dalla REGIONE PIEMONTE
TORINO – Una legge da tempo attesa, soprattutto a seguito degli incendi avvenuti in Piemonte durante lo scorso autunno, nonché dell’entrata in vigore del decreto legislativo n. 177/2016 che disponeva la razionalizzazione delle funzioni di polizia con l’assorbimento del personale del Corpo Forestale dello Stato tra le file dell’Arma dei Carabinieri e dei Vigili del Fuoco.
La nuova legge si rendeva necessaria per quattro motivi principali:
- Definire gli strumenti univoci di prevenzione e di spegnimento degli incendi boschivi.
- Definire le modalità di ricostruzione boschiva delle aree colpite da incendio.
- Prevedere divieti e sanzioni in caso di abbruciamento nei periodi dell’anno con maggiore rischio di incendi boschivi, anche in risposta alle necessità di tutela della qualità dell’aria.
- Rivedere il Sistema regionale di lotta agli incendi boschivi, definendo i soggetti operanti in fase di coordinamento e in fase attiva nelle operazioni di spegnimento.
In risposta al primo punto, la nuova legge attribuisce ai volontari del corpo AIB del Piemonte un ruolo fondamentale nella prevenzione degli incendi boschivi, nonché nel coordinamento alle operazioni di spegnimento; questo in funzione della presenza capillare dei nuclei AIB sul territorio, oltre alla loro profonda conoscenza dello stesso. Il sistema regionale può inoltre contare sul supporto imprescindibile dei Carabinieri Forestali e dei Vigili del Fuoco.
In funzione delle misure necessarie alla prevenzione degli incendi boschivi, la legge prevede il divieto di abbruciamento diffuso di materiale vegetale su tutto il territorio regionale nel periodo compreso tra il 1° novembre e il 31 marzo, ossia quando è più elevato il rischio di incendi boschivi, fatte salve specifiche deroghe. Il divieto avrà anche lo scopo di rispondere alle peculiari esigenze di tutela della qualità dell’aria del Piemonte. Le violazioni ai divieti potranno vedere l’applicazione di sanzioni da un minimo di 200 a un massimo di 2.000 euro.
La nuova legge regionale individua nel Piano regionale di previsione, prevenzione e lotta attiva agli incendi boschivi lo strumento di programmazione delle azioni a cui gli operatori devono fare riferimento. Il sistema prevede poi la possibilità di dichiarare lo stato di massima pericolosità per incendi boschivi, oltre che sull’intero territorio regionale, anche solamente su aree limitate. Vengono inoltre definite in dettaglio le funzioni afferenti alla Sala Operativa Unificata del Piemonte e le modalità di attivazione delle flotte aeree di spegnimento.
Tra le principali novità compare infine la previsione della concessione di contributi a enti pubblici o privati indirizzati alla ricostruzione dei boschi danneggiati da incendio, in modo particolare nelle aree maggiormente soggette a pericoli per l’incolumità dei cittadini. Tali operazioni dovranno essere coordinate dalla strutture regionali competenti in materia. Ai fini dell’applicazione della nuova legge, la Regione mette a disposizione tre milioni di euro annui sul triennio 2018 – 2020.
“La nuova legge fornisce una risposta chiara ed omogenea su una materia prioritaria per la nostra regione – afferma l’Assessore regionale alla Protezione Civile Alberto Valmaggia -. I cambiamenti apportati a livello statale sul piano operativo, con l’assorbimento del personale del Corpo Forestale dello Stato tra le file dell’Arma dei Carabinieri e dei Vigili del Fuoco ha reso necessario rivedere l’intero sistema regionale di lotta agli incendi boschivi. Rispondendo alla necessità di tutelare i piemontesi e il loro territorio, abbiamo inoltre fornito uno strumento in più per la tutela dell’ambiente e della qualità dell’aria, prevedendo infine importanti risorse e strumenti per la ricostruzione delle aree danneggiate”.
Gli incendi dell’anno scorso erano a ottobre,
comunque almeno il problema sarà risolto dal 1mo novembre,
visto che da tale data i piromani, con la legge, non appiccheranno più.
“Divieto di abbruciamento per salvaguardare la qualità dell’aria”.
Certamente, perché l’aria tossica di Torino è sicuramente dovuta al contadino che brucia l’erba di un prato in inverno…
Fantastico anche il tono burocratico dell’articolo, che sa abbastanza di aria fritta.
Così la ramaglia non “abbruciata” da chi i boschi cerca ancora di pulirli aimenterà meglio i fuochi dei piromani!
Bella trovata Delle balle…
Adesso se tieni pulito i terreni dalle sterpaglie queste ultime non puoi bruciarle….ma dove le metti? Per legge puoi ammucchiare su un tuo fondo fino a 10 metri cubi, se tutti i proprietari che tengono pulito facessero per ogni loro terreno un mucchio di sterpaglie da 10 metri cubi il pericolo sarebbe maggiore