BARDONECCHIA – Ricorrono quest’anno i primi 50 anni di attività dell’Istituto Frejus, scuola superiore paritaria che ha saputo in tutti questi anni coniugare l’attività sportiva con quella scolastica.
Infatti se sono tanti i campioni di sci che hanno frequentato questo istituto, sono almeno altrettanti quelli che hanno preso ottimi voti ai vari esami di Maturità, che si sono svolti in tutti questi anni, e che si sono distinti in molti settori lavorativi al alto livello. Artefice di questo progetto didattico e imprenditoriale di successo è il prof. Giovanni Valentini, a cui rivolgiamo alcune domande.
Prof. Giovanni Valentini, da dove nasce l’idea di istituire questa scuola in Alta Val Susa?
Per la verità è stata tutta opera di mio padre, che conosceva bene la zona per aver vissuto alcuni anni della sua gioventù ad Oulx e successivamente aver lavorato come direttore tecnico della Riv a Villar Perosa.
Qual è stato il suo impegno iniziale?
Per alcuni anni ho distribuito le mie ore tra l’amministrazione di cantieri in Arabia Saudita e l’insegnamento presso la Scuola Media di Bardonecchia. Solo dagli anni ’80 in avanti mi sono dedicato completamente all’Istituto Frejus.
Non le chiedo quali allievi siano rimasti fermi nella sua memoria e perché…ma piuttosto…quali sono gli obiettivi dei prossimi 50 anni del Frejus?
Il mio obiettivo principale è quello di poter istruire tante giovani menti che possano sviluppare le capacità turistiche di questa splendida valle con qualsiasi innovazione didattica che possa raggiungere questo obiettivo.
Infatti la direzione ha investito con impegno, con passione e con molte risorse finanziarie sia per migliorare i locali, per renderli confortevoli ed adatti allo scopo, sia per migliorare le capacità e le possibilità informatiche e multimediali e non ultimo, per avere a disposizione insegnanti sempre più validi e con le attitudini più idonee per la nostra didattica che è certamente leader del settore,
Ci sono state difficoltà in questo percorso?
Malgrado tutti questi sforzi, l’ostacolo principale che abbiamo riscontrato, consiste nell’ostracismo e forse anche nella malafede che caratterizza alcuni docenti delle scuole dell’alta valle. Ad esempio quando danno informazioni e pareri sull’Istituto Frejus spesse volte tendenziosi, diffamatori e che mirano solo a screditare la nostra attività.
Lei è docente di Economia e di Marketing e vive su questo territorio. Quale futuro pensa che possa offrire l’alta valle di Susa ai giovani?
Premesso che le scuole hanno una forte responsabilità nello sviluppo economico di un’area perché devono creare nella mentalità dello studente atteggiamenti e posizioni che lo convinca ad essere fiero di queste località di montagna e ad investire le sue conoscenze quale che sia il lavoro che successivamente intraprenderà. Ma occorre anche che le istituzioni progettino il turismo e sappiano offrire adeguati posti di lavoro.
Cosa intende per “progettare il turismo”?
Significa conservare quello che la tradizione ci ha trasmesso (non demolire la casa Giolitti o il trampolino di legno del Campo Smith, ecc…), favorire una stanzialità di pendolari tanto da formare la convinzione che l’alta valle di Susa sia la seconda cintura di Torino (creazione di circoli, club, nidi, asili), ed infine creare un ufficio stampa ad alto livello per tutte le località dell’alta valle senza inutili campanilismi.