di MARIO RAIMONDO
Sono sempre più inquietanti – anche se molti fanno finta di non accorgersene e magari daranno poi la colpa al Trump di turno – i segnali che “Gaia”, la Madre Terra, sta mandando all’uomo. Ha caldo, sempre più caldo, ed i segnali meteo ci dicono che inizia ad arrabbiarsi veramente con quest’epoca. La Madre Terra vorrebbe una riconversione rapida degli scenari energetici globali, perché le emissioni di gas ad effetto serra a livello globale hanno superato ogni ragionevole quota calcolata a tavolino, ed al contempo vorrebbe – a livello locale – comportamenti in grado di generare quell’inversione ad “U” necessaria per costruire il cambiamento globale inderogabile.
La Madre Terra ci prospetta a breve un futuro che oscillerà tra siccità disastrose e piogge devastanti: una situazione che potrebbe portare l’umanità a vivere momenti di criticità mai sperimentati prima nella storia. Anche qui da noi, in Valsusa, la Madre Terra ci manda i suoi segnali. Basta guardare il termometro, basta salire in quota e vedere lo stato pietoso delle praterie alpine o dei ghiacciai che stanno alzando la bandiera bianca. Basta guardare le piante con le foglie quasi disidratate, i campi arsi dal solleone, la Dora ai minimi termini, i letti dei torrenti ridotti ad aride pietraie.
A leggerli bene sono tutti segnali che “Gaia” sta perdendo la pazienza o che, peggio ancora, l’ha già persa. Sapremo mitigare la sua ira? Sapremo intraprendere quelle iniziative di resilienza necessarie a mitigare gli effetti di un eventuale cambiamento climatico che potrebbe essere drammaticamente veloce? Difficile dirlo, lecito dubitarne. Purtroppo le risposte e le iniziative per fronteggiare gli scenari che si stanno delineando dovrebbero partire subito e non in un domani senza data. Perché forse a disposizione abbiamo davvero poco tempo.