di ANDREA MUSACCHIO
OULX – Si amplia il centro di accoglienza migranti di Oulx. Da ieri sera, lunedì 11 dicembre, le persone in cerca d’aiuto verranno accolte in una nuova area, presente nella casa per ferie del comune valsusino, la quale permetterà di ospitare 22 utenti in più. Secondo don Luigi Chiampo, dopo la chiusura dello spazio neutro di Bardonecchia causa Covid-19, si tratta di una buona risposta all’emergenza migranti in alta Valsusa.
Buongiorno don Chiampo, partirei subito su alcuni numeri: quante persone in più potranno essere ospitate e quante vengono accolte in media al giorno?
Dipende. Alla sera contiamo 30-40 persone. Con questa apertura possiamo ospitare fino a 60 persone (22 in più rispetto a prima), ma già con trenta o quaranta persone facciamo fatica a gestire tutti quanti. In teoria 50 persone dovremmo riuscire a sostenerle.
L’ampliamento del centro è una buona notizia per l’Alta Val di Susa?
Sicuramente. Diamo una risposta all’emergenza che purtroppo è quotidiana. Ormai sono mesi che andiamo avanti con questi numeri. Riusciamo a sopperire alle esigenze di chi viene respinto al Monginevro, a Claviere o a Bardonecchia. Quando vengono respinte, queste persone vengono trasportate da noi ad Oulx.
Vista l’emergenza Covid-19, come accogliete le persone in cerca di aiuto? Vengono sottoposte al test del tampone?
No, purtroppo non abbiamo i tamponi. Ogni sera seguiamo tutte le normative di prevenzione: dal rilevamento della temperatura corporea allo screening passando per la dotazione di mascherine a tutte le persone che accogliamo.
Il sindaco di Bardonecchia, Francesco Avato, ha dichiarato che stanno lavorando per la riapertura dello spazio neutro una volta terminata l’emergenza coronavirus. Con la riapertura di Bardonecchia, questo nuovo reparto da 22 posti verrà confermato ugualmente?
Sì. Bardonecchia ha pochi posti. Abbiamo necessità di nuovi spazi, quindi verrà assolutamente confermato.
Quanti soldi icassano gli accoglioni ? Sono loro che vedono come fumo neggli occhi il centro occupato della casa cantoniera ? Concorrenza ?
ahah…mi scusi, ma questa da dove le è uscita?
e la chiesa cosa fa? quali risorse economiche mette a disposizione? pagate l’ ICI
…non so cosa paghi la chiesa e cosa no, ma l’ICI non esiste più.
Su YouTube si trova “Il cammino della speranza”, un film di Pietro Germi del 1950. Basterà guardare gli ultimi 5 minuti. Si vede bene Monginevro.
Dopo averlo visto come si puo’ non dire, “grazie Chiampo”?
Date l’8 x mille alla chiesa cattolica……………………….che devo cambiare il carburatore al mercedes.
Sui siti si trova “Il cammino della speranza”, un film di Pietro Germi del 1950. Basterà guardare gli ultimi 5 minuti.
Si vede bene Monginevro.
Dopo averlo visto si puo’ solo dire: “Grazie Chiampo”.
Ho scritto questo commento, perchè dopo essere stato pubblicato é stato cancellato?
Sui siti si trova “Il cammino della speranza”, un film di Pietro Germi del 1950. Basterà guardare gli ultimi 5 minuti.
Si vede bene Monginevro.
Dopo averlo visto si puo’ solo dire: “Grazie Chiampo”.
Negli anni ante-guerra gli emigrati più numerosi siamo stati noi, italiani.
Ora, un po’ di solidarietà è dovuta.
Molti non riescono a capire cosa si prova a dover fuggire da fame, guerre e terrorismo, in cerca di un futuro migliore, per poi ritrovarsi in Libia in un carcere a subire violenze fisiche ed emotive, e infine attraversare un mare su barconi rischiando di morire annegati e spesso, per chi sopravvive, vedendo i propri compagni di viaggio morire… il Mediterraneo è una grande tomba che raccoglie migliaia di corpi di uomini, donne e purtroppo tanti bimbi di cui le famiglie non sapranno mai più nulla. Inoltre non dimentichiamo che molte guerre e fame sono causati dalla storia delle ex colonie, che bisognerebbe ripassare, e dai cambiamenti climatici causati dall’occidente e adesso da India e Cina, nazioni cosiddette in via di sviluppo.
Proviamo per un attimo a pensare di affrontare tutto questo e poi arrivare qui e scoprire quanto sia difficile trovare un lavoro che peraltro non trovano neppure molti europei, imparare una lingua nuova, trovare una casa e infine, ammesso di sistemarsi un po’, essere accettati come esseri umani uguali agli altri da vicini di casa, compagni di scuola, di lavoro etc… gli italiani che sono emigrati nel passato sanno cosa significhi.
Poi arrivano in Italia è trovano Gwen!Quanta fatica sprecata…
Dobbiamo dare l’esempio concreto di una cultura dell’accoglienza, che sia integrale. Una cultura dell’accoglienza deve mettere tutto al centro, l’accoglienza come un nostro valore, a 360 gradi, e che sappia misurarsi con la sfida della globalizzazione, quest’accoglienza. Quella sfida che porta con sé, com’è ovvio, anche maggiori opportunità di circolazione delle persone, perché nell’era globale tutto si muove. Si muovono i capitali, si muovono le merci, si muovono le notizie, si muovono gli essere umani. E non solo per turismo. E i migranti oggi sono l’elemento umano, l’avanguardia di questa globalizzazione. E ci offrono uno stile di vita che presto sarà uno stile di vita molto diffuso per tutti noi, loro sono l’avanguardia di quello… dello stile di vita che presto sarà uno stile di vita per moltissimi di noi. Cit. Laura Boldrini.
Ma cosa li tenete a fare a oulx? Tanto in Francia non lì prendono e qui in valle non hanno nulla da fare… se non occupare la stazione e zone limitrofe
Che meraviglia. Già se ne vedevano un bel po’ gironzolare nullafacenti (ma pasciuti, ben vestiti e ripuliti) per le vie del paese, o stravaccati al bar quando erano aperti, ora ne avremo ancora di più. Che bello! Ne avevamo proprio bisogno. Che fortuna. W l’accoglionenza.
Ci sta arrivando sul muso una crisi economica che non si è mai vista, con milioni di italiani che resteranno senza lavoro (per non contare quelli che già lo hanno perso, e sono moltissimi) senza una reale possibilità di reinserimento, e noi ci preoccupiamo di mantenere giovani nullafacenti che non si capisce a che titolo stiano qui. Mandiamoli in Vaticano a casa dell’omino bianco. Che se li mantengano e a spese loro e tenendoseli in casa, pretazzi, baciapile e accoglioni benpensanti di varia natura, senza pesare sulle casse pubbliche.