di REBECCA DE BORTOLI
SESTRIERE – La stagione turistica dello sci potrà durare sempre da dicembre ad aprile, con piste e impianti aperti per 5/6 mesi di fila, nonostante i cambiamenti climatici in atto e la netta diminuzione delle nevicate? E’ questa una delle questioni lanciate dal presidente della Vialattea, Giovanni Brasso, durante la conferenza stampa di venerdì 18 ottobre, dedicata alla presentazione della stagione sciistica dell’alta Valsusa.
È stato fatto notare dal presidente della Vialattea come quasi da 80 anni le stagioni dello sci abbiano sempre la stessa durata, da inizio dicembre ad aprile (solitamente dal Ponte dell’Immacolata fino a Pasquetta).
Tuttavia il patron della Vialattea Brasso ha rimarcato durante la conferenza un dato sotto gli occhi di tutti: “Le nevicate di oggi non sono più quelle di 80 anni fa”.
Il presidente della Sestrieres spa ha presentato un’analisi importante, che meriterebbe di essere maggiormente approfondita, oltre le logiche commerciali.
Brasso ha parlato di come il clima sia ormai cambiato sulle montagne della Valsusa, e su come questo dato vada analizzato per comprendere come sfruttare al meglio le risorse delle nostre montagne. Anche pensando di modificare, in un ipotetico futuro, la data di apertura e chiusura degli impianti, e quindi modificare la durata della stagione sciistica. “Le finestre fredde tendono ad accorciarsi, cosa che obbligherà il mondo dello sci a dotarsi di impianti di innevamento programmato più performanti. Sarà sempre più indispensabile produrre la neve in tempi più rapidi” ha detto Brasso.
In merito ad oggi non c’è ancora nulla di ufficiale, ma probabilmente nei prossimi anni bisognerà riadattare e aggiornare le date di apertura e chiusura degli impianti di risalita e delle piste di sci, a quello che le nuove condizioni climatiche offrono. “Bisogna leggere il clima per poter essere vincenti sulla natura – ha spiegato Brasso – per far bene alle aziende”.
È di certo interessante sentire analisi che tengano in conto i cambiamenti che il clima è stato costretto a fare. E bisogna fare i conti con la consapevolezza che gli impianti di neve artificiale consumano una grande quantità di risorse idriche locali. In più bisogna calcolare un notevole dispendio energetico, valutando i costi-benefici, ed è evidente il rischio d’impatto negativo sulla disponibilità di acqua nelle zone circostanti.
Proprio partendo da questa consapevolezza, la Vialattea ha deciso di investire in tal senso nell’acquisto dell’energia elettrica per la prossima stagione invernale, dando priorità all’opzione green già a partire dal mese di ottobre. L’energia elettrica che Vialattea utilizza è prodotta 100% da fonti rinnovabili come acqua, sole, vento e calore della terra, certificata dal sistema di «garanzie di origine» del gestore servizi energetici (GSE), in base alla direttiva 2009/28/CE.
Grazie a questo tipo di approvvigionamento le relative immissioni sono a impatto “zero”, riducendo di fatto l’immissione in atmosfera di circa 2.900 tonnellate di Co2 all’anno.
Chiaramente, parlando di economia turistica, la questione del clima viene analizzata in “funzione commerciale”. Gli spunti proposti dalla Vialattea possono essere interessanti per la programmazione delle prossime stagioni dello sci, e proprio per questo si può cogliere l’occasione di superare le sole logiche “imprenditoriali”, sfruttando l’occasione per tutelare maggiormente l’ambiente e la montagna, adattandosi al clima di questa nuova epoca.
“Gli studi ci dicono che il nostro sistema sta cambiando e lo sta facendo anche velocemente. E che cosa ha sempre fatto l’uomo in passato di fronte ai cambiamenti? Si è adattato” ha spiegato Brasso “Questo è esattamente ciò che oggi il cambiamento, che già è in atto, non solo ci consiglia ma proprio ci impone: dobbiamo adeguarci all’oggi in mutamento per arrivare al nostro futuro possibilmente attrezzati. Allora la gestione del turismo che sarà, non potrà che essere frutto di un adattamento esistenziale rispetto all’oggi, che cambia in una prospettiva di crescita diversa e creativa”.
“Perciò si tratta di proporci di realizzare un nuovo modello di gestione, all’interno di un nuovo e diverso sistema di vita. Da qui dobbiamo partire per capire come mitigare quelli che sono gli aspetti negativi dei mutamenti climatici sapendo che, così operando, probabilmente in moltissimi casi riusciremo anche a migliorare in qualche aspetto la qualità attuale della nostra vita. Così intervenendo, miglioreremo e di parecchio anche le performance di tutte le aziende che nel paese operano, ivi comprese quelle che operano nel settore di nostra pertinenza”.
Ma basta ..ma chiudiamo sti impianti…non nevica più costano 60 euro i giornalieri più l’autostrada…ma non é più sostenibile….e grasso che dice che bisogna vincere sulla natura?ma dove vive?dovrebbe stare dalla parte della natura che gli ha dato da vivere per anni…ma ora basta…ostinarsi a creare neve dove non nevica…ma finiamola…