VALSUSA, “IN DISCARICA I RIFIUTI CON AMIANTO”: PRO NATURA CONTRARIA ALLA RIAPERTURA DI MATTIE

Condividi
FacebookTwitterWhatsAppMessengerEmailLinkedIn

LETTERA DI MARIO CAVARGNA (Consigliere Pro Natura Piemonte)

MATTIE / SUSA – Dopo decenni di lotte per evitare alla Valsusa che venissero scavate rocce amiantifere, è avvenuto l’inimmaginabile: la Regione, l’Acsel e la Città Metropolitana di Torino hanno proposto, e i comuni di Mattie e di Susa hanno accettato, che la valle diventi il sito regionale di discarica per i rifiuti contenenti amianto. Ma prima di affrontare direttamente il problema della prossima approvazione della discarica regionale di amianto, il cui termine per le osservazioni scade il 25 giugno, è opportuno inquadrarla con una recente nota dell’AGI, una delle più importanti agenzie di stampa italiane. “Nel 2023 l’Osservatorio Nazionale Amianto ha censito 2.000 casi di mesotelioma con un indice di mortalità a cinque anni del 93%. Nello stesso anno ci sono state circa 4.000 nuove diagnosi di tumore al polmone per esposizione all’amianto, al netto del fumo e degli altri agenti cancerogeni, con un indice di sopravvivenza del 12%, e 3.500 decessi. Si deve poi tenere conto che l’amianto provoca asbestosi con ripercussioni cardiocircolatorie con un impatto di 500 decessi, a cui vanno aggiunte altre neoplasie tra cui il cancro alla faringe, dell’esofago, dello stomaco, del colon, delle ovaie, ed il colangiocarcinoma del fegato con un impatto complessivo che porta al totale di più di 7.000 decessi e 10.000 nuovi malati nel 2023”. Va aggiunto che si tratta si persone che sono state esposte inconsapevolmente perché il numero di nuovi malati contaminati professionalmente, a 35 anni dalla messa al bando dell’amianto, ormai è residuo. Solo leggendo questo report possiamo giudicare la incredibile disinformazione posta in atto con il titolo del progetto che è: “Comune di Mattie e Comune di Susa: Discarica per rifiuti non pericolosi in località Camposordo” senza fare accenni alla parola amianto, ma destinato a rifiuti contenenti amianto, come è  precisato nella relazione tecnica, anche se nel testo essi sono quasi sempre indicati con la sigla RCA che significa appunto Rifiuti Contenenti Amianto od il Codice C.E.R. 17.06.05, che significa la stessa cosa. L’amianto è un rifiuto pericoloso e, in quantitativi superiori ad una fibra per litro, è tossico nocivo, per cui affermare diversamente è fare un passo indietro rispetto a tutti i processi ed a tutte le vittime che son passati davanti all’opinione pubblica in questi anni.
Il punto di partenza è stato il DGR del 20 febbraio 2017, che affronta il problema di trovare un sito per lo smaltimento di questi rifiuti e presenta l’analisi di 1.700 siti estrattivi dismessi su cui è stata condotta una valutazione. Dopo il diniego di tutti i comuni interessati, a quella che probabilmente sarebbe la peggior sventura che possa accadere ad un territorio, tre anni fa la Regione aveva puntato su Balangero, nel sito della ex maggior cava di amianto d’Europa e poi sulla creazione di una quarta vasca a Torrazza, che era stata l’unica discarica di rifiuti tossico nocivi in Piemonte, ma neanche in questi due siti già pesantemente contaminati era riuscita a far accettare l’impianto.
A questo punto il progetto è stato accettato da Mattie e Susa: una scelta che è la peggiore possibile perché, per di più, lo colloca in una valle che, per sua natura, ostacola la dispersione degli inquinanti. Inoltre la espone maggiormente ai venti ed alle brezze che erano già stati un problema nella precedente discarica, tanto che ora si dice che non si dovrebbe lavorare quando il vento supera i venti chilometri all’ora, cioè la velocità di una normale brezza diurna. Dal punto di vista tecnico, essendo in montagna, i contenitori in cemento da un metro cubo verranno accatastati su di un profilo in discesa, con il rischio di crolli. Quanto alle rotture riscontrate all’arrivo si prevede di fare una semplice riparazione con del nastro adesivo. Sempre dal punto di vista strutturale il cumulo di 100.000 cassoni sarà sostenuto a valle da un semplice argine in terre rinforzate: se per motivi idrogeologici, come fu a Stava, oppure sismici, dovesse cedere, buona parte del materiale depositato crollerebbe in basso.
Uno degli aspetti più problematici del sito scelto è questo: costruendola sopra la discarica precedente, quest’ultima resterebbe irraggiungibile ad ogni intervento di bonifica, che è assolutamente necessario fare, perché è voce comune che la discarica più vecchia abbia già  il telo corroso e quindi ha bisogno di interventi per impedire che il suo percolato, ora, e soprattutto nei decenni a venire, inquini le falde della media e bassa valle.
La collocazione a Mattie è sommamente sbagliata anche perché è a soli 2,5 chilometri dall’ingresso del tunnel di base del futuro Tav a Susa, da cui Telt prevede di estrarre altri 100.000 metri cubi di rocce amiantifere. Si creerebbe in questo modo una concentrazione di fonti inquinanti, che è assolutamente da evitare, considerando che in un raggio di tre chilometri vivono 16.000 persone, che dovranno già subire le polveri sottili PM 10 e PM 2,5 del cantiere del tunnel di base.
Inoltre lo stesso progetto preliminare del Tav prevede che aumentino del 10% i casi di malattie cardio vascolari e bronco polmonari, che sono la prima e seconda causa di morte in Italia. Un mix terribile e spaventevole, a cui la discarica di amianto si aggiunge con tutto il suo peso e la sua potenziale cancerogenicità, a cui bisogna aggiungere l’assenza di garanzie di un adeguato controllo. Per avere una idea del disinteresse con cui sono seguite le questioni sanitarie che riguardano questa valle, valga il caso della risposta all’interrogazione che l’ex consigliera regionale Frediani aveva fatto ufficialmente alla Regione lo scorso anno per sapere dove erano finiti i quasi 4.000 camion di rocce amiantifere “bonificati” a Salbertrand. La Regione, che è il massimo organo di controllo sanitario, ha risposto in un modo emblematico, anche per le vicende future, che “agli atti della Regione non possono risultare le informazioni richieste e la Regione stessa non ha titolo di chiederle”. Che è come dire: non intendiamo occuparcene.

