LETTERA FIRMATA
FORESTO – “Via ferrata” è forse l’unica parola italiana adottata, senza essere tradotta, in tutti i paesi del mondo (eccezion fatta per la lingua tedesca) e dire che non si tratta certo di un’invenzione italiana!
Il nostro linguaggio vanta un tale primato a livello linguistico mondiale, ma sappiamo in effetti il reale significato di questa parola?
Leggendo le testate giornalistiche della nostra valle, che conta decine di itinerari anche di fama internazionale, sembrerebbe di no. Osservando parecchi articoli nella stagione estiva viene da pensare che si tratti di un’escursione che miete una media una vittima a weekend e che ogni weekend da la possibilità a tanti leoni da tastiera di sfogarsi in commenti che spaziano dalla curiosità alla immotivata cattiveria.
Ma di cosa si tratta realmente?
Sull’enciclopedia Treccani è definita come un “itinerario alpinistico che nei passaggi più esposti o difficoltosi è attrezzato con funi, scalette, passamano metallici, ecc.”, per Wikipedia è “un insieme di strutture e attrezzature realizzate artificialmente su una parete rocciosa per facilitarne la salita in sicurezza in un percorso escursionistico/alpinistico”.
Solo Wikipedia si espone utilizzando il termine “in sicurezza” ma entrambe concordano sul “percorso alpinistico”.
Purtroppo è proprio questo il concetto che a quanto pare manca agli avventurieri (e ai leoni da tastiera) del weekend.
Per quanto un vero alpinista sicuramente inorridisce a pensare alla ferrata dell’Orrido messa nello stesso calderone della nord dell’Eiger, la persona “media” non può permettersi di considerarla una normale passeggiata.
Ma analizziamo la definizione a partire dalla parola SICUREZZA: innanzitutto bisogna capire che è un percorso che si può fare in totale sicurezza, ma solo avendo le conoscenze di base per farlo, conoscenze che a quanto pare parecchie persone non hanno, vista la quantità di incidenti avvenuti semplicemente perché la gente si slega (mi pare ovvio che il percorso è in totale sicurezza solo se assicurati in maniera corretta). Colpa della non sufficiente segnalazione alla partenza degli itinerari delle competenze tecniche e fisiche necessarie? Colpa della facilità con cui chiunque possa affittare il kit da ferrata anche senza avere idea di come usarlo? Colpa della maggiore affluenza in montagna da una miriade di persone che la montagna l’ha vista solo in tv?
Qualunque sia la spiegazione sta di fatto che ad oggi la maggior parte degli incidenti è avvenuta semplicemente perché le manovre non sono state fatte in sicurezza.
Se a tutto ciò aggiungiamo il concetto di ALPINISMO possiamo dire che gli incidenti sono stati davvero pochi rispetto al potenziale e che sull’orrido aleggia un’aura di fortuna.
A differenza di un normale sport dove le variabili di un potenziale infortunio sono note e prevedibili, nell’alpinismo ci sono miriadi di variabili esterne molto più pericolose e molto più difficili da valutare e da prevedere (si veda la recente tragedia del ghiacciaio in Marmolada). Entrando nello specifico dell’Orrido, una variabile piuttosto significativa è quello della caduta di pietre dall’alto. Può succedere in caso di maltempo, ma può succedere anche soltanto perché sopra all’itinerario passa una bestia o uno scalatore (alla sinistra della ferrata c’è l’uscita della ferrata stessa, alla destra è stata attrezzata una via di scalata entrambi rischi significativi di caduta pietre sul percorso). Chiunque abbia fatto la ferrata avrà notato molteplici pioli in metallo piegati e a volte anche distrutti per la caduta di pietre- mi sembra inutile dire che la pietra che ha distrutto quel gradini avrebbe tranquillamente distrutto casco con annessa testa di un possibile escursionista.
Il frequentatore medio della domenica terrà conto di queste variabili? A giudicare dal senso civico di queste persone che lasciano l’orrido pieno di spazzatura, mozziconi di sigaretta e inutili scritte sgrammaticate sulle bellissime pareti rocciose, mi viene da pensare di no (se sei così ignorante da pensare che sia normale buttare spazzatura nel fiume, mi viene difficile pensare che tu abbia analizzato l’ambiente in cui ti trovi). Hanno quindi ragione i leoni da tastiera che aspettano l’incidente del weekend per poter andare a digitare maligni commenti sulle altrui tragedie senza chiedersi la ragione per cui delle persone lasciano il divano per addentrarsi nell’orrido? Io credo di no: forse sono proprio loro quelli che fanno più tenerezza perché non conoscono le bellezze del nostro territorio.
Sicuramente sarebbe necessaria un’educazione alla montagna sulla popolazione, che vada dalla valutazione dei rischi potenziali, a come essere in sicurezza e a come riportarsi la spazzatura a casa! Concluderei citando un aneddoto di Reinhold Messner che alla domanda su cosa ne pensasse sulle vie ferrate rispose: “Vi ho incontrato talmente tante persone felici che devo esserne per forza a favore”.
(Nota finale: Un po’ di selezione all’ingresso però non farebbe male)
ecco una bella lettera scritta con competenza
Grande!
Concordo, secondo me se si affronta una ferrata per la prima volta, anche se facile, sarebbe meglio farsi accompagnare da un esperto o da chi l’ha già fatta più volte. Una ferrata non è una semplice passeggiata, non si può improvvisare.
“Qualunque sia la spiegazione sta di fatto che ad oggi la maggior parte degli incidenti è avvenuta semplicemente perché le manovre non sono state fatte in sicurezza.” — e in base a quali dati l’autore trae questa conclusione? L’unica ovvia spiegazione che il firmatario non ha preso in considerazione è che fino a pochi anni fa questi incidenti non finivano su alcun giornale, a meno che l’esito non fosse fatale (evento raro, fortunatamente). Gli incidenti c’erano prima e ci sono oggi, e ognuno fa storia a sè.
