di ROBERTO SERRA (ex sindaco olimpico di Cesana)
A proposito della questione motoslitte in Vialattea, forse sarebbe meglio ricordare, pensare e cercare di trovare insieme una soluzione. Come Sindaco del periodo Olimpico mi permetto di dare un contributo nel trovare di risolvere il problema, da sempre presente e mai risolto dell’utilizzo delle motoslitte da parte dei proprietari e ffittuari che risiedono a Sagnalonga e Colle Bercia durante la stagione invernale.
Un breve ricordo di quanto fatto in passato è necessario, prima di affrontare il problema.
Dai primi anni del 2000 il fenomeno e la presenza di motoslitte che percorrevano i Monti della Luna nelle ore notturne era divenuta insostenibile, addirittura “combriccole di amici” e organizzatori del settore, organizzavano serate anzi nottate “brave” con scorribande sulle piste, i rifugi e ristoranti in quota proponevano cene a suon di raclette e vin brulè, comprensiva di discesa in motoslitta O fiaccolata sugli sci.
Con l’occasione delle Olimpiadi, grazie a un gioco di squadra molto efficace tra le amministrazioni di Cesana e Claviere, si riuscì a rinnovare praticamente tutti gli impianti di risalita e realizzare un importante impianto di neve artificiale e la costruzione di ben due “laghetti” artificiali di riserva, in modo che l’area dei Monti della Luna poteva essere utilizzata quale sede di allenamento olimpico. L’operazione ovviamente ravvivò l’interesse e la fruibilità di questo meraviglioso territorio, anche in ambito degli appassionati delle motoslitte, oltre agli amanti dello sci.
Nel bailamme pre-Olimpico emersero problemi di tutti i generi: geologici, ambientali, catastali e chi ne ha più ne metta. Tra questi venne alla luce la presenza di un vincolo da sempre ignorato: i terreni comunali di proprietà di Cesana sui Monti della Luna erano gravati da vincolo di uso civico e per Legge dello Stato non potevano essere venduti, se non prima sgravati da questo vincolo.
Purtroppo il Comune di Cesana nel 1958 decise di realizzare su questi terreni una operazione turistica rilancio della zona. L’operazione portò alla vendita a privati di ben 150 lotti per la costruzione di villette. Peccato che negli atti di vendita non fu tenuto conto, per dimenticanza da parte del Comune, dell’esistenza del vincolo. Venuti a conoscenza come Amministrazione del problema e dopo numerosi contatti il servizio legale Regionale e consulenti giuridici non ci rimase che dover applicare la legge Personalmente e con il sostegno tutti i membri del Consiglio Comunale, cercammo in tutti i modi una soluzione per risolvere il problema, senza riuscirne a venirne a capo. Il risultato fu che tutti i proprietari per legge erano abusivi e quindi obbligati a pagare una cifra non indifferente per sanare la situazione ed diventare formalmente proprietari del terreno e quindi dell’immobile.
In quella occasione, anche per ristabilire una equità nei rapporto dei proprietari, si cercarono soluzioni per risolvere alcuni problemi che da sempre condizionavano l’insediamento. In particolare l’accesso alla località – sia durante la stagione estiva che in quella invernale – era fonte di disagio. La strada sterrata che da Cesana che raggiunge Sagnalonga era molto sconnessa e di difficile fruibilità a vetture normali.
Una delle richieste più pressanti erano la risistemazione della strada, se non addirittura l’asfaltatura. Grazie ai ottimi rapporti con l’allora Presidente della Sitaf si riuscì ad inserirla in un progetto di riqualificazione turistica della Valle presentato dalla Sitaf. Con una spesa di oltre 400.000 € la strada fu tutta risistemata. Mentre il problema invernale di più difficile soluzione venne attentamente esaminato e inquadrato.
Da sempre Cesana, pur avendo un domaine sciabile meraviglioso, viene considerata (a torto) marginale e località dormitorio. Insomma sciisticamente si transita senza fermarsi. La priorità assoluta era stata individuata nella realizzazione di una grande e importante pista di discesa con arrivo nell’attuale zona camper, in prossimità di Casa Cesana (mi rifiuto di commentare ciò che è stato realizzato, non è una pista è semplicemente uno spreco).
Un tappeto trasportatore faciliterebbe gli sciatori ad accedere agli impianti del versante Fraiteve. Oltre ai problemi turistici, un altro grave difetto che condiziona questo versante è la difficoltà di trasporto a valle d’infortunati. Rafuyel è collegata con la statale del Monginevro dalla strada estiva di cui si parlava prima. L’asfaltatura non è un grande costo e avrebbe permesso l’accesso (ovviamente contingentato) a Rafuyel.
