di VITTORIO PISANO
Egregio Signor Direttore,
Sono il proprietario di un borgo del Comune di Gravere, chiamato Altaretto (ora abbandonato ndR), che potrebbe essere trasformato in un borgo per persone anziane over 65. Altaretto si trova a 976 metri d’altezza circa, nel Comune di Gravere, in Valle di Susa. È raggiungibile attraverso la strada statale SS24 che da Susa conduce a Gravere. Da qui si prosegue su strada comunale asfaltata fino alla borgata Bastia, dove si prosegue su strada sterrata. Come scrive l’Uncem: “Altaretto è uno dei numerosi villaggi siti sul versante all’inverso a monte di Gravere nelle vicinanze della borgata Bastia, poco più in basso della Madonna della Losa (…) Il villaggio di Altaretto era probabilmente uno dei più antichi insediamenti di Gravere ed un tempo anche il più popolato. La borgata era storicamente la sede dei Conti Ripa, signori di Meana e Alteretto, noti alle cronache locali”.
Il progetto di trasformarlo in un borgo per gli anziani sarebbe maturo, cantierabile. Ne è a conoscenza l’assessorato delle Politiche sociali della Regione Piemonte che, molto interessato, ne sta caldeggiando la realizzazione a motivazione del momento particolare (recessione, Pandemia, problemi internazionali etc.). Tenendo conto che gli anziani aumentano, al contrario delle nascite che diminuiscono. Così come le risorse sia reddituali degli stessi e della parte pubblica che, per forza di cose, è costretta a stringere i cordoni della borsa riducendo i servizi o tentando di modificarli come può. Di conseguenza la rinascita del borgo Altaretto può essere una soluzione auspicabile.
Di conseguenza, seguendo i consigli della Regione Piemonte, ho proposto al Comune di Gravere di costituire una società pubblica privata per lo sviluppo dell’area a motivazione dei contributi di maggior entità previsti per operazioni di ordine sociale, in questo momento presenti e disponibili. Invio immediatamente la richiesta, con dovizia di particolari, al Comune di Gravere avvertendo che, in caso di diniego da parte loro si perderanno notevoli somme a disposizione dal governo centrale necessari all’ausilio dello sviluppo economico e sociale del Comune stesso.
Il 17 marzo il Comune risponde con una Pec, nella quale respinge il progetto per la mancanza di fondi disponibili, rinunciando così di fatto all’occasione per il Comune di una possibilità certa di sviluppo sociale ed economico del territorio. Da questa risposta intuisco che da parte del Comune non sia stata in alcun modo presa in considerazione la mia proposta.
Rimango attonito per le motivazioni del Sindaco del 17 marzo e reputo che siano probabilmente errate perché nella società pubblica privata in realtà non è compito del Comune sborsare denaro. Questo è compito dei privati e il Comune deve solo godere dei risultati e approfittare dell’occasione per sviluppare il proprio territorio. Credo che non sia stata analizzata, probabilmente per disinformazione, la mia proposta (che sarebbe estremamente vantaggiosa sia per gli anziani).
Ritengo che vada incentivata l’azione del Comune di Gravere, oltre che degli altri Comuni di valle, per favorire lo sviluppo dell’area, ricercando seriamente finanziamenti ora disponibili. Che, se non vengono recepiti, andranno altrove. A fronte di tutto questo Signor Direttore, chiedo educatamente il suo intervento. In ultimo da non dimenticare i vantaggi sociali economici e sanitari che le persone anziane otterranno risiedendo nel rinato Borgo Altaretto.
Ma cos’è una e-mail spam? Attenzione!!
L’intera valle è già una riserva per vecchi.
Bene e come ci occupiamo di loro ?
Come risaputo , in Italia la popolazione anziana continua ad aumentare, ma non solo. Il 30% delle persone oltre i 75 anni di età vivono sole, in case troppo grandi e poco adatte ad ospitare un anziano. Per questo anche in Italia si sta affermando il co-housing, che ha vantaggi economici, emotivi e sociali. Vediamo brevemente di cosa si tratta e perché questa soluzione è diversa dalle case di riposo tradizionali
Le co-housing sono strutture in cui gli anziani vivono assieme facendosi compagnia. Ogni anziano ha una camera privata, ma anche spazi comuni da condividere con gli altri ospiti . Naturalmente si tratta di una soluzione abitativa perfetta per chi ha ancora una buona autosufficienza, ma soffre di solitudine nelle lunghe ore da solo a casa. Ecco allora che parlare di co-housing significa parlare di autonomia e socialità, dato che è l’anziano a decidere quanto tempo trascorrere da solo e quanto in compagnia, impegnato nelle attività collettive proposte dalla struttura.
Chi scegliere di vivere in co-housing può contare su serate di animazione e intrattenimento, ma anche sull’accompagnamento al cinema, al teatro o al ristorante come avviene nei migliori centri diurni, senza dimenticare l’assistenza sanitaria per gli ospiti con particolari necessità mediche.