Gli incidenti capitano sempre, ma per cadere da una ferrata bisogna essere non ancorati e quindi le manovre non sono state eseguite in sicurezza
Semplice
Ottimo e abbondante. Impossibile però una “selezione”, al massimo si può cercare di dissuadere chi vuole salire con i tacchi a spillo, sia in ferrata che in ghiacciaio….
Lo dico per esperienza, troppa arroganza in giro.
Complimenti.Finalmente un articolo come si deve sulle Vie Ferrate! Speriamo che lo leggano tutti. Complimenti ancora.
Corretto. Finalmente si afferma che la pratica di effettuare delle ferrate è una attività a sé stante. Non è più escursionismo, se per tale si intende la camminata in montagna con difficoltà fino ad EE. E non è neppure alpinismo in quanto nella ferrata ci si affida ad un percorso attrezzato. Anche a livello cai sarebbe opportuno ribadire queste differenze.
Per la fattispecie, se la ferrata dell’orrido presenta gradini e altri manufatti, danneggiati da cadute di pietre, come testimonia l’articolo, potrebbe non essere nelle condizioni di sicurezza e a rischio emissione provvedimento di chiusura. Per l’utilizzo delle ferrate ben venga, per i meno esperti, i novizi, etc il poter affrontare tali percorsi con l’ausilio di una guida alpina.
Credo che buona parte della responsabilità risieda anche nella facilità con cui i “ferratisti” esperti invitano i neofiti. Io sono ad un livello ben più basso del neofita ma in almeno 2-3 occasioni ho ricevuto inviti accompagnati da esortazioni tipo “ma dai, hai paura?” oppure “vieni, tanto ci siamo noi!”. Le ferrate sono cose serie, ad uso esclusivo degli esperti, e quando lo avranno capito tutti non si avranno più incidenti scontati.
Ottimo articolo!
Bell’ articolo che approvo pienamente. Però qualcosa bisogna fare. Ad esempio vietare l affitto del kit da Ferrata, chi lo compra avrà l intenzione di farsi un esperienza duratura….non usa e getta come si fa oggi in tutto.
Ho fatto parecchie ferrate, molte delle quali presentano difficoltà di tutto rispetto, sia per l’impiego della forza fisica (tirare molto di braccia), dell’equilibrio e dell’esposizione per lunghi tratti, che impegnano, sopratutto se tutti assieme, sia fisicamente che mentalmente. Questo fa si che occorre avere molta dimestichezza con le manovre del dissipatore, usarlo in sicurezza e muoversi con sufficiente cautela e, ovviamente non improvvisare. Una nota sulla sicurezza delle “vie”, del materiale e dell’ambiente in cui si sviluppano. È evidente che le “vie” sono tracciate nei punti più esposti e tecnici degli orridi o delle pareti, proprio per dare quel pizzico di sale in più che le distingue da una semplice opera di carpenteria metallica. Generalmente sono sicure, anche se alcune mi hanno lasciato dei dubbi sulla loro sicurezza puntuale, piuttosto che generale. Non dimentichiamoci che la frequentazione assidua, genera degli stress nei materiali, sia di uso personali che di protezione generale, per cui necessitano di frequenti verifiche e manutenzioni. Infine, ricorderei che in alcuni siti, la distanza fra le infissioni nella parete, supera a volte i 5 metri (tra l’altro, con l’impossibilità di prendere respiro intermedio), che comporta, ad esempio in caso di “volo” verticale, ad un metro dal fix successivo, più lo svilupparsi del dissipatore ( circa 2 metri) un salto di circa 6- 7 metri considerando anche l’elasticità della corde del dissipatore. Direi già un bel volo, sempre sperando che in quel tratto non vi siano spuntoni o terrazzi intermedi, che arrestano malamente il mal capitato o peggio lo possono ferire durante la caduta.
Non sono d’accordo che una ferrata si possa fare in totale sicurezza, anche usando correttamente imbragatura e set da ferrata una caduta su una ferrata è probabile comporti qualche conseguenza fisica, la gravità delle quali dipende da vari fattori, ma cadere su una ferrata è decisamente da evitare.
Sono d’accordo con l’autore dell’articolo
La montagna, come il mare ,non sono da sottovalutare.
Nella mia esperienza da soccorritore ho visto di tutto, persone totalmente impreparate,senza acqua giacca da pioggia luce di emergenza gps ,scarpe non idonee, fisicamente non preparate ,potrei continuare ma come esempio mi pare sufficiente.
Dal mio punto di vista chi va in montagna dovrebbe obbligatoriamente essere iscritto al CAI ,dove potrebbe essere indirizzato e formato per l’attività che desidera svolgere.
Il buon senso sarebbe sufficiente ma a quanto pare non è così.
Gli incidenti sono sempre accaduti ma negli ultimi anni l’affluenza e aumenta tantissimo ,facendoli aumentare in maniera esponenziale.
Vi garantisco che non sembrano di più per l’influenza mediatica ,sono proprio raddoppiati.
Inoltre a volte internet confonde le idee con informazioni inadeguate .
Concordo in pieno su quanto descritto . Bisognerebbe a chi si avventura le prime volte avere una buona preparazione fisica ,tecnica e farsi accompagnare da persone esperte. Poi vi sono ferrate e ferrate dove le difficoltà sono diverse e quando si affrontano e” obbligo studiarle e capirne se sono adatte alle proprie capacità. Certamente l’imprevisto e’ in agguato’ dietro l’angolo , ma penso se si seguono con responsabilità e sicurezza si limitano i pericoli .