Vantaggi: soccorso più efficiente, una pista seria che collega Cesana, vantaggi turistici importanti ovviamente il paese. Infatti la pista sarebbe stata facilmente illuminabile con possibilità di utilizzo notturno senza fare funzionare gli impianti di risalita (gare di fine corso, manifestazioni sulla neve notturne, realizzando a lato della pista da sci un’altra pista per slittini su neve naturale…a suo tempo avevamo preso i contatti con l’allora presidente federale dello slittino Rean. Il tutto sarebbe stato gestibile con il servizio di navette.
A Rafuyel ovviamente si sarebbe dovuta realizzare una variante urbanistica per permettere la costruzione di un rifugio/servizi ed una serie di garage interrati con servizi a disposizione dei proprietari di Sagnalonga. Siccome la strada a cui si fa riferimento prosegue e arriva a Colle Bercia, si sarebbe dovuto lasciarla innevata e messa a disposizione per il transito delle motoslitte. Lungo tutto il tracciato interseca in 3 posti la pista di discesa, ma con l’attuale tecnica e con opportuni metodi di sicurezza, si può risolvere il problema.
Vantaggi di questa soluzione
Cesana diventa centro stazione di sci. Preciso che c’era un accordo verbale, ma impegnativo, con i proprietari dei terreni. Personalmente ho sempre creduto che dietro un accordo – anche se verbale – esistono sempre le condizioni per trovare una soluzione. Cesana diventa così la base e il riferimento economico e logistico di Sagnalonga e Colle Bercia.
Problema del soccorso risolto
A questo punto sono costretto a ricordare l’incredibile ingenuità dell’Amministrazione di alcuni anni fa, quando vendette per 4 soldi un piccolo battipista perfettamente equipaggiato, fornito dalla Provincia nel 2004 per la battitura di piste di fondo, ciaspole e passeggiate su neve. Forse averlo ora sarebbe stato utile per darlo in comodato ai proprietari (costituiti ovviamente in un consorzio) chiedendo di farsi carico della gestione operativa della strada.
Conclusione.
Certamente altre soluzioni ben più brillanti esistono, ma il ricorso a Tribunali, Consigli di Stato e chi più ne ha più ne metta è l’ultima iniziativa che un Comune può prendere nei confronti dei suoi Cittadini e Ospiti, in particolare in situazioni come queste
Roberto Serra – Sindaco Olimpico di Cesana dal 1999 al 2009
Castellamonte 18/ottobre/2017
Dispiace constatare che ci sono ancora persone che pensano che l’asfaltatura delle strade sia una soluzione a tutti i problemi e che non tengono conto dell’impatto sull’ecosistema (inevitabile aumento del traffico e della velocità dei veicoli – con conseguente disturbo degli animali e pericolo per i pedoni) e abbruttimento del territorio.
Chi ha acquistato i terreni e costruito le proprie case raggiungibili solo con strada sterrata in estate e motoslitta in inverno ne era ben consapevole e forse lo ha fatto proprio perché sussistevano queste condizioni di relativo isolamento e preservazione del territorio.
Poi, ritengo che la concessione di permessi ai residenti e una regolamentazione intelligente dei transiti sia ben più economico di quanto sia una seppur economica asfaltatura.
Per quanto riguarda il trasporto degli infortunati, tali servizi vengono svolti molto efficientemente anche in territori più impervi e distanti dalle strade. Vorrebbe asfaltare anche le strade di accesso alla Banchetta, al Fraiteve, al Sises?
La strada che va da Cesana a Sagnalonga ha solo 2-3 punti su cui, in caso di freddo, si forma il ghiaccio. Tutto ciò a causa del fatto che l’acqua non viene canalizzata (l’ultima volta l’amministrazione comunale ha fatto uno scavo di 10cm). Per risolvere il problema basterebbe mettere un tubo da 30cm di diametro e sistemare la strada con della ghiaia.
Per quello che riguarda invece la stagione invernale, sono certo che i proprietari delle case (che peraltro ogni inverno tolgono le recinzioni dalle loro proprietà per valorizzare il comprensorio a beneficio della comunità) sono assolutamente disponibili a valutare qualunque soluzione ragionevole pur dì vedere i loro diritti riconosciuti come le esigenze dei turisti.
Bisognerebbe solo che alcuni amministratori e responsabili del comprensorio NON si arroccassero su posizioni anacronistiche e lesive dei diritti di altri soggetti.