Tutti i vantaggi di vivere in co-housing
, vivere in co-housing è ben diverso dal vivere in una casa di riposo e i vantaggi per gli anziani riguardano sia la sfera emotiva, sia quella sociale, ma anche economica. Sono oltre 1 milione, infatti, gli anziani che vivono con una pensione inferiore ai 500 euro e solitamente questi soldi vengono spesi nell’affitto di un appartamento. La camera in co-housing permette di diminuire di almeno il 30% i costi e permette la divisione di compiti, impegni e spese tra più persone.
Dal punto di vista sociale, invece, l’anziano che convive con altri anziani è stimolato a restare autonomo e autosufficiente. Uno studio effettuato negli USA dimostra come vivere in co-housing permetta di essere autonomi per 10 anni di più rispetto a chi vive da solo. Migliora, inoltre, l’autostima e la percezione della propria identità e gli anziani non si sentono più un peso per i figli.
No, è la triste realtà
Provar per credere
Altaretto?
Ci sono un sacco di altri posti allo sfascio da restituire alla boscaglia che avrebbero la stessa ambizione.
Facciamo un referendum, io propongo Pian Gelassa.
Egregio Signore enfatizzato anche dalla stampa nel 1968 prese l’avvio Piangelassa e nella Sera nell’autunno 1969. Meno di un anno dopo, nel 1970 il tribunale di Torino dichiarò il fallimento della società, per un miliardo di lire. Ritardi e problemi, spezzarono il sogno di una stazione sciistica moderna. Sette anni più tardi una valanga distrusse impianti e parte degli edifici già costruiti. Il signore . Romolo Pomponio promotore dell’iniziativa non aveva ascoltato i consigli dei valsusini che conoscendo la sitazione valanghe nella zona avevano previsto ciò quindi al momento non è possibile costroire
Poi l’altezza slm sconsiglia la permanenza di persone anziane,
Appoggio L’idea di un referendum
Vittorio Pisano
Un posto al sole sarebbe meglio per noi vecchietti, piuttosto che l’inverso.
Ad ogni situazione si propone una soluzione
Vi è a chi giova la Montagna e a chi fa bene il mare!
A miglior chiarimento riporto il pensiero de l Dr Costa dell’ASL3 per Altaretto i su impulso dell’ente dianzi detto aveva fatto un rapporto del qualeper sua informazione allego uno stralcio
Ricercatori di diverse discipline, tra cui la salute ambientale, la sanità pubblica, la psichiatria, la pianificazione territoriale, l’orticoltura hanno contribuito alla raccolta di prove che supportano l’idea che il contatto con la natura è benefico per la salute umana e il benessere (Maller et al 2006;. Wells e Evans 2003).
La ricerca scientifica sul benessere e benefici derivanti dal contatto con gli animali e le piante ha rivelato che il contatto con l’ambiente naturale può avere un significativo effetto positivo,fisiologicamente e psicologicamente, sulla salute umana e il benessere (Burls 2007b; Ewing et al. 2007; Faber-Taylor et al 2001;. Faber-Taylor e Kuo 2009; Friedmann 2000; Heerwagen 2009; Herzog e Strevey 2008; Kaplan 1995; Kellert e Derr 1998; Maller e Townsend 2006; Parish-Plass 2008; Parco et al. 2008; Parr 2005, 2007).
Il contatto con la natura agisce su numerosi aspetti della vita fisica, mentale e sociale della persona, quali:
ridurre la rabbia, la frustrazione e l’aggressività (Groeneweggen et al. 2006)
aumentare il senso di appartenenza e di accettazione, favorendo lo sviluppo di una serie di altre ‘capacità’ tra cui la socializzazione, la mobilità, la stimolazione mentale e il soddisfacimento dei bisogni di base, come l’amore, il rispetto, l’utilità, la fiducia e l’autostima (Nebbe 2006; O’Brien 2005b)
La ricerca sui benefici sulla salute del giardinaggio, per esempio, ha dimostrato che il giardinaggio:
riduce il rischio di malattie cardiovascolari (Lemaitre et al. 1999)
riduce i livelli di colesterolo HDL in uomini anziani (Bijnen et al.1996)
migliora la salute dei pazienti diabetici (Armstrong 2000a)
riduce il rischio di emorragia gastro-intestinale (Pahor et al.,1994)
Su possibili effetti benefici del vivere a contatto con la natura per la popolazione anziana
Le aree con paesaggio naturale, le aree verdi di ritrovo del quartiere, le attività a contatto con la natura basati su gruppi come camminare, giardini condivisi per gli anziani possono facilitare il contatto sociale, che ha dimostrato di ridurre il rischio di sviluppare malattie croniche come la depressione e le malattie cardiovascolari e di aumentare la longevità (HCNDACRSP 2004; Peacock et al, 2007).
