VALSUSA – Codè Crai Ovest, la cooperativa nata a Torino che riunisce tutti i punti vendita a marchio della zona nord ovest d’Italia, annuncia trenta milioni di investimento e trenta nuove aperture entro i primi mesi del 2022. Oggi la cooperativa è formata da 220 soci distribuiti fra Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta e Lombardia, per un totale di oltre 400 punti vendita. In continua espansione Codè Crai Ovest serve anche un Cedis a Malta, che annovera diversi store sul territorio maltese.
Per Codè Crai Ovest il 2020 è stato un anno decisamente positivo che ha permesso di registrare un +25% di fatturato (oltre 70 milioni di euro in più rispetto al 2019), superando i 340 milioni di euro. Ma anche il 2021 si chiuderà con risultati positivi: +15% rispetto al 2019. Merito del successo del negozio di prossimità e di quartiere, un modello che piace ai consumatori, sempre più spesso preferito alle grandi estensioni.
La sede di Leinì è il centro direzionale e il centro distributivo operativo della cooperativa: 25.000 mq per il secco, 3.000 mq per i surgelati, 10.000 mq per il fresco, oltre 30.000.000 di colli movimentati ogni anno, più di 8.000 referenze, oltre 1.200 prodotti a marchio e 90 mezzi dedicati per le consegne giornaliere. Codè Crai Ovest conta 1.900 dipendenti tra dipendenti diretti, dipendenti delle cooperative, delle aziende di trasporto e dipendenti dei punti vendita. Anche grazie alle trenta nuove aperture la cooperativa si prepara ad assumere più di 400 persone nel prossimo trimestre.
Importanti, inoltre, gli investimenti nel green. Proprio in questi giorni Codè Crai Ovest porta a termine un importante processo di rinnovo delle attrezzature e di ottimizzazione degli impianti nell’ottica del risparmio energetico. Un percorso iniziato circa cinque anni fa anni fa con investimenti che hanno coinvolto la sede Codè Crai Ovest di Leinì e i negozi a marchio nel nord ovest d’Italia. L’impegno della cooperativa è quello di sviluppare un modello di impresa sempre più responsabile a partire proprio dalla propria sede centrale.
Web: www.crai-supermercati.it
Facebook: Crai
Ennesima conferma di quanto sia chiaro che le aperture pianificate nella nostra Regione sono eccessive rispetto al fabbisogno.
Si creano opportunità per operatori di peso totalmente a scapito di quanto già presente sul territorio ma dotato di minore forza economica.
I posti di lavoro (tra l’altro di modesto livello economico e formativo) “creati” avranno come contropartita la distruzione di altrettanti, o più, esistenti e funzionanti, spesso in piccole realtà familiari.
L’espansione del commercio al dettaglio delle grandi catene non corrisponde ad un fabbisogno dell’utenza (in tutti i comuni della Regione dal primo dopoguerra non sono più state in evidenza difficoltà nel reperire generi di prima e seconda necessità) ma ad una logica di profitto e di sfruttamento del lavoro (precario, dequalificato e malpagato).
La “speranza” di prezzi più competitivi per il consumatore finale non è in alcun modo compensativa degli svantaggi oggettivi e collettivi anzidetti.
L’illusione di far crescere il benessere generale con incrementi dei settori economici incentrati sul reperimento di beni all’estero e sulla moltiplicazione del loro prezzo con logistica, passaggi intermedi e ricarichi spropositati dovrebbe già essere stata smentita da tempo.
Non solo da tutte le persone di “buon senso” ma soprattutto da quelle che si sforzano di salvaguardare un proprio “pensiero critico” che non ha nulla a che vedere con il “pensiero unico”.
Pensiero quest’ultimo che, sottointeso in modo offensivo, su queste spazi di opinione viene stabilmente e a sproposito brandito come una medioevale (o merovingia) mazza ferrata.