando è nato il progetto vi ho intravisto miglioramento sia per il passaggio dal trasporto su gomma verso il sistema ferroviario, che lo sviluppo della tecnologia ferroviaria. Se sono poi nate perplessità, queste hanno avuto origine dalla solita cattiva gestione all’ italiana delle opere pubbliche: i tempi che fanno pensare ad una data successiva all’ invenzione che permetterà i viaggi interstellari, la definizione di un progetto univoco tale da soddisfare un basso impatto ( non solo ecologico) sui territori interessati e ferma restando la massima efficienza dell’ opera, una compatibile attenzione a non distruggere il tessuto economico- sociale delle zone attraversate.
Non sono ovviamente in grado di esporre soluzioni a quanto esposto, ma se i principi ispiratori all’ avvio dell’ opera fossero stati chiari e univoci sicuramente i preposti avrebbero dovuto scegliere meglio a chi affidare l’ esecuzione dei diversi compiti.L’ articolo che sto commentando mi sembra pieno di buonsenso in tutti i suoi aspetti, la domanda è: siamo ancora in tempo?
E un insabbiamento ?
La riflessione ad ampio raggio di Ferraudo pone prioritariamente un quesito alle liste aviglianesi che si stanno formando in vista delle prossime elezioni.
Gli elettori potranno leggere nei singoli programmi le risposte che da queste ne verranno, regolandosi di conseguenza, ma in questo ampio raggio si va oltre l’ambito strettamente aviglianese ed emerge una costante realtà: il prezzo che i territori coinvolti vengono costretti a pagare per ogni grande opera progettata (e realizzata, prima a poi?) su di essi.
Il saldo è sempre in perdita, anche in presenza delle più mirabolanti (e spesso strampalate) compensazioni, per il semplice motivo che quelle più ovvie i promotori ed i costruttori non sono mai disposte a farle.
Le compensazioni cui alludo dovrebbero essere componente essenziale dell’opera con l’obiettivo, se non di azzerarne, di ridurne al massimo l’invasività.
I problemi tecnici enormi ed il mucchio di soldoni che questo tipo di scelta comporterebbe, rendono più conveniente abbindolare coloro che questi territori li abitano con fesserie tipo metanizzazioni di un fazzoletto di paese, smart qualcosa qui e qualcosa là in inglese cacofonico, i triti e ritriti quanto mai risolutivi interventi sul dissesto idro-geologico ed altre amenità che sarebbero normali in un Paese normale mentre qui vengono spacciate come imperdibile occasione da non lasciarsi sfuggire.
E’ un fatto certo che i soldoni per un simile interramento (a suo tempo, prima di essere cassato, detto galleria di Sant’Ambrogio) lungo non meno di sette chilometri si decise di tagliarli subito o quasi, al pari del tunnel dell’Orsiera.
Giocare con miliardi pubblici è bello ma anche per i più scriteriati esiste un limite da non superare oltre il quale il giocattolo potrebbe anche guastarsi.
Questo è a mio modesto avviso lo stato dell’arte, che conferma tutti i buoni motivi per cui questa grande opera non dovrà/dovrebbe essere fatta ma che richiede di prestare un’adeguata attenzione agli scenari che si stanno via via delineando.
Come aviglianese voglio chiarezza, da chi vuole governare la Città, su un punto fondamentale per il nostro futuro: se si fa il TAV (probabilissimo) lo si vuole come prevede l’attuale progetto, in pieno centro ed in superficie o si vogliono altre soluzioni?
Questo nei programmi deve essere chiaro e non offuscato in una nebbia di parole e posizioni ambigue buone per tutte le stagioni.Gli Aviglianesi poi scelgano. Tenersi il TAV in centro o trovare altre soluzioni sarà una libera scelta su proposte chiare. E’ una questione di onestà intellettuale e di rispetto dell’elettore.
I commenti alla lettera pongono anche la questione della sudditanza di Avigliana nei confronti di altre Città.Il problema c’è ed espongo una mia spiegazione.
Susa è il baricentro della Valsusa ed è inevitabile che ne sia la capitale.Avigliana però è il naturale baricentro di un’area nella quale confluiscono e gravitano nel raggio di 10 Km più di 40.000 abitanti.Questa sua peculiarità non è stata valorizzata ed in tal modo Avigliana resterà sempre l’estrema appendice della Valle e quindi destinata ad un ruolo di periferia politco/amministrativa della Valle. Non appendice economica perché vi sono sul territorio cittadino più industrie che nel resto della Valle.Questo contrasto non è giustificabile e merita correzioni.
Non voglio irritare chi mi ha attribuito il ruolo di autoincensatore, ma negli anni ’80 questa centralità di Avigliana eravamo riusciti a farla risaltare ed accettare nello strumento di programmazione della Regione ( Piano Comprensoriale documentato). Nei decenni successivi, lettera morta.
Avigliana ha accettato il ruolo di appendice della valle e sta perdendo tutto.
Anche questo tema deve essere posto chiaramente nei programmi. Si vuole la decrescita più o meno felice? legittimo, ma lo si scriva a chiare lettere.
Si vuole variare il progetto TAV e rivendicare la centralità di Avigliana? lo si dica altrettanto chiaramente ma poi si lotti “a testa bassa” . Siamo paurosamente in ritardo.