TORINO – Lunedì 13 gennaio, nell’udienza del processo contro 16 attivisti No Tav e del centro sociale Askatasuna, tutti imputati per associazione a delinquere, l’avvocatura dello Stato ha chiesto un risarcimento danni di circa 6,8 milioni di euro, per gli scontri tra antagonisti e forze dell’ordine avvenuti fino al 2022. La cifra richiesta dallo Stato, si riferisce alle spese sostenute dalle pubbliche amministrazioni, dalla polizia e dai carabinieri per gestire gli scontri e l’ordine pubblico: nel processo si sono costituiti parte civile la presidenza del Consiglio dei ministri, con i ministeri della Difesa e dell’Interno. La precedente udienza si era tenuta a dicembre, quando il pm Emanuela Pedrotta aveva chiesto condanne per tutti gli imputati, tra cui parecchi della Valsusa, per un totale di 88 anni di carcere. Nella prossime udienze sarà il turno degli avvocati difensori, mentre la sentenza dovrebbe arrivare entro la primavera.
La vicepresidente della Regione Piemonte, Elena Chiorino, approva la richiesta di risarcimento: “Chi rompe, paga. La richiesta di risarcimento di 6,8 milioni di euro rappresenta un segnale importante e necessario da parte dello Stato per ribadire che non c’è spazio per chi mina la sicurezza e il rispetto delle regole nella nostra nazione”.
NO TAV E ASKATASUNA: LO STATO CHIEDE 6,8 MILIONI DI RISARCIMENTO DANNI
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Pagabili con piccole rate…
Il merovingio ha aperto una raccolta fondi. La lega dirotterà una parte dei 49 milioni da restituire allo stato italiano a questo fondo. Grazieeee ❤️❤️❤️.
Sono lontanissimo dagli antagonisti ma, effettivamente, perché continuiamo a sobbarcarci le spese della sicurezza nelle partite di calcio? Da anni le sopportiamo collettivamente, sono diffuse su tutto il territorio e ripetitive. Da analfacalcio mi da molto fastidio che i miei soldi vadano buttati in quella voragine. Perché non chiedere i risarcimenti alle società calcistiche o alle tifoserie? Quando due gruppi ultras si fronteggiano, non è associazione per delinquere? Perché lì si tollera sempre tutto? Perché in quei casi chi rompe non paga mai?