IMG_20240612_0001

IMG_20240612_0002
IMG_20240612_0003

FacebookTwitterWhatsAppMessengerEmailLinkedIn
Condividi
© Riproduzione riservata

17 COMMENTI

  1. Senza entrare nel merito della questione sanitaria.
    A qualcuno risulta che nelle langhe o roero vi siano discariche simili ? O a Capalbio ? O nella collina di Torino ?
    Oppure ad Assisi ? A Taormina ? Ad Arzachena ? In val pusteria ? A Città della pieve? Se non fosse chiaro hanno deciso che alcuni territori DEVONO essere sacrificati . Altri tutelati.
    Nei territori tutelati guarda caso, i radical chic ( di destra, centro e sinistra indistintamente ) organizzano meeting politici, G7, G8 e investono i loro patrimoni di famiglia ( più o meno guadagnati) in casali, agriturismi e residenze estive. Loro, i loro figli e nipotini prediligono i panorami e l’ aria salubre.
    Certo viene da chiedersi i primi cittadini di Mattie e Susa quali ragionamenti abbiano fatto. E i primi cittadini degli altri comuni a valle e sottovento quali ragionamenti faranno a breve termine ? Speriamo almeno, come compensazione, il mantenimento dell’ ospedale di Susa aperto, delle scuole e dei servizi primari , così da poterli ringraziare con inchini e baciamani alla prossima chiamata alle urne.

