di FABIO TANZILLI
Dolore. Rabbia. Vergogna.
Incredibile sentenza di appello sulla tragedia del piccolo Martino Audibert, il bimbo di Cesana di 8 anni morto all’ospedale Regina Margherita l’8 marzo 2008, dopo una settimana di dolori atroci sul letto del presidio sanitario torinese. Tutti i medici sono stati assolti, dopo che in primo grado erano stati condannati. Tutti.
Una sentenza di secondo grado che fa venire i brividi, che fa indignare, che non lascia fiato. Lapidarie le parole di Francesca Fanton, la mamma del piccolo: “Martino è stato ucciso un’altra volta”. Tutti i medici assolti per non aver commesso il fatto, anche se hanno sbagliato diagnosi e la morte è avvenuta in ospedale, dopo una settimana di agonia: Martino è morto con una lesione di 8 cm lungo il diaframma, con l’intestino sopra il cuore.
La Corte di Appello del Tribunale di Torino ha assolto i cinque medici del Regina Margherita (Alberto Pineschi, Annalisa Enrico, Stefano Gamba, Nicola Tommassoni e l’anestesista Emanuela Taglietta), che in primo grado erano invece stati condannati a pene tra i 4 e 16 mesi. Ora sono stati tutti assolti.
Gli unici condannati per la morte del piccolo sono i tre giostrai di Bielmonte (OrleonI, Di Battista e Bertuolo, con pene da 10 mesi a 1 anno e su cui faranno ricordo in Cassazione), visto che la tragedia è scaturita da un incidente che Martino aveva avuto mentre giocava ai gonfiabili. Avvenne il 1 marzo 2008, dopo aver partecipato ad una gara di sci: i tappetini non erano ben ancorati a terra, quel giorno il vento era fortissimo, ed il bimbo è stato scaraventato a trenta metri di distanza, sbattendo violentemente a terra.
Fu portato per le cure prima nell’ospedale vicino e poi immediatamente al Regina Margherita di Torino, dove rimase a letto per una settimana intera e fino alla morte, causata da un violento trauma interno al diaframma, non riconosciuto dai medici dell’ospedale. Prima di arrivare alla sentenza di assoluzione di ieri, per quanto riguarda la parte civile, nei giorni scorsi la famiglia di Martino aveva ottenuto un risarcimento economico dai medici.
“Fino a quando avrò fiato ripeterò che Martino al Regina Margherita di Torino è arrivato vivo, e vivo è rimasto sette giorni” aggiunge la mamma Francesca, sfogando la sua rabbia su Facebook “Io so e tutti sanno, e soprattutto loro sanno che Martino alle ore 20 del 1 marzo 2008 è arrivato in ambulanza al pronto soccorso del Regina Margherita di Torino VIVO…e vivo è rimasto 7 lunghi giorni…lucido, stremato dal dolore e dalla fatica di una settimana di calvario in camera dell’ospedale fino al suo ultimo respiro delle ore 5.45 dell’8 marzo 2008…strappato alla vita da una lesione diaframmatica di 8 cm…è morto con l’intestino sopra il cuore…e che tutti ora possano vivere in pace…tranne il mio piccolo”.
Ora, però, qualcuno abbia il coraggio di dire ai genitori Audibert perché Martino è morto, di chi è la colpa e la RESPONSABILITÀ.
La vita di un bambino di 8 anni vale solo 1 anno o 10 mesi di condanna in tribunale?
Finire con l’intestino sopra il cuore e con il diaframma lacerato, lamentarsi di star tanto male mentre nessuno se ne accorge del vero problema in ospedale PER UNA SETTIMANA INTERA, vale un’assoluzione in tribunale?
E dopo tutto questo, ci chiediamo: esiste una giustizia in Italia?
Ancora una volta gli occhi angelici di Martino chiedono giustizia: ancora una volta il nostro misero mondo di adulti, non è riuscito a rendere giustizia a un bimbo di 8 anni che piangeva, e chiedeva solo di essere curato. E salvato.
rabbia, rabbia,rabbia. forse che una qualche ecografia-radiografia-tac o altro esame diagnostico non avrebbe potuto evidenziare da subito la situazione ? costava troppo ? mandava in rosso il già rosso bilancio della sanità ?
Così,ad occhio,dopo una caduta grave bisognerebbe esaminare TUTTO il corpo e TUTTE le possibilità.
Ed osservato che c’erano sintomi di sofferenza del bimbo,trascurati dai medici che hanno addirittura rimproverato ed umiliato la madre,senza porre in atto alcuna misura,non vedo perchè queste persone debbano essere assolte ed occuparsi ancora di altri bimbi o piuttosto,trascurare ancora altri bimbi come già hanno fatto.
E’ una cosa tragica e preocupante :
dovremmo vivere in un paese civile dove dovrebbero essere garantite cure di livello tra l’altro ben precisato dalla legge.
La negligenza e l’incompetenza nello svolgimento del proprio lavoro,massime quando si è pubbliici uffiiciali,è un reato,ma forse previsto dal codice civile,che è stato estinto con un risarcimento.
In sede penale al più si poteva ammettere il reato colposo,ossia ho commesso un reato senza avere coscienza che succedesse e ciò avviene se ad esempio non rispetto il protocollo previsto dalla sanità.
In questo senso può esserci assoluzione in sede penale,ma riconoscimento e risarcimento dell’errore.
Cui spero segua la radiazione dall’ordine dei medici.
Sarebbe comuinque una pena più efficace che non una formale condanna a pochi mesi di galera (non scontati) per il reato colposo.