LETTERA DI SERGIO TURBIL (A NOME DEI RESIDENTI DELLE GRANGE DI CASELETTE)
CASELETTE – Le alluvioni sono eventi naturali, tuttavia tra le cause dell’aumento della loro frequenza ci sono senza dubbio l’elevata antropizzazione e la diffusa impermeabilizzazione del territorio che, impedendo l’infiltrazione della pioggia nel terreno, aumentano i quantitativi e la velocità dell’acqua che defluisce.
In regione Grange di Caselette l’Arian Sec (un piccolo corso d’acqua che però raccoglie molte acque del Monte Musinè) non ha mai fatto danni a nessuno, fino a quando l’uomo non ha deciso di “disturbarlo”, per usare un eufemismo. Da allora ha cominciato a “ribellarsi”. Una piccola realtà, una piccola porzione di territorio, ma adesso i germani, gli aironi e le specie animali del territorio si ritrovano con una colata di cemento di 60 metri di lunghezza per 3 metri di larghezza e come se non bastasse in quel tratto il letto del fiume è stato rialzato di 20 centimetri nel posto più inutile in assoluto.
Ma – c’è sempre un ma – circa 500/600 metri più a monte, verso il lago, i “nostri vecchi” avevano costruito un canale laterale (ora in totale abbandono) che veniva utilizzato anche per l’irrigazione, ma anche per gli eccessi di acqua: scaricava infatti in parte nei prati, e in parte nei boschi che non a caso si chiamano i “Bosc Muin” o qualcosa del genere.
E per non farci mancare nulla ci ritroviamo un prato “arato” dal passaggio dei camion e una stradina piena di zolle di terra lasciate lì dove transitano cinque famiglie, che hanno sempre provveduto a mantenere la strada pulita e non hanno mai chiesto nulla a nessuno. Proprio mi è difficile comprendere come queste azioni passino inosservate pur mettendole davanti agli occhi delle persone. Questo lavoro è stato fatto con parte dei fondi ATO3, soldi pubblici buttati al vento.
Pro Natura non interviene?
Intervento a dir poco demenziale. Essendo stato pagato con i soldi pubblici poi sarebbe doveroso fosse reso noto chi ha pensato, chi ha voluto, chi ha progettato e chi ha eseguito questo scempio.