di THOMAS ZANOTTI
SAUZE D’OULX – Dall’igloo che non si scioglierà mai all’igloo più grande del mondo. Dopo un estate passata tra Francia, Germania, Italia e Svizzera lo scultore valsusino Maurizio Perron è finalmente pronto a partire per la sua amata Lapponia in territorio svedese.
Nel mese di giugno è stato impegnato nella manifestazione internazionale denominata “Parcours des fees”, a Crevoux, un piccolo villaggio non lontano da Embrun, nelle Alpi francesi.
Perron ha creato un igloo in larice, immerso nella natura intitolato “The last refuge”. Quest’opera richiama l’attenzione del pubblico sull’assurdità della percezione attuale che si ha nel corso delle stagioni: c’erano le case bollenti in inverno e fredde in estate, si va a sciare a Dubai in agosto, e nuotare alle Maldive durante il periodo di Natale.
Quest’atteggiamento non fa altro che aumentare lo spreco e il consumo di energia importantissima. Quest’opera sarà visibile fino al suo naturale deterioramento, sia in estate lungo una splendida e facile passeggiata, che in inverno percorrendo la pista di fondo di Crevoux.
La prossima avventura di Massimo sarà allo stesso tempo simile e in perfetto contrasto con quella estiva: infatti sarà impegnato nuovamente nella costruzione del famoso Icehotel.
“Quest’anno ho progettato e disegnato insieme alla mia collega olandese Marjolein Vonk la reception e la Main Hall del primo ed originale albergo realizzato interamente in ghiaccio e neve – afferma Perron – abbiamo deciso di proseguire con un tema che faccia ragionare e meditare il pubblico: l’uso sconsiderato della plastica. Infatti avvolgeremo i pilastri di ghiaccio che sostengono il tetto di neve, alto quasi sei metri, con delle reti in neve che andranno a simboleggiare le reti da pesca che abbandonate in mare impiegano svariati anni per sparire“.
Conclude lo scultore proveniente dalla borgata Jouvenceaux di Sauze d’Oulx: “Anche in questo caso lavorerò esclusivamente con materiali naturali, ma il clima e la temperatura saranno i grandi protagonisti di questa nuova avventura: si perché quando la primavera arriverà, sarà il momento di chiudere l’hotel e si aspetterà che tutto ritorni nel fiume e non ci sarà nessuna possibilità di bloccare questo processo. In questo caso quindi le stagioni avranno la meglio sull’uomo“.