L’OSPEDALE DI SUSA IN DEFICIT DI PERSONALE: COME PUÒ NASCERE LA CASA DI COMUNITÀ?

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COMUNICATO DEL SINDACATO NURSIND PIEMONTE

SUSA – Esprimiamo preoccupazione e manifestiamo apprensione per quanto riguarda il continuo depauperamento di personale sanitario presso l’ospedale di Susa e sul territorio della valle. Meno risorse, meno servizi, meno cura e meno assistenza.
Segnali negativi che si ripercuotono sulla popolazione locale che insieme a tutte un altra serie di servizi che negli anni sono venuti a mancare, non possono lasciarci indifferenti dichiarano i rappresentanti locali del sindacato degli infermieri del NurSind, con il supporto della segreteria regionale. Il Pronto Soccorso di Susa, da anni risulta in deficit di personale, sia medico che Infermieristico, zero turn over, dimissioni volontarie e mancate sostituzioni con una ricaduta notevole sui carichi di lavoro e sullo stesso servizio.
Il servizio territoriale ed ambulatoriale negli anni è stato notevolmente depotenziato.
Difficile fare una semplice radiografia in tempi accettabili, impossibile una semplice ecografia con le dovute difficoltà per i medici di medicina generale.
Ci sono inoltre esigenze e bisogni socio assistenziali della popolazione locale che dovrebbero essere soddisfatte proprio per la peculiarità della stessa e la particolarità del territorio, perché un cittadino che vive in valle è uguale ad uno che vive in un altro territorio.
Ci pare invece che la tendenza sia quella di chiudere sempre un occhio se non entrambi.
Secondo quando previsto dal DM 71 e conseguentemente secondo quanto approvato dal Consiglio regionale del Piemonte a Susa dovrà sorgere una casa di comunità e una centrale operativa territoriale.
La casa di comunità è un punto unico di accesso sanitario, con servizi diagnostici di base (rx, ecografie ecc.) con un sistema integrato di prenotazione. Struttura in cui operano équipe multiprofessionale di medici di base, medici specialistici, infermieri di famiglia o di comunità, per la gestione integrata delle cronicità e dei bisogni occasionali, oltre ad altri professionisti della salute.
La Centrale Operativa Territoriale avrà una funzione di coordinamento della presa in carico della persona e raccordo tra servizi e professionisti coinvolti nei diversi setting assistenziali: attività territoriali, sanitarie e sociosanitarie, ospedaliere e dialoga con la rete dell’emergenza-urgenza.
Pertanto, oltre alla necessità di potenziare il personale ospedaliero e dell’assistenza domiciliare per dare risposte sicure e dignitose ai cittadini è necessario vigilare affinché per il nostro territorio questi servizi non restino solo sulla carta e ci sia un reale investimento di risorse strutturali, professionali ed economiche da parte dell’Asl To 3
Per evitare che ci si dimentichi del nostro territorio e delle sue peculiarità e specificità è necessario un pieno coinvolgimento degli operatori, dei cittadini, delle associazioni e degli amministratori locali, affinché restino accesi i fari sui bisogni di salute del nostro territorio.
Presto organizzeremo un evento, appellandoci e invitando tutti gli attori in campo, per confrontarci sulle criticità, i bisogni di salute della popolazione e valutare tutte le iniziative utili per non perdere una opportunità per potenziare i servizi alla popolazione.

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4 COMMENTI

  1. Ma quand’è che questi inutili amministratori si dimettono…scalda sedie inutili, state rovinando tutto, andate a scavare patate, vergognatevi. E prima o poi perdiamo anche la pazienza. Ades basta….via…

  2. Probabilmente i cervelloni ai vertici Asl , faranno affidamento come ormai è di prassi in Italia, ai volontari ed al mondo del volontariato.

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