di IVO BLANDINO
SANT’ANTONINO DI SUSA – Alle ore 11 di domenica 30 maggio a Sant’Antonino di Susa grande festa per Anita Bounous (vedova Giaccone) che ha compiuto 100 anni. Anita è nata il 30 maggio del 1921 ad Alagna in Valsesia. Il padre era Federico Bounous, maresciallo dei carabinieri, e la madre Lidia Giacomino.
Suo padre venne trasferito a Borgone Susa quando lei aveva solo 6 mesi e il 17 novembre del 1923 nacque il fratello di Anita, Silvio. Il papà acquistò una casa a Sant’Antonino di Susa mentre Anita, terminata la quinta elementare, imparò a cucire.
All’età di 22 anni lavora nello stabilimento Magnadyne (azienda costruttrice di radio e televisioni) mentre il fratello Silvio inizia gli studi all’Istituto Avogadro di Torino.
Un dolorosa pagina colpisce la famiglia Bounous, secondo le parole di Anita: “Era il mese di maggio del 1944, a Sant’Antonino di Susa ci fu il primo rastrellamento da parte dei nazifascisti. Mio fratello non aveva ancora i documenti di lavoro perché da tre giorni aveva appena terminato la scuola con il diploma di perito elettrotecnico. Venne arrestato con altri compagni e portato a Torino, per poi essere trasferito in un campo di lavoro (così gli fu detto) perché avevano bisogno di manodopera. In realtà lui e gli altri ragazzi furono trasferiti in un campo di concentramento in Germania, a Kala in Turingia. Fu un grande dolore per tutta la nostra famiglia”.
Nel 1938, Anita conosce quello che diventerà il suo futuro marito per tutta la vita, Giuseppe Giaccone che fece ritorno dall’Africa dove era prigioniero degli inglesi. Si erano fidanzati solo per lettera. Il 26 giugno del 1948, il pastore Enrico Paschetto di Torino li sposa al tempio evangelico di Sant’Antonino di Susa.
Anita è sempre stata molto attiva nella chiesa, in quanto membro del consiglio, insegnante della scuola domenicale e membro della corale.
Il sindaco di Sant’Antonino di Susa ha sempre invitato Anita, quando le sue forze glielo permettevano, a raccontare la sua testimonianza del periodo della guerra e della deportazione di suo fratello Silvio nei campi di concentramento in Germania, davanti ai ragazzi delle scuole medie del paese.
Un bellissimo traguardo che Anita ha voluto festeggiare spegnendo oggi, nel suo giardino di casa, la centesima candelina. Era presente anche la sindaca Susanna Preacco, che nel suo breve intervento ha ricordato la profonda amicizia che le lega. C’erano anche il pastore Sorin, la sua cugina Simonetta, l’amica Loredana e i vicini di casa.
Per questa speciale occasione le è stata consegnata dalle mani del pastore Sorin anche una targa ricordo: “Per i 100 anni della cara sorella Anita Bounous Giaccone, esempio di grande e solida fede”. Anita Bounous Giaccone è la memoria storica e più longeva delle comunità cristiane evangeliche della Valsusa.