di FABIO TANZILLI
GIAVENO / RIVOLI – Il 12 aprile 2023 è stata pubblicata sul sito della Camera dei Deputati la Relazione semestrale della DIA presentata dal Ministro dell’Interno e relativa ai fenomeni di criminalità organizzata di tipo mafioso del primo semestre del 2022. L’analisi è realizzata “sulla base delle evidenze investigative, giudiziarie e di prevenzione e documenta la tendenza, rilevata da diversi anni, circa il generale inabissamento dell’azione delle consorterie più strutturate che hanno ormai raggiunto un più basso profilo di esposizione e, come tale, particolarmente insidioso proprio in ragione dell’apparente e meno evidente pericolosità”. Tale tendenza risulta sempre più diffusa in tutte le matrici mafiose, “in considerazione del vantaggio loro derivante dalla insidiosa mimetizzazione nel tessuto sociale e dalla conseguente possibilità di continuare a concludere i propri affari illeciti in condizioni di relativa tranquillità senza destare le attenzioni degli inquirenti”. La criminalità organizzata, infatti, secondo la Dia “preferisce agire con modalità silenziose, affinando e implementando la pervasiva infiltrazione del tessuto economico-produttivo avvalendosi anche delle complicità di imprenditori, professionisti ed esponenti delle istituzioni, formalmente estranei ai sodalizi”.
Per quanto riguarda il Piemonte, e l’area di nostro interesse, la Direzione Investigativa Antimafia ha reso noto che per quanto concerne la criminalità organizzata di tipo mafioso, la ‘ndrangheta risulta quella più incisiva. Le attività investigative eseguite negli ultimi anni mostrano come la ‘ndrangheta, nei territori del distretto piemontese, tenda ad agire sottotraccia, preferendo l’infiltrazione silente ad
azioni violente. Le attività investigative concluse negli ultimi anni indicano come la ‘ndrangheta, nei territori del distretto, esprima “locali” e ‘ndrine distaccate” strettamente collegati alla Calabria ma dotati di autonomia operativa. Il “Locale” è una struttura di coordinamento delle ‘ndrine che necessita di almeno 49 affiliati per essere costituita.
Secondo le forze dell’ordine, nel nostro territorio è emersa l’operatività di più locali di ‘ndrangheta: il locale di Rivoli, espressione delle consorterie di Cirella di Platì e della ‘ndrina ROMEO di San Luca. Risulta attivo anche il locale di Giaveno impiantato dai BELLOCCO-PISANO del locale di Rosarno e da esponenti della famiglia palermitana MAGNIS.
“Pur seriamente colpita con numerosi arresti e condanne, la criminalità calabrese continua a mantenere significativo il proprio potere – scrive la Dia – dimostrando grande dinamismo e assoluta capacità di rigenerarsi permettendo così l’affermazione di leader di nuova generazione. Gli ambiti criminali in cui opera la ‘ndrangheta in Piemonte e in Valle d’Aosta afferiscono al traffico di sostanze stupefacenti, alle estorsioni e all’usura, nonché alle truffe. Si inserisce inoltre nei settori finanziari leciti allo scopo di effettuare operazioni di riciclaggio di capitali illecitamente acquisiti e nel campo dell’edilizia sia pubblica, sia privata, con particolare interesse alla partecipazione nell’appalto di grandi opere”.
Poverini…chissà il dolore che provano.
Meno male che la grande opera strategica TAV per il Piemonte e l’Italia tutta, ne esce pulita da queste infiltrazioni.
Calabrias’ connection good n’adraffanc… bye
“Si inserisce inoltre nei settori finanziari leciti allo scopo di effettuare operazioni di riciclaggio di capitali illecitamente acquisiti e nel campo dell’edilizia sia pubblica, sia privata, con particolare interesse alla partecipazione nell’appalto di grandi opere”.
Ma non ci posso credere !!!! Questa si che è una doccia fredda !!! La ‘ ndrangheta calabrese infiltrata nelle grandi opere in Piemonte. E chissà quali saranno queste grandi opere ? La Dia si merita una medaglia al valore civile per questa sensazionale scoperta !
La madre dei Gabriele 2 è sempre incinta 🙁
Poverino…chissà il dolore che provi.
Castrazione obbligatoria, almeno non si riproducono, evitando la “assoluta capacità di rigenerarsi permettendo così l’affermazione di leader di nuova generazione.”…….
Purtroppo la presenza delle mafie in nord Italia è frutto della folle politica dei soggiorni obbligati dagli anni ’60 in poi.Ma è necessario vigilare a tutti i livelli e non usare questo fatto per non fare niente come al solito.