di DIEGO MELE (Sindaco di Borgone Susa)
BORGONE SUSA – Con questa breve, la mia intenzione è quella di spiegare a tutti i miei concittadini, a tutti i borgonesi e, se avranno voglia di leggere queste poche righe, anche ai miei colleghi, perché la fascia tricolore del Comune di Borgone Susa non si è mossa dalla sua teca domenica 8 dicembre, non partecipando ad alcuna manifestazione.
Vedete, come ricordiamo ogni 4 novembre, così come, durante un matrimonio, il sindaco deve indossare il tricolore per celebrare la funzione, la bandiera italiana è nata per unire e non per dividere. Il tricolore unisce gli ideali più alti, unisce gli uomini più diversi tra loro, rappresenta le istituzioni e i cittadini. Tutti i cittadini.
Per questo motivo è imprudente marciare con indosso l’emblema della Repubblica Italiana, a cui noi tutti abbiamo giurato fedeltà, prendendo le parti dell’uno o dell’altro schieramento, come purtroppo, ormai troppo spesso ahimè, si vede fare.
È giusto far sentire la propria voce allo Stato, è giusto, così come sancisce la nostra Costituzione, manifestare il proprio pensiero, ma le istituzioni, così come si conviene, devono esercitare il proprio potere ed esporre le proprie rimostranze nei luoghi e nei tempi preposti a farlo.
Non è solo partecipando ad una manifestazione che si tutelano i diritti dei cittadini, li si tutela invece compiendo il proprio lavoro, giorno dopo giorno, senza troppo clamore, nelle sedi opportune. Questo è il mio pensiero. Tanto dovevo ai borgonesi.
Non sono di Borgone ma il pensiero del sindaco lo trovo molto corretto e veritiero.
Bravo
Ottimo pensiero
Finalmente un sindaco che conosce l’importanza della fascIa tricolore. Va usata solo per manifestazioni istituzionali. Bravooooo
Finalmente una persona che ragiona con la sua testa non obnubilata dalla ideologia.
Pensiero democraticamente non condiviso all’unisono dagli altri amministratori borgonesi che, anche senza fascia tricolore, hanno ben rappresentato quello dei molti loro concittadini presenti alla marcia.
Bastava …dire ..
Che sei .SI.TAV….
senza .tanta inutile ..retorica..
Ps..mentre .ci sei fatti prestare i soldi
Per rimettere insieme .il paese
Che sembra un paese del terzo mondo
Il Sig. Sindaco di Borgone ha fatto bene a spiegare il suo punto di vista.
C’ è però un precedente molto impegnativo:
Il giorno della manifestazione SI TAV di Torino, il Presidente della camera di Commercio di Cuneo con la presenza del Sindaco di Santena e di Nerio Nesi della Fondazione Cavour si è recato sulla tomba di Cavour portando una corona d’ alloro adornata di fascia tricolore . Nella parte bianca del tricolore compariva la scritta ” SI TAV “.
Il tutto venne ripreso dai RAI 3 e mandato nei TG regionali.. Basta andare a vedere su internet il video.
Nei giorni a seguire nessuno se ne è lamentato ( Partiti, istituzioni, enti vari, Prefetti ecc. ecc.), nonostante l’ ampia visibilità che televisioni e giornali hanno dato al gesto. Per questo motivo, credo che visto il precedente, OGNUNO da quel fatto in avanti debba essere assolutamente libero non solo di sfoggiare il tricolore ma anche di scriverci sopra ( ovviamente in modo educato e non volgare ) il proprio pensiero. Cosa che da adesso in avanti, almeno personalmente, io farò sicuramente.
Mauro Galliano
Una lezione di civiltà ed educazione civica in un marasma di quaquaraquà , BRAVO
Nessuno ha obbligato nessuno a partecipare alla manifestazione con la fascia tricolore. Se uno lo riteneva, avrebbe potuto parteciparvi anche senza fascia. La decisione era da prendersi all’interno della propria amministrazione se aderire e con o senza fascia. ognuno è libero di decidere il da farsi.
Ringrazio Galliano per la puntualizzazione.
Un bel richiamo storico alla preistoria, sarà passato un anno scarso ma sembrano ere geologiche.
Madamine? Giachini? Confindustriali piemontesi e nazionali? Sindaci mai visti e sentiti prima? Presidenti dei più svariati carrozzoni?
Dove sono finiti?
Eppure dopo la letterina all’Europa “che ce lo chiede”, scritta dal primo ministro del moribondo Conte 1 nello scorso luglio, la grande irrinunciabile opera è rimasta sostanzialmente al palo.
Ferma e muta ad osservare l’evaporazione metafisica, culturale e mediatica di così tanti e illustri suoi estimatori.