Uno studio negli Stati Uniti che coinvolge anziani residenti in una comunità di pensionati ha mostrato l’effetto benefico di localizzazioni con vista panoramica su paesaggi caratterizzati da un ambiente informale con acqua, erba e alberi (Browne, 1992). Lo studio ha sottolineato che le opportunità di osservare la varietà di colori e i dettagli della vegetazione sono stati importanti per l’esperienza visiva, inoltre fornire una varietà di piante con variazioni stagionali ha una importanza estetica e aiuta le persone anziane ricordando ambienti domestici ‘conosciuti’, mantenendo una sana attività mentale, promuovendo la consapevolezza del tempo e riducendo la noia.
Uno studio longitudinale durato cinque anni su un gruppo di soggetti anziani che vivono a Tokyo, in Giappone, ha rilevato che un maggiore accesso a spazi verdi ai quali poter accedere facilmente a piedi è un fattore predittivo di longevità: coloro che camminavano negli spazi verdi hanno vissuto più a lungo (Takano et al, 2002).
Un’indagine trasversale condotta in Gran Bretagna ha esplorato la relazione fra le caratteristiche delle aree aperte del quartiere e la salute, soddisfazione di vita e di attività outdoor, in particolare il camminare (Sugiyama et al. 2009). L’indagine ha mostrato che la piacevolezza dell’ambiente aperto, la sicurezza e la distanza/accessibilità dello spazio aperto siano le qualità rilevanti per la soddisfazione di vita delle persone anziane. Il fattore di piacevolezza comprendeva, tra le altre cose, la qualità di alberi e piante della zona; questi risultati sono coerenti con altri studi di ricerca che hanno dimostrato che aree aperte ben curate e spazi verdi aperti siano connessi con la soddisfazione delle persone residenti nei quartieri che usufruiscono di queste risorse (Kaplan Austin 2004; Sugiyama et al. 2009).
L’associazione fra l’usufruire di spazi aperti di quartiere e la soddisfazione di vita è correlata anche all’uso di spazi aperti, al contatto con gli elementi naturali, all’interazione sociale che si svolge nello spazio, al senso di comunità favorito dal luogo o semplicemente dal fatto di sapere che un buon parco è vicino ed accessibile (Sugiyama et al., 2009).
Uno studio inglese ha indagato il valore socio-culturale di boschi e alberi nelle aree urbane e rurali nel nord-ovest e sud-est dell’Inghilterra utilizzando metodologie di analisi qualitativa quali discussioni approfondite con i gruppi di residenti di diversa estrazione socio-economica che vivevano vicino alle aree boschive ed avevano un buon accesso ad esse (O’Brien 2005b).
L’analisi delle interazioni dei partecipanti con le aree boschive ha portato alla luce una serie di 28 temi connessi al benessere delle persone, quali: sensazioni di benessere espresse dal pubblico di visualizzare e utilizzare boschi; l’importanza di conoscere l’ambiente; il senso di identità personale e comunitaria in materia di boschi; l’importanza della partecipazione pubblica efficace per ridurre i comportamenti anti-sociali e aumentare la sorveglianza dei loro boschi locali delle persone; il valore che il posto ha per le persone, che aumenta il loro senso di appartenenza; il fatto di potersi identificare con quel luogo. In particolare, i partecipanti anziani hanno riferito che avere un maggiore accesso ai boschi e agli alberi li ha gratificati per il fatto di poter conoscere sempre meglio questi ambienti.
Zombie…zombie ovunque!
Non più Zombi
La proposta si pone l’obiettivo di sviluppare un progetto di ricerca, con forte carattere applicativo, avente come oggetto lo studio di una residenza protetta per anziani autosufficienti nel Comune di Gravere, borgata Alteretto.
Il progetto del Centro, che si presenta come il più avanzato e allo stesso tempo il più ecologico centro residenziale per persone della terza età, si presta a numerosi ambiti di ricerca, con particolare attenzione al rapporto tra un edificio ad alte prestazioni energetiche e la specifica tipologia di utenza.
Il Centro Anziani Alteretto si presenta innanzitutto come una grande opportunità di sviluppo del territorio montano della Val di Susa. Si parla infatti dello sviluppo di una borgata alpina attualmente disabitata e in continuo degrado, che proprio grazie a questo suo carattere di frazione ormai pressoché inesistente, si presta ad una sua totale riqualificazione. L’idea di base è quella di realizzare un villaggio per persone over 65 dove gli abitanti possano usufruire di un’ampia offerta di servizi e attività a supporto dell’abitare, con lo scopo di migliorare la qualità della vita dei residenti. Il progetto prevede di realizzare circa 140 unità immobiliari autonome e una serie di spazi comuni in dotazione a tutti gli abitanti.
Il nuovo Borgo si configura quindi come ipotesi di sviluppo di un vero e proprio co-housing per persone over 65 in cui particolare attenzione viene posta non solo nei confronti della sostenibilità ambientale (grazie ad una progettazione attenta a questo aspetto), ma anche al tema dell’accessibilità da parte di tutti, comprese persone con modeste condizioni economiche.
Si può parlare di una modalità innovativa di organizzazione ed erogazione dei servizi di welfare, nonché di un nuovo modello di gestione e organizzazione di un territorio totalmente in abbandono; aspetti che permettono al progetto di inserirsi pienamente nella politica ecologica del riutilizzo del suolo di cui sempre maggiormente si discute in ambito sia nazionale che internazionale. Il tema del retrofit energetico è stato infatti oggetto di una intensa attività legislativa negli ultimi anni, grazie anche alla nascita a livello internazionale di politiche che individuano la necessità di un sostanziale cambiamento nel modo di costruire e di gestire gli edifici esistenti.
Seppur non unico nel suo genere, si pensi ad esempio alla nascita in Arizona nel 1960 del primo insediamento interamente progettato per persone della terza età (Sun City) poi oggetto di replicabilità in tutto il Nord America, il valore aggiunto del progetto di un Centro Anziani ad Alteretto si individua proprio nella sua replicabilità e nella sua localizzazione montana che risulta tuttavia ben collegata a realtà maggiori. A fronte di un alto numero di borghi alpini in stato di abbandono e di degrado, un progetto pilota riguardante il recupero di una frazione alpina potrebbe risultare un esempio non indifferente per lo sviluppo di politiche incentrate su queste tematiche. Ci troviamo di fronte a quello che può considerarsi un modello innovativo, e replicabile, di riqualificazione dell’ambiente alpino ed allo stesso tempo di tutela della salute e del benessere delle persone anziane. La scelta del sito in località montana, infatti, risulta particolarmente adatta per la cura di determinate patologie senili, denotando ulteriormente il carattere forte del progetto ed individuando un ulteriore possibile oggetto dell’analisi.
Il progetto di ricerca potrà dunque studiare questa opportunità di sviluppo economico e sociale a partire dalla sua fattibilità nell’area individuata, effettuata anche attraverso l’analisi di buone pratiche e modelli operativi nazionali e internazionali esistenti, sino ad indagare proprio il rapporto tra gli abitanti e le tecnologie impiegate nelle abitazioni.
La realizzazione di abitazioni smart che impiegheranno tecnologie passive e attive di sfruttamento delle fonti energetiche rinnovabili disponibili sul sito (high performing energy building), associate ad un target di persone over 65, rappresenta infatti un aspetto estremamente innovativo del progetto, che si collega strettamente con il tema della progettazione robusta. Lo scopo è quello di riscontrare la migliore combinazione di parametri che consenta di ottenere una riqualificazione che adatti le abitazioni sia al contesto in cui si inseriscono che all’utente, prestando specifica attenzione alla tipologia di utenza ipotizzata. La progettazione, infatti, dovrà tener conto non solo delle esigenze di persone over 65 in condizioni di autosufficienza, ma dovrà anche poter rispondere alle esigenze che riscontreranno gli abitanti con il susseguirsi del tempo, caratterizzandosi quindi sotto questo aspetto per una specifica flessibilità.
La ricerca sarà incentrata sul dialogo che si instaurerà tra i tre soggetti principali del progetto: edificio, ambiente ed utente. L’idea è quella di fornire un ausilio alla progettazione in ambito energetico, economico e tecnologico chiamando in campo professionalità differenti al fine di costituire un gruppo con competenze distinte e allo stresso tempo complementari. L’analisi si potrà focalizzare in particolare sull’aspetto energetico-economico nella logica dell’ottimizzazione del building global cost, indicatore che tiene conto dei costi complessivi lungo tutto il ciclo di vita dell’edificio, al fine di garantire la fattibilità economica e finanziaria del progetto anche sotto questo aspetto.
Sarà inoltre possibile sviluppare il progetto di una rete di informazioni che, attraverso accesso telematico, potrà contribuire sia alla diffusione e comunicazione del progetto che alla creazione di un sistema assistenziale a distanza.
quanto caso studio o caso applicativo per alcuni bandi a carattere europeo all’interno delle call H2020-EE-2015.
Il posto ideale per stoccare gli anziani in ibernazione in attesa di eventuali tempi migliori
Mica scemo il signor Pisano.
Rivalutare con i soldi degli altri una proprietà che ora vale quasi zero non è una cattiva idea.
Probabilmente non è stata compresa per sua disinformazione la proposta fatta al Comune di Gravere di una società pubblica privata
Le spiego una società mista a maggioranza pubblica alla quale parteciperanno soggetti privati in grado di garantire anticipazioni finanziarie e la copertura di eventuali oneri per il cofinanziamento dell’iniziativa.
La società mista gestirà la fase progettuale e quella realizzativa, acquisirà e promuoverà il progetto ed anche le sue correlazioni con le altre iniziative pubbliche e private del territorio.
Le attività di gestione saranno affidate a uno o più soggetti privati attraverso convenzioni del tipo “do ut facias” con l’obiettivo di garantire il ritorno economico dell’iniziativa.
Vale ricordare che Il sistema di cui sopra determina una serie di “ritorni” sia per il soggetto privato che per i soci pubblici.
i soci privati
– effettuano un investimento in termini economici per la realizzazione del progetto, che in parte po-trebbe rientrare con i contributi ed in parte con la gestione successiva;
– si accollano l’onere della gestione successiva alla realizzazione del progetto;
– effettuano un investimento in termini di know how.
Specifico meglio i soci pubblici (Enti locali e Società consortili)
– non effettuano alcun investimento economico o, se proprio necessario, molto minimo;
– realizzano nel territorio un’attività imprenditoriale;
– sviluppano un’occupazione diretta (ogni struttura ha la necessità personale che la faccia funzionare);
– sviluppano un’occupazione indiretta perché a seguito dell’attività industriale e della sua commercia-lizzazione, ovviamente, ci sarà un graduale sviluppo del passaggio e permanenza di persone nella zona;
– formano e supportano, con l’ausilio dei soci privati, diversi abitanti a svolgere un’attività imprendito-riale;
– sviluppano l’immagine del loro territorio.
Quindi da come si vede l’alto valore sociale ed economico che rappresenta Altaretto over 65 per il Comune di Gravere per le seguenti ragioni:
• non effettua alcun investimento economico;
Detiene la Maggioranza della PPP senza esborso di danaro da parte del
• realizza d nel territorio un’attività imprenditoriale;
• sviluppa un’occupazione diretta (ogni struttura ha la necessità personale che la faccia funzionare);
• sviluppo un’occupazione indiretta perché a seguito dell’attività industriale e della sua commercializzazione, ovviamente, ci sarà un graduale sviluppo del passaggio e permanenza di persone nella zona;
• formano e supportano, con l’ausilio dei soci privati, alcuni abitanti a svolge attività imprenditoriale;
• sviluppano l’immagine del loro territorio.
• godranno i frutti a vario titolo che da questo deriveranno
Infine Signor Sobrero mi dica: il signor Pisano lo sta facendo per un guadagno personale o ha intenzione di effettuare una operazione di alto valore sociale per favore degli anzianibisognosi della val di Susa?
Certo che relegare gli anziani i in un borgo, perché poi? Siamo già abbastanza penalizzati in questa valsusa, non sarebbe meglio far convivere anziani e giovani, ci sembrerebbe dal punto di vista sociale un iniziativa più intelligente, gli anziani possono insegnare tanto ai giovani, non pensate?
Staremo mica ritornando indietro nel tempo no?
i villaggi per anziani debbono rimanere per Anziani, ottima la figura multigenerazionale residenti ma nonsocialmente ed economicamente percorribile
Per essere funzionali al servizio previsto è necessario che ci siano numeri tali da giustificare la permanenza di un sevizio sia medico assistenziale o assistenziale auspicato
Molti villaggi da me visitati anno sofferto di questo problema, ad esempio Bird di Brescia, Ansaloni Bologna ecc e sono in fase modificativa
Signor Sobrero, il Suo dubbio è così fondato che la lettera sembra una provocazione.
L’aspetto triste, che all’autore è totalmente sfuggito, è la ghettizzazione degli anziani come se fossero un gregge da pascolare sino ad estinzione in un luogo dove recare il minor disturbo possibile.
L’aspetto ilare, che all’autore è totalmente sfuggito, è la riproposizione di un noto detto toscano*:
“Meglio un vecchietto in casa che un Pisano all’uscio”.
* “Meglio un morto in casa che un pisano all’uscio”.
[Proverbio lucchese di origine medievale: la Repubblica di Pisa, era solita attaccare e saccheggiare la lucchesia, per questo era meglio avere un morto in casa che un guerriero pisano alla porta.
Vero: la Repubblica di Pisa, era solita attaccare e saccheggiare la lucchesia, per questo era meglio avere un morto in casa che un guerriero pisano alla porta. A questo, i Pisani sono soliti rispondere con «Provare per credere!» oppure «Che Dio ti accontenti!»]
شهرزاد, Shahrazād, perché scrivisempre cose a…caso?
Curiosità, perché solo Lei non riesce a leggere (ho scritto “leggere” anziché “capire” per evitare di offenderLa) quello che scrivo?
شهرزاد, Shahrazād, niente, proprio non ce la fai?
Spettabile Signor Pisano,
purtroppo le situazioni simili al borgo Altaretto in Piemonte sono moltissime. Vi sono borgate deserte non solo nelle frazioni montane ma anche in zone apparentemente più comode ai servizi e più soleggiate. Il loro valore immobiliare è ridottissimo e vi è il rischio che a lavori ultimati il valore totale dei fabbricati sia di molto inferiore a quello speso per il loro recupero.
Posso anche immaginare che lei sia disposto a cedere la sua proprietà senza pretendere alcun guadagno , ma purtroppo il bilancio negativo dell’ operazione , secondo me, terrebbe distanti investitori privati a meno che non paghi Pantalone.
Purtroppo la buona volontà e/o l’ affettività legata a un luogo, così come l’ importanza innegabile del recupero e della memoria storica arrivano tardi là dove ormai i buoi sono scappati dalla stalla. Questa situazione è molto diversa in altre regioni ( Valle d’ Aosta e trentino Alto Adige ad esempio ) dove negli anni ( anche grazie ad alcune agevolazioni dovute all’ autonomia regionale oltre naturalmente ad una certa saggezza e lungimiranza politica ) hanno saputo prevenire l’ abbandono e la desertificazione.
Forse il comune di Gravere avrebbe potuto spiegare meglio le motivazioni che , credo, siano purtroppo reali.
Non si arrabbi per alcun commenti trancianti. Io apprezzo invece il fatto che lei si sia firmato e abbia resa pubblica la sua idea , giusta o sbagliata che sia.
Egregio Signor Galliano
innanzi tutto la ringrazio per avere risposto e firmato il suo messaggio sono pochi a farlo!
Le rispondo pertanto con queste poche righe mosso dall’interesse verso il territorio al quale sono legato da sempre e dalla preoccupazione che si possa riemergere da questo periodo di crisi economica, sociale, pandemica avendo fatto tutto il possibile per salvaguardare le persone e le attività sociali ed economiche, garantendo loro il futuro ed in special modo alla popolazione residente.
Nei mesi scorsi ci siamo chiesti se era possibile affrontare questa crisi storica, ed assolutamente nuova per la nostre società, con strumenti vecchi e di routine. La risposta è stata che in parte ci saremmo dovuti avvalere di esperienza e competenze pregresse, dall’altra che sarebbero stati necessari strumenti e modi di agire nuovi. Ed è su quest’ultimo punto che, per passare dalle parole ai fatti, non sono mancate molte resistenze.
Crediamo però non ci siano alternative, in questa lunga fase così delicata che sta stravolgendo le nostre sicurezze e il nostro modo di agire la quotidianità, a quella di muoversi insieme in modo nuovo, abbiamo bisogno di fare un salto di qualità nella discussione pubblica, passando a confrontarci su un più generale ed organico Patto Territoriale per la Val di Susa.
Non possiamo più limitarci a realizzare tante e diverse singole iniziative e accordi su specifici temi che interessano la nostra regione, per quanto importanti e meritevoli siano , ma dobbiamo provare a ricondurre il tutto ad un luogo ed un momento dove ogni soggetto istituzionale e sociale condivide alcuni punti qualificanti per la tenuta e la resistenza dell’oggi e soprattutto per la rinascita e la ripartenza di domani.
Sul progetto Altaretto Over 65 nei mesi scorsi ci sono state convergenze di numerose realtà associative del territorio e in più occasioni, anche ufficiali, come Istituzioni purtroppo non avete manifestato interesse assumendo l’impegno formale a partecipare ai luoghi di di confronto specifico in merito, a livello regionale e altri non meno importanti.
Nei mesi passati, inoltre, oltre che la nostra proposta nei confronti della Regione Piemonte e ci sono state importanti sollecitazioni da parte dei media locali, delle Associazioni datoriali, dei commercianti e servizi, e di altre importanti realtà associative.
Anche se in questi duri mesi abbiamo realizzato incontri e confronti su varie tematiche ,comunque sappiate questi hanno sempre riguardato temi specifici, mai hanno avuto l’impianto di uno sguardo di insieme.
Passata dunque la stagione invernale siamo ora nostro malgrado in una nuova seconda ondata pandemica, e poiché crediamo non sia possibile fare passare altri mesi perché, ora e qui, è necessario offrire risposte efficaci e tempestive. Diversamente il rischio è che le Istituzioni pensino di poter fare “da sole” alimentando una pericolosa e dannosa autoreferenzialità, e che non sono in grado di rispondere con adeguatezza di soluzioni.
Ferma restando la diversità, ma anche complementarietà, delle nostre alterne azioni di rappresentanza, siamo convinti di dover rafforzare il nostro impegno riconducendolo ad un piano di obiettivi e di azione comune e condivisa. Non farlo sarebbe perdere un’occasione storica.
Mettere al centro l’assistenza agli anziani il lavoro e la sua qualità come strumento privilegiato per esprimere la soggettività di ognuno a; rafforzare il sistema di sicurezza e protezione sociale come precondizione per esercitare davvero i diritti di cittadinanza; rilanciare il valore del “pubblico” attraverso atti coerenti che prevedano investimenti sia per ammodernare le strutture (non più rinviabile ad esempio la digitalizzazione professionale della pubblica amministrazione), sia sotto forma di ricambio generazionale e professionale dei dipendenti che si traduca in nuove assunzioni e formazione costante; incentivare e coordinare tutti quegli investimenti, pubblici e privati, in capitale sociale e materiale, in legalità, in sostenibilità che davvero possono proiettare la Val di Susa ancora di più tra i territori forti d’Europa, dove si desidera studiare lavorare e trovare un qualificato sbocco sia assistenziale che professionale e quindi vivere e crescere con la propria famiglia.
Sono queste nel merito le nostre idee, che conoscete già e che sono ormai un patrimonio comune.
Attraverso le migliaia di “sensori” noi abbiamo sul territorio – con, operatori e attivisti dei , servizi nelle sedi, dedicate over 65 – registriamo un malessere e una sfiducia diffusi e radicati, un’enorme difficoltà da parte delle persone a percepire un orizzonte di miglioramento nel futuro.
Con Coop sociali, insieme alle Associazioni e Istituzioni del territorio ,noi .in concerto potremmo davvero dare, con un Patto Territoriale, un importante segnale di costruzione di un futuro migliore per tutti
Di conseguenza noi come Altaretto Over 65l siamo quindi a ribadire ancora una volta la disponibilità ad essere parte integrante e propositiva di un progetto che crediamo debba essere guidato, come già avviene in altre realtà della Regione Piemonte ,oltre che dai privati pure dalle istituzioni locali. Ulteriori ritardi non farebbero che alimentare il vento di una protesta violenta e fine a se stessa che segnerebbe, a nostro parere, un’evidente crescita di sfiducia nelle istituzioni con esiti oggi non prevedibili.
ho 75 anni e quindi l’aspettativa di vita che mi rimane non è molta a divenire pertanto per condurre questa operazione di alto livello sociale come ben sa servono finanziamential Comune
L’ipotesi di una pubblica privata inviata a suo tempo formulata era stata fatta per il recepimento delle migliori forme di finanziamento e per la realizzazione dell’opera e considerato in questi ultimi momenti si sono presentate migliorate nel palcoscenico governativo nuove possibilità di finanziamento provo a rinnovare alle persone di Valle la mia proposta nel sicuro interesse della zona da voi amministrata e di quelle ad esse circostanti
Sicuramente Lei sara al corrente della ricerca da parte del Governo centrale e della Regione Piemonte di Borghi da riportare in vita ed atti al riutilizzo con progetti credibili e replicabili.
infatti nella considerazione che Forse Altaretto è l’unico borgo in Italia con un unico proprietario a ragione che ,tutti gli altri di mia conoscenza si trovano ad essere polverizzati nelle proprietà a causa delle numerose divisioni ereditarie avvenute nei secoli e quindi non essere in condizioni di poter demarrare in tempi brevi in ottemperanza ai dettami governativi
Ad esempio segnalo nell’ambito degli investimenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, l’Investimento 2.1 Attrattività dei Borghi prevede un finanziamento complessivo pari a 1.020 milioni di euro. L’Investimento è suddiviso in due linee d’intervento: la Linea A dedicata a Progetti pilota per la rigenerazione culturale, sociale ed economica dei Borghi a rischio abbandono e abbandonati con una dotazione finanziaria di 420 milioni di euro e la Linea B dedicata a Progetti locali per la Rigenerazione Culturale e Sociale con una dotazione finanziaria complessiva di 580 milioni di euro. Infine, l’investimento vede un importo pari a 20 milioni di euro destinati all’intervento “Turismo delle radici” il cui soggetto attuatore è il Ministero degli Affari e della Cooperazione Internazionale
Credo a questo punto le segnali pure alcune altre opportunità di finanziamento previste dal Governo per lo lo sviluppo socioeconomico italiano relativo a quanto su descritto
Altre forme di finanziamento in trattativa con il Governo Italiano saranno inviati in un secondo invito e pertanto invito con questa mia a tutte le persone di valle a partecipare fattivamente alla stesura del progetto
Finisco con la richiesta di analisi di quanto da me ipotizzato per gli anziani valsusini interessate e al quale per trasparenza comunichiamo il fatto increscioso si perderanno notevoli somme a disposizione dal governo centrale e ad ausilio dello sviluppo economico e sociale dedicate alla soluzione dei loro problemi che date le attuali situazioni pandemiche ed economiche . di bisogno certo non mancano
In attesa di un suo riscontro o di chiunque volesse saperne di Più
Distintamente Saluto e resto In attesa di un vostro riscontro
Vittorio Pisano
Per chi volesse telefonare cellulare 3381224427
Assurdo, ennesimo tentativo per rovinare il territorio. Gravere ha già l’esempio dello scempio di Pian Gialassa. Da vergognarsi.
Il destino di piangelassa era segnato fin dal principio da tempo immemorabile si sapeva del problema valanghe infatti le poche baracche costruite per le necessità dell’alpeggio erano ubicate in luoghi particolari a ridosso di qualche parete per essere meglio protette.
Altaretto è un caso diverso ha 2000 anni e fino a poco tempo fa era abitato i residenti erano andati via a cavallo tra la prima e seconda guerra mondiale . le cause sono molteplici caresia fame vita grama e possibilità di non mandare al macello i giovani del paese ed opportunità di trasferirsi in Canada con l’idea del sogno americano sono state motivazioni sufficienti e scatenanti
E vero il paese disabitato e semidiroccato posizionato ad un’altitudine di 900 m. sulla vecchia strada che da Susa (5 km) porta a Sestriere, passando per Gravere (Comune di cui è frazione).
La posizione è buona, sia dal punto di vista paesaggistico che ambientale ed essendo stato abbandonato già da diversi anni a seguito principalmente di un’ondata migratoria verso il Canada, non è stato contaminato da costruzioni recenti e da interventi tali da alterarne la struttura.
Le abitazioni dirute sono in pietra e legno e non hanno un particolare pregio se non quello storico-tipologico.
Il valore d’Altaretto sta nel fatto di essere un villaggio che, nei fatti, non c’è più, ma che è disponibile per essere ripensato completamente.
Questo fatto, da solo, non è in grado di stimolare interventi centrati su attività immobiliari pure e semplici, vista la marginalità del villaggio rispetto alle mete turistiche classiche, e, grazie a questo limite di fondo il progetto di valorizzazione è stato concepito su basi nuove puntando decisamente su un’idea forte e originale evidenziando tre grandi opportunità:
– la struttura, che deve impiegare e valorizzare le migliori e più innovative tecnologie comunicative, costruttive ed energetico ambientali diventando sito dimostrativo per il Sud Europa e il Mediterraneo;
– il programma di lavoro e la metodologia organizzativa – gestionale, che devono qualificarsi come punto di riferimento di eccellenza anche sul piano internazionale;
– l’impiego integrato di risorse pubbliche e private, comunitarie e nazionali, che dovranno essere messe a disposizione da investitori e istituzioni in aggiunta a quanto possono fare gli operatori direttamente coinvolti nel progetto.
Questa ipotesi può trovare riscontro e conseguenti aiuti economici nelle misure che la Regione Piemonte ha messo in cantiere a sostegno d’iniziative assimilabili a quella d’Altaretto con la possibilità per un soggetto a maggioranza pubblica o ad una Fondazione di acquisire un finanziamento
Uno dei maggiori freni all’introduzione di tecnologie nei processi produttivi è imputabile alla mancanza di co-noscenze sia delle tecnologie (e di come si usano) sia dei problemi che queste tecnologie potrebbero risolvere (in forma diretta o indiretta).
Per questo motivo si continua a passare gran parte della giornata in auto in mezzo al traffico, a fare le code in banca, a spedire lettere ed a scaldare l’acqua con il fuoco…
Qualsiasi scuola di tecnologia presuppone la disponibilità di altra tecnologia. Quasi mai una tecnologia è in grado di vivere da sola (il computer ha bisogno di elettricità e così via).
Per conoscere e usare la tecnologia è necessario essere immersi in un ambiente tecnologico. Noi siamo im-mersi nel mondo tecnologico di oggi.
Prima di impostare il progetto ci siamo posti le seguenti domande.
1. E’ possibile creare un Villaggio con tecnologie appena oltre il così detto stato dell’arte?
2. Di quali tecnologie si parla?
3. A chi si rivolge e per fare cosa?
4. Cosa è il Glocal VILLAGE, come è organizzato, quali le sue caratteristiche funzionali?
5. Quanto costa e chi finanzia la sua realizzazione?
6. Chi lo gestisce e con quali ritorni?
7. Quali sono le ricadute sul territorio?
8. Qual è il suo ciclo di vita e le sue possibilità di sviluppo a breve, medio e lungo termine?
Il Progetto è la risposta a queste domande.
Porta solo a cementificare ulteriormente la valle con un’opera del tutto inutile che finirà abbandonata e fatta solo con lo scopo di ricevere incentivi. Guardate quante case inutilizzate al frais…invece di pensare ad opere assurde si cerchi d’incentivare il turismo come si fa in Trentino e non saccheggiare il territorio
vedo che anche lei ha le idee poco chiare
Il paese è li da 2000 anni e le case pure
Come fa lei a parlare di cementificazione?
Qualcosa per il turismo a Gravere?
Mi spieghi . A chi si rivolgerebbe e e per fare cosa?
5. Quanto costa e chi finanzia la sua realizzazione?
6. Chi lo gestisce e con quali ritorni?
7. Quali sono secondo lei le ricadute sul territorio?
Per favore! Smettete di rispondergli! Che questo scrive dei pippozzi che manco le Elisabetta e Gwen dei tempi d’oro!
Egregio signore
Se non le interessa l’argomento visto che siamo in democrazia può passare avanti e leggere qualcosa altro
Io sto mettendo gratuitamente i frutti delle mie esperienze a disposizione dei valsusini nella speranza che siano utili certo che visto le risposte a questo articolo non tutti siano al corrente di come i muoverà lo stato nel prossimo futuro riguardo gli anziani
E lei sarei curioso di sapere cosa ne sa dell’argomento?
Zitto vecchio!
Inn democrazia si dice Io combatto la tua idea, che è diversa dalla mia, ma sono pronto a battermi fino al prezzo della mia vita perché tu, la tua idea, possa esprimerla liberamente.
Egregio Signore il dialogo sereno è la prassi che Papa Francesco implora e predica
Il non farlo produce effetti nefasti vedi il disastro dell’ucraina
Qualche tempo fa erano i Vecchi a prendere le decisioni per la comunità
La vecchiaia porta con se l’eperienza della vita cosa che no pare sia bagaglio della sua formazione educazione compresa
Risparmia le forze…la decomposizione avanza!