    • Al di là della questione su cui si può anche essere d’accordo per principio, almeno nell’approfondire su quali siano i reali potenziali rischi, questo pippone in cui si buttano dentro cose che c’entrano come i cavoli a merenda è illeggibile. Cosa c’entra lo scavo in rocce aniantifere con lo stoccaggio di amianto trattato e solidificato? Cosa c’entrano le filippiche sulle polveri sottili dei cantieri del Tav? Cosa c’entrano i casi di mesotelioma che sono per di più localizzati nelle zone di produzione Eternit o di chi è stato esposto in luoghi non bonificati? Ma poi sta valle ostacola la dispersione degli inquinanti, o li disperde troppo perché c’è il vento? Ma chi l’ha scritta sta roba?

      Comunque la sindaca di Mattie è appena stata rileletta. Chieda a lei, non è una vostra amica NoTav?

      • Al di là del fatto che l’esposizione alle fibre non è salutare questi fanno sempre e solo disinformazione.A sentire loro una singola fibra o quasi provocherebbe il mesatelioma o il tumore mentre è accertato che in grandissima parte essi sono innescati da lunghe esposizioni,come purtroppo Casale insegna.Se fosse così come dicono ci sarebbe stata una strage,se si pensa che l’amianto è stato utilizzato fino agli anni 90 per la fabbricazione del materiale di attrito dei freni.

        • Non capisco come da una discarica possa uscire anche solo una fibra; ne escono mole di più senza dubbio dai km2 di serpentiniti in affioramento.

        • Briatore venuto a conoscenza dell’ articolo, ha pensato di accogliere l’amianto valsusino, nel suo stabilimento balneare, in Versilia , per creare una spiaggia alternativa . Il fiuto dell’ imprenditore.

    • Val Pusteria …
      https://www.solvairsolutions.com/it/case-studies/caso-di-studio-ara-pustertalara-pusteria-impianto-di-termovalorizzazione-fanghi-italia
      Un simile impianto qui creerebbe le più incredibili leggende metropolitane. Inoltre all’imbocco della val Pusteria è presente UN TUNNEL della TAV senza quotidiani assalti all’arma bianca, senza necessità di presidio dell’esercito, perché li sono in una valle dove vige la civiltà.
      Quello sopra è un classico esempio di distorsione di fatti, dati e mescolanze di cose che non c’entrano nulla tra loro, mistificazioni dei fatti nel contesto del non giornalismo di questo sito che non verifica, pubblica acriticamente. Tanto per dire, c’è il terrorismo sull’amianto dando descrizioni di effetti in periodi e luoghi in cui non veniva trattato e sparso nell’ambiente che non ha nulla a che vedere con lo smaltimento controllato, peraltro molto meglio che averlo non trattato di fronte a casa, non trattato perché impossibile da mettere da qualche parte. Che una associazione ambientalista preferisca non trattare un inquinante adottando la solita tecnica ninby e lasciando spazio alla solita nostra valle dei bidoni sotterrati, è assolutamente vergognoso. poi mi complimento per la competenza in ingegneria, visto che sa già bene quale è la resistenza non so di un rilevato, ha già fatto tutti i calcoli.

  2. Monsignor Roberto Repole vescovo di Torino Valle di Susa conceda noi la benedizione pre mortem , indulgenza plenaria a questi ignobili politici , se Lei
    Eminenza e Loro di infame mestiere pensate che la salute non sia pregiudicata , accasatevi presso la discarica quando ci saranno gli sversamenti , Dio saprà dividere e giudicare questo comportamento post elettorale

  3. Ma di ACSEL ne vogliamo parlare? Hanno fatto in modo che il procedimento autorizzativo partisse a cavallo delle elezioni per far si che i comuni ed i cittadini non potessero analizzare con la dovuta attenzione e serenità il progetto, con consigli comunali non più o non ancora operativi e in piena campagna elettorale. Almeno così nessuno presenterà le dovute osservazioni a tutela della collettività.

    • Al massimo di tragicomico c’è che la discarica è a Mattie e non a Susa, che c’entra poco o niente, e la Sindaca di Mattie, appena rieletta, è NoTav. Quelli che amianto, uranio, PM10, draghi, ecc…

      • Nell’ articolo si parla dei comuni di Susa e Mattie. Almeno così è scritto e così ho letto . Se poi Amiantibus sei anche Sapientibus, chiedo venia

        • Susa al massimo è informata perchè potrebbero potenzialmente passare dei mezzi sulle sue strade per raggiungere Mattie. Ovvero Susa c’entra come i cavoli a merenda. Mi spiace per te, ma la “discarica di Mattie” si chiama “discarica di Mattie” perchè è totalmente sul territorio di Mattie. Quindi competenza dalla appena rieletta Sindaca di Mattie NoTav.

    • Purtroppo interessano più i soldi che la sanità a questi funzionari… attendo ancora da questo signore, quale Sindaco e responsabile Asl, che mi risponda inerentemente all’attivarsi per salvare la vita alle persone anziane residenti nelle case di riposo di Susa, e contemporaneamente avevo un familiare a Villa Iris a Pianezza: quasi 40 gradi all’interno delle camere a luglio e agosto, zero aria condizionata e proibito nelle Rsa portare anche solo un deumidificatore per rinfrescare un po’ la camera dei degenti nelle ore più calde, oltre che molto trascurata la idratazione facendo attenzione che bevano molta acqua… Risultato? Mia nonna è morta a Susa dopo una polmonite e un blocco renale da disidratazione in una nota casa di riposo, dove i dipendenti si sono giustificati dicendo che tanto era vecchia (ovvio,era sulla sedia a rotelle altrimenti sarebbe stata a casa sua) …e il Sig. Genovese non ha mai risposto alla mia e mail, esattamente come non mi ha mai risposto Cirio della Regione Piemonte, perchè a loro, a quanto pare, interessano soldi e prestigio, e della vita di molti anziani deceduti nelle strutture per il troppo caldo non importa proprio nulla; evidentemente vale lo stesso per l’amianto, con la differenza che se abitano in zona lo respirano pure loro.

  4. “Comune di Mattie e Comune di Susa: Discarica per rifiuti non pericolosi in località Camposordo” senza fare accenni alla parola amianto, ma destinato a rifiuti contenenti amianto” – VALSUSA SACRIFICABILE? MALEDETTI I RESPONSABILI!

  5. Non voglio entrare nel merito della discussione da un punto di vista tecnico/scientificoH/storico, ma faccio una sola semplice comanda. Perchè i politici ce l’hanno tanto con la Valsusa? Ma ci volete lasciare vivere in pace? Autostrada, due statali, fabbriche super inquinanti, degrado, nessun investimento serio sul territorio, turismo lasciato a sè stesso. Siamo la discarica del Piemonte? Come ha scritto prima giustamente qualcuno: provate a fare una cosa del genere nelle Langhe o nel Monferrato oppure in Valle d’Aosta…poi vediamo le reazioni dei cittadini e dei politici locali. In Valle di Susa mancano le palle e si pensa solo a sfruttare tutto e tutti per soldi e voti. Fate schifo

  6. È esattamente così. Siamo totalmente sacrificabili. Un territorio che economicamente e politicamente conta meno di zero, con una popolazione attenta che diventa il capro espiatorio perfetto parlando indiscriminatamente di nimby. Il territorio perfetto per mafia, mangiatoie varie, cementificazione, discariche etc.

Che cosa ne pensi? Scrivici la tua opinione

Please enter your comment!
Please enter your